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giovedì 26 settembre 2019

European Day of Languages

Oggi, 26 settembre, si celebra la Giornata Europea delle lingue. La prima volta fu organizzata nel 2001 dal Consiglio d'Europa e dalla Unione Europea e coinvolse milioni di persone nei tanti Stati partecipanti. Le sue attività celebrarono le diversità linguistiche in Europa e promossero l'apprendimento delle lingue. Dato il successo dell'evento il Consiglio d'Europa decise che la Giornata europea delle lingue si sarebbe celebrata il 26 settembre di ogni anno.
Le finalità di questa Giornata sono quella di evidenziare l'importanza dell'apprendimento delle lingue, di incoraggiare l'apprendimento delle lingue sia in ambito scolastico sia fuori dalle istituzioni scolastiche e di promuovere la diversità linguistica e culturale europea, preservarla e favorirla.
Anche noi oggi abbiamo celebrato questa Giornata e guidati dalla nostra prof.ssa di inglese, abbiamo realizzato un cartellone riportando in diverse lingue la frase pronunciata da Greta Thunberg "You have stolen my dreams and my childhood", una frase che è diventata emblematica per i giovani di tutto il mondo che stanno facendo sentire la loro voce in difesa del nostro pianeta.
Francesca Lao e Carmen Spatola 4°A Odonto 

27 settembre Tutti insieme per il Friday for future





La settimana dedicata al clima e all'ambiente si conclude con la mobilitazione globale di venerdì 27 settembre. A questo proposito il ministro dell'Istruzione Fioramonti ha inviato una circolare a tutte le scuole, chiedendo di aiutarlo su un tema comune che gli sta a cuore: lo sviluppo sostenibile per lottare contro i cambiamenti climatici.
Accogliendo l'invito del ministro, in classe abbiamo discusso dei problemi ambientali decidendo di partecipare alla manifestazione di venerdì 27. Abbiamo realizzato un cartellone sul quale è messa in evidenza una frase pronunciata da Greta Thunberg, scritta in lingue diverse, anche perchè oggi è la Giornata europea delle lingue, " Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia".
Greta è la ragazza svedese di 16 anni che ha dato il via alle proteste del venerdì "Friday for future"che da mesi coinvolgono gli studenti di tutto il mondo.
Purtroppo il problema dei cambiamenti dei cambiamenti climatici è stato finora sottovalutato o ignorato, quando, invece riguarda tutti noi, soprattutto noi ragazzi. Non possiamo più permetterci di ignorarlo perchè siamo noi ad avere il futuro nelle mani e dobbiamo fare in modo che esso migliori. Occorre salvaguardare il nostro pianeta, adottando dei comportamenti responsabili, a partire dal rispetto dell'ambiente che ci circonda, facendo la raccolta differenziata, utilizzando mezzi non inquinanti, consumando meno energia elettrica.
Dobbiamo imparare ad apprezzare di più il nostro pianeta perchè non avremo la possibilità di vivere su un altro di riserva.
Giorgia Ciccazzo e Francesca Rosa 4°A Odonto

sabato 21 settembre 2019

Il quartiere più antico di Ispica: Sant'Antonio Abate

Il tempo si è fermato nel quartiere di Sant’Antonio Abate.
Questo quartiere è l'unico sopravvissuto al terremoto del 1693. Infatti la disposizione delle case in questo quartiere è ancora quella di una volta: possiamo notare, tra loro, una notevole vicinanza e questo comporta una vicendevole amicizia tra vicini di casa. Infatti, come spesso accade nei periodi estivi, tra loro, si ci riunisce fino a tarda ora a “curtigghiare”,nel dialetto locale a spettegolare.
Il quartiere è ancora abitato da persone, che come il quartiere, hanno fatto la storia ispicese; esso è ancora conosciuto come centro storico, un quartiere vecchio, ma grazie al “rimboccarsi delle maniche” dei giovani dell’omonima parrocchia, il quartiere è tornato a rivivere…Con il veloce via vai che si crea per l’ Insabbiata, opera di sabbia colorata, realizzata ogni anno a fine Maggio in occasione dei Festeggiamenti della Madonna della Catena.
Quest’ultima festa che culmina con la processione, abbraccia tutto il quartiere parrocchiale, coincidendo anche con l’ultimo giorno dell’esposizione, in Piazza Sant’Antonio, della colorata Insabbiata.
Ma a parte questa ci sono la festa di Santa Lucia con i tradizionali “cascaruni” ovvero falò agli angoli della strada e la festa di  Sant’Antonio Abate, Patrono 
della Chiesa e della Parrocchia, durante la quale è suggestiva la benedizione di tutti gli animali che accompagnano la vita degli uomini nel lavoro e nell’intimità domestica.   Il quartiere poi rivive e si arricchisce di voci di bambini gioiosi con l’iniziativa “Tradizionando”: un percorso di più giorni di attività estive ancorate al sacro mondo delle tradizioni simile al  “Grest”, che continuano a rianimare questo antico e valente angolo della città.
                                                                Francesco Floriddia e Rosario Armenia 1C Linguistico

