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giovedì 15 dicembre 2016

In punta di penna Una lettera a Babbo Natale

Caro Babbo Natale, 
caro ciliegino di Pachino tanto cresciuto e saltellante, 
panzone simpatico, amato da adulti e piccini,
caro babushka per i Russi, 
caro Bob per gli Americani,
per gli Inglesi Simply Red, 
per i Francesi Ommen Michelin Rouge.
Siamo sempre qui, Io e Miriana, 
studiose a intermittenza e birichine sempre, 
la farfalla e la libellula,
la pizza e il cioccolato,
se mi vedi da google maps, 
io sono la piccola fuori classe e questa ragazza vicino a me che dall’alto sembra un tubo di cartone quando è finito lo scottex è Miriana.
Ti preghiamo Babbo Santo non andare mai in pensione perché faresti la fame, dovresti trovarti un altro mestiere per campare, ma vestito così l’ultima cosa che puoi fare è guidare i carri dei GayPride. Non diplomarti e non pensare a laurearti perché saresti un disoccupato pronto per essere sfruttato con voucher e job acts. Studiare fa male, ma tu studia così capirai le letterine dei bambini. Non mangiare né focacce e né arancini come facciamo noi nella pausa pranzo perché non avrai la forza di tirar la slitta. Con un po’ della tua magia fai alzare le medie per gli scrutini del primo trimestre ai professori di tutte le materie. 
Anche quest’anno ti chiediamo una sola cosa: vorremmo un conto in banca corposo e un fisico asciutto. Vedi di non invertire le due cose, come hai fatto l’anno scorso. Se ti viene difficile portare tanti soldi, ricordati di portare a tutti una dispensa di sorrisi da stampare sul viso ogni mattina  a scuola, a casa, negli uffici.
GRAZIE.
Giulia Nuzzo 5B Odonto 
Miriana Cappello 2A Odonto