Una storiaSalvo Cocciro: le mie immersioni subacquee da non vedente

Seguendo il Pon d’italiano con la professoressa Franzò abbiamo avuto modo di intervistare persone molto interessanti, ma l’incontro più toccante di tutti è stato sicuramente quello con Salvo Cocciro, un ragazzo non vedente che nonostante le difficoltà non si è fatto fermare da nulla, ed è riuscito a praticare diverse immersioni sott’acqua sulle coste della Sicilia.
“Voglio dimostrare di poter fare questo ed altro, superare quel limite che la mia mancanza di vista mi ha portato.” commenta alla nostra domanda riguardo a cosa l’avesse spinto ad immergersi.
“La prima volta che mi sono immerso ho provato una sensazione bella. Il nostro corpo non è fatto solo di vista. Dimentichiamo spesso gli altri sensi. Con l’udito ho sentito le bollicine. Ed anche il mare, questa grande massa d’acqua, mi ha dato un senso di felicità unico. Sono piccole cose che questo mondo ti dà, che ti lasciano qualcosa dentro. Auguro anche a voi una cosa del genere: sono sensazioni che ti toccano in profondo l’anima.”
Alla domanda cosa le avesse insegnato quest’esperienza, risponde con un profondo consiglio: nella vita bisogna andare avanti, non arrendersi, rendersi conto dei propri limiti e delle proprie capacità. Queste esperienze servono a questo.
Poi ci parla della fede, quella stessa fede che tanto aveva vacillato una volta scoperta la malattia. Ci parla della rabbia, della delusione. Ma poi qualcosa cambia. E cambia nel momento in cui capisce che nonostante l’ancoraggio a Cristo non possa ridarti la vista, può alleviare ciò che è successo. “La fede per me è oltre il buio.  Sono cambiato, ho visto la mia vita in un’altra maniera. Ho amato me stesso, ho accettato la mia piccola croce. Bisogna amare la vita anche dopo queste cose.”
L’intervista termina con un’ultima domanda, e come sempre, la sua risposta riesce ad infondere un forte senso di speranza in noi giovani. 
“La vita è bella. E se lo dico io, allora dovete credermi”. 
Nella foto da sx Salvo Cocciro con il suo istruttore
 Alberta Iozzia e Aurora Spadola I°A Classico

Ultimo, la nuova icona della musica giovanile: il Peter Pan che ha conquistato l’oro dei pirati

La musica ascoltata dai giovani di oggi è molto varia e comprende generi come il trap, rap, raggaeton, rock, classica, indie e infine il pop. In Italia ha spopolato tra migliaia di persone, soprattutto con il cantante Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, il genere pop. Ma conosciamo meglio questo cantautore. Nato a Roma nel 1996, si è approcciato alla musica da giovanissimo, quando all’età di 14 o 15 anni ha iniziato a scrivere le sue prime canzoni. Ha studiato presso un Conservatorio apprendendo lo studio del pianoforte e in seguito perfezionandosi in composizione. Nell’anno 2017 apre il concerto di Fabrizio Moro nella capitale italiana, debuttando con il singolo Chiave, seguito da Ovunque tu sia e Sabbia. Il suo primo album, Pianeti, uscito nello stesso anno, ha scalato le classifiche nazionali in pochissimo tempo. A dicembre decide di partecipare al Festival di Sanremo 2018 nella categoria Nuove Proposte con il brano Il ballo delle incertezze. Poco dopo, fa uscire il secondo album Peter Pan. Nel febbraio del 2019 partecipa a Sanremo, ma stavolta insieme ai Big, con la canzone I tuoi particolari.
Recentemente è uscito con il nuovo album Colpa delle favole che in poco tempo ha già conquistato il disco d’oro.
Ora il cantante ha ventitré anni e si esibisce su quasi tutti i palchi italiani.
Se l'obiettivo della musica è quello di emozionare la gente, Ultimo ci è sicuramente riuscito.
Ascoltando gli album, si passa da canzoni più allegre, che ti mettono di buon umore, a canzoni più tristi, che invece ti fanno scendere una lacrima. Dal suo ultimo album Colpa delle favole, possiamo trarre una delle frasi a parer nostro più belle tratta dalla canzone Piccola stella: “Sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce”. Questa frase insegna quanto una persona possa essere importante e vera anche nei momenti bui, e ci fa capire anche quanto Ultimo metta cuore e impegno per scrivere i suoi testi. A parer nostro è uno degli artisti più completi degli ultimi anni. Vi consigliamo vivamente di ascoltare le sue canzoni perché lasciano un messaggio reale e forte.
Giulia Giuffrida, Michela Gambuzza, Nadia Charraki, Flavia Cataudella IC Linguistico 

Una lezione di vita e di storiaPadre Deo Paluku Mathe: la mia vita a Ispica dopo l’arrivo dal Congo

Ci racconta  la sua Africa?
L’Africa è grande e io ho girato per quasi 3 nazioni (Wanda, Congo, Uganda), in Africa la vita è naturale e la comodità la si può trovare solo nelle grandi città. La maggior parte della popolazione vive in villaggi, per questo egli afferma “che la vita è naturale”. Gli Europei che sono abituati alla comodità della tecnologia e non alla vita naturale non si rendono conto che in paesi come l’Africa la vita è molto difficile, perché l’uomo africano non riesce ancora a trovare soluzioni per migliorare le proprie condizioni nell’ambito della salute, dell’istruzione e dei trasporti, dato che treni e aerei in Africa sono pochi. Poi c’è da dire che il paese viene sfruttato dalle potenze globali. 
Africa ed Europa: un confronto?
Lui afferma che fra l’Africa e l’Europa vi sono molte differenze, in ambito religioso dato che noi Europei abbiamo iniziato ad avere subito contatti diretti con Dio, in Africa invece solo l’Africa del nord ha avuto i contati diretti con Dio, mentre l’Africa centrale e del sud hanno festeggiato ancora solo 100 anni di cristianesimo. Per fortificare la fede in Europa sono state costruite le chiese fin dai primi tempi, invece in Africa tali costruzioni sono state fatte da poco. A far diminuire la fede religiosa vi sono pure le distanze dato che in Africa un fedele per andare a celebrare la propria devozione deve fare 5 chilometri a piedi. Io andavo a pregare presso una chiesa facendo tantissimi chilometri a piedi.
L’ Europa è fortunata in ambito sociale: date le avanzate tecnologie nei trasporti i genitori sono in grado di accompagnare i figli a scuola. Le strade belle fatte così si trovano nei paesi colonizzati dall’Inghilterra perché secondo la storia che noi studiamo a scuola molti paesi sono stati colonizzati dall’Inghilterra.
In ambito sociale per esempio la donna non può guidare l’auto del marito o avere lo stesso conto in banca come succede per la donna in Italia. Anche nell’ambito delle eredità la donna non può ereditare beni se in famiglia ci sono fratelli. In Africa non c’è la democrazia ma la dittatura,  le strutture politiche non sono rispettose dei diritti civili. La cosa che in Italia lo ha colpito è stata l’uguaglianza tra tutta la gente nella vita quotidiana, per esempio nel parcheggiare, tutti in Italia abbiamo gli stessi diritti sia tu vescovo o anziano, ragazzo o bambino. C’è troppa differenza tra Africa e Europa sia in ambito sociale, politico e religioso. In Italia riuscite a trarre profitto di quello che è stato fatto dai vostri genitori e lo migliorate sempre ancora oggi. In Africa mancano i mezzi per fare, tutto diventa impossibile perché non ci sono le infrastrutture.
Lei è sempre stato cristiano sin da piccolo?
Posso dire si e no no perché io sono stato battezzato da grande. Sono nato nel 1971ve sono stato battezzato nel 1984 quindi a tredici anni perché i miei genitori non erano sposati in chiesa quindi da noi la legge ecclesiastica non permetteva di battezzare i loro figli ma dico sì perché da piccolo sono stato sempre in chiesa. Nel 1991 sono entrato nel seminario dopo la scuola superiore, e sono diventato sacerdote nel 2002
Qualcuno le è mai andato contro ostacolando il suo cammino di fede e di vita?
Tutta la mia famiglia è diventata cattolica successivamente alla diffusione del cattolicesimo, da voi la famiglia è stretta perché composta da madre padre e figlio, invece in Africa la famiglia è allargata con molti più figli; la mia scelta di diventare sacerdote è stata condivisa da tutta la  famiglia ma ostacolata dalla zia e da una sorella che ancora oggi non vivono bene questa mia scelta. 
Quando era un adolescente sognava di diventare sacerdote o aveva un altro sogno?
Sin da piccolo il sogno era quello di diventare sacerdote però durante la crescita alcuni avvenimenti mi fecero cambiare idea fino all’ultimo anno della scuola superiore in cui il sogno si ripresentò forte, fortissimo.
Come si è sentito quando è arrivato in Italia?
Appena giunto in Italia il 14/09/2016 mi sono sentito ben accolto e soprattutto mi sono ricreduto sull’idea negativa  che avevo degli Italiani. Appena arrivato a Catania ho notato il lavoro dei servizi dello Stato, i  responsabili non hanno ostacolato il mio viaggio, una volta arrivato ho mostrato il passaporto e ho potuto proseguire il mio cammino e attraverso un mezzo della diocesi di Noto sono stato scortato fino alla sede diocesana. Prima di arrivare avevo paura di incontrare voi italiani, ma una volta arrivato a Noto si è sentito accolto, ma soprattutto il giorno dopo essere arrivato a Ispica i ragazzi e gli adulti hanno cominciato a pormi alcune domande ed io mi rattristavo perchè non sapendo parlare l’italiano non potevo dare risposta.
Io, così come i miei connazionali, avevo una cattiva opinione nei confronti dell’uomo bianco e quando ho riportato  nel mio paese tutto ciò che ho visto sono riuscito a far cambiare idea ad alcuni.
Una delle principali differenze sono i rapporti di coppia tra maschio e femmina, un ragazzo e una ragazza riescono a stare fidanzati  per più di 10 anni senza fare figli, mentre nel suo paese una coppia non riesce a stare più di 3 mesi senza fare figli.
Cosa le manca dell’Africa?
Mi manca la  famiglia e il mio paese. Da quando mi sono trasferito in Italia ed ho cominciato a sentire le notizie riguardanti il mio paese ho cominciato a vedere i fatti con occhio diverso. Se io vivessi ancora in Africa guarderei ai fatti africani  con occhio diverso. La notizia  che oggi mi ha sconvolto e che se fossi ancora in Africa non mi avrebbe sconvolto è stata quella di una ragazza che non ha potuto fare gli esami del superiore perché rimasta incinta. L’unica cosa a livello ambientale che mi manca davvero è il contatto diretto con la natura che in Europa è difficile mentre in Africa vi sono foreste ancora non toccate dall’uomo.
Quale è il suo piatto preferito in Italia?
Non singolare ma plurale. La pasta, la pizza e le focacce, mi piace il gusto della cucina italiana.

Flavio Ganci Giuseppe Floridia Fernando Vernuccio 1° Classico

Intervista a Mario Gieri rappresentante di Istituto

È un nostro punto di riferimento a scuola e abbiamo deciso di intervistarlo. È Mario Gieri, rappresentante di Istituto degli studenti del Liceo. 
Ti senti addosso tutta la responsabilità di tutti gli studenti?
Da un lato sì da un lato no, perché essere rappresentante d’Istituto è un lavoro molto duro. Hai la responsabilità di tutta la scuola perché rappresenti appunto circa 700 studenti. Tutto quello che faccio io è come se lo facessi per ognuno di loro. Agisco sempre andando incontro ai ragazzi e cercando di non far pesare mai nulla.
Come hai reagito quando hai scoperto che Luigi ha ottenuto più voti di te?
Non mi è importato più di tanto, perché l’obbiettivo principale era quello di  essere eletti insieme.
Credi che essere rappresentante ti aiuti ad aumentare la tua popolarità o le tue amicizie?
Io direi che è un 50 e 50. Basandomi sulla mia esperienza personale, perché anche prima di essere rappresentante avevo molte amicizie in praticamente tutte le classi, magari dà un po’ di popolarità ma la cosa più importante è mantenere l’umiltà, perché rappresentando 700 studenti sei il loro riferimento.
La tua vita da rappresentate influisce su quella personale?
Tantissimo!!! Quando io e Luigi abbiamo deciso di candidarci sapevamo che c’era da fare molto lavoro, ma sicuramente non ci aspettavamo tutto questo lavoro. All’inizio poteva sembrare bello uscire e perdere ore di lezioni, ma adesso sta diventando stressante non essere presente ad esempio alle spiegazioni. Talvolta il giorno dopo ho un compito o un’interrogazione e mi tocca fare a casa da solo tutto il lavoro che è stato svolto in classe insieme al professore. Per questo motivo cerco di ridurre le uscite a quelle veramente necessarie.
Credi che poter lasciare un cambiamento in questa scuola sia positivo che negativo?
Sinceramente sì, in questi 4 anni ho avuto modo di vedere come è stata gestita la scuola e soprattutto le assemblee organizzate dagli altri rappresentanti e ho notato che molti studenti erano annoiati e distratti. Quello che stiamo cercando di fare io e Luigi è proprio quello di coinvolgerli e farli interagire durante le assemblee. 
Quali sono le tue intenzioni per il tuo futuro e cosa farai dopo il liceo?
Dopo il liceo, il mio sogno è quello di riuscire a entrare in Medicina, infatti oltre a dedicarmi sempre alla scuola nel fine settimana faccio dei corsi di preparazione ai test d’ingresso.
Cosa ti fa arrabbiare e cosa ti rende felice? 
La cosa che mi fa arrabbiare di più è quando alcuni docenti non valorizzano l’impegno che impieghiamo io e Luigi e pensano solo al tempo che perdiamo noi o gli studenti interessati nelle attività. 
Quello che mi fa piacere è quando i ragazzi o docenti vengono a complimentarsi con noi per quello che facciamo. Questo succede spesso durante le assemblee
Maira Caccamo, Martina Mavilla, Clelia Iaci, 1°CL

Luigi Cataudella: l’intervista al rappresentante di istituto del Liceo



Luigi Cataudella così si racconta ai nostri microfoni.
Perché ti sei candidato come rappresentante d’istituto?
I motivi sono tanti però principalmente perché l’anno scorso mi è stato chiesto e io ho accettato dopo averci pensato per un po’. A settembre ho deciso ufficialmente di candidarmi perché credevo di avere delle buone idee da poter attuare nel corso dell’anno suscitando l’interesse e l’entusiasmo di tutti gli studenti del Curcio.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Per quanto riguarda la mia vita scolastica, dopo il diploma, vorrei iscrivermi alla facoltà di giurisprudenza e provare a diventare un magistrato 
Nei nostri confronti ti ritieni un tipo autoritario o un tipo alla mano?
Sono un tipo molto alla mano: mi piace scherzare, essere ironico con tutti e non prendere le cose troppo sul serio, per le assemblee abbiamo trattato argomenti molto importanti (non sempre)  e ho sempre cercato dopo di alleggerire il carico e  di non renderle troppo pesanti. 
Come ti sei sentito quando hai vinto le elezioni?
È stato bello perché ho avuto tantissimi voti, poiché pochissimi rappresentanti di questa scuola hanno ricevuto più voti di me. Ero sicuramente felicissimo: la prima cosa che ho fatto è stato avvisare tutti i miei compagni. Capire che tutti stavano credendo (quasi la maggior parte dell’ istituto) in me mi ha fatto sicuramente molto piacere, poi quando ho saputo che anche Mario è stato eletto diventando rappresentante la felicità si è raddoppiata quindi abbiamo affrontato insieme quest’anno difficile per noi.
Cosa noti sia cambiato nel corso degli anni nella vita della scuola volgendo lo sguardo a tutti i vari rappresentanti degli studenti?
Ció che mi piace di più rispetto di quest’anno è che c’è molta più libertà nelle assemblee e che i ragazzi possono uscire liberamente dalla palestra rispetto agli altri anni. Le assemblee sono molto diverse, i temi sono più leggeri , si scherza molto, ci sono molti più giochi, non ci sono ospiti che vincolano i ragazzi ore e ore seduti per ascoltare cose che possibilmente hanno già ascoltato. Sono soddisfatto anche del fatto che abbiamo portato avanti una campagna di risparmio per l’organizzazione della giornata degli studenti del Curcio  non chiedendo un  contributo esoso ma  essenziale senza di cui  non si può fare nulla. 
Chi ricordi come miglior rappresentante?
Il miglior rappresentante d’istituto che ricordo credo sia stato Carmelo Covato, perché comunque oltre ad essere un ragazzo intelligentissimo era un ragazzo molto fine, educato; nei nostri confronti è stato veramente il massimo, ha sempre affrontato temi,anche se pesanti, con il giusto metodo. Anche Alessandra Campanella, una ragazza bravissima e dolcissima. Entrambi sempre molto puntuali, ci tenevano aggiornati passo per passo e questo mi permette di dire che sono stati i migliori che ho avuto in questi cinque anni 
Cosa pensi di Mario? Avevate già un rapporto prima della candidatura? La vostra amicizia ha delle solide basi?
Certo, io e Mario siamo stati compagni di classe alle medie per tre anni, anche compagni di banco e dopodiché lui ha scelto il liceo scientifico e io quello classico quindi ci siamo divisi ma comunque siamo rimasti amici nel tempo, non ci siamo mai separati. Avevamo un rapporto molto più stretto alle medie e ovviamente come è normale che sia ci siamo un po’ allontanati, ma poi dopo il terzo anno ci siamo appunto riuniti fino a quando siamo arrivati al quarto decidendo di candidarci insieme; per fortuna la nostra esperienza come rappresentanti di istituto è stata positiva e sì, la nostra amicizia ha delle solide basi.
 Sofia Giardina Alice Agosta Martina Rendo e Giorgia Lo bue 1°C Linguistico

Intervista esclusivaMaurizio Franzò, il preside, l’uomo


 Qual è il punto di maggior orgoglio nella scuola?
Assaporo l’orgoglio quando vedo gli sforzi che compiono i vari docenti, il personale  e gli studenti spendersi per la scuola, per concretizzare idee, progetti, iniziative.
Da quanto tempo riveste questo ruolo?
Svolgo il ruolo di dirigente scolastico dal 2007, per cui sono 12 anni.
Cosa può essere migliorato all'interno dell'istituto?
Dal mio punto di vista, per una questione di impostazione personale, sia in campo lavorativo che nella vita quotidiana, ci può sempre essere qualcosa da migliorare. Immaginare che tutto possa essere perfetto è impossibile. Ci sono cose non dipendenti da me come i locali scolastici, nei quali occorrerebbe una rivisitazione al fine di creare  altri spazi  per gli alunni o per lo svolgimento di varie attività. Ma nonostante gli sforzi che è possibile eseguire, non dipende tutto da me. Per esempio, avrei voluto che l'istituto avesse una sorta di refettorio, una mensa nella quale trascorrere la pausa ricreativa o gli intervalli pomeridiani. Un altro desiderio sul quale si potrebbe lavorare molto è quello di rendere l' attività che svolgono gli studenti più armonica. Questo perché talvolta il ritmo che viene imposto nell' attività didattica non risulta equilibrato durante l'anno. Si alternano, infatti, momenti di accelerazione, momenti di pressione e di tensione, a momenti di eccessivo rilassamento. Tante altre situazioni andrebbero rivisitate sempre partendo da un vero  confronto. Ciò che ancora andrebbe migliorato è il coinvolgimento dei genitori. Nella scuola ci sono infatti circa 1.200 studenti, dovrei ritrovarmi circa 2500 persone che vengono a parlare ai docenti, a conoscere ... E questo non accade. Lo si vede soprattutto nelle elezioni degli organi collegiali, nei quali è presente il 10 %dei genitori. Ma questo non è un problema solo del nostro istituto, ma un problema generale di tutte le scuole, soprattutto quelle secondarie. Occorrerebbe un' intera giornata per rispondere a questa domanda.
Volevamo sapere se ha particolari progetti futuri per la nostra scuola ?
Dopo 12 anni di lavoro qui, arriva il momento in cui si programma qualche iniziativa.  I progetti futuri in questo momento sono finalizzati a rendere in alcune sezioni e in alcuni indirizzi l'attività didattica più agevole; ci sono delle zone di sofferenza, ma purtroppo dovute sempre ai locali scolastici. Il nostro istituto accoglie e raccoglie da parte delle famiglie una positività, noi vediamo un numero di iscritti che va ad aumentare, abbiamo delle classi che aumentano e io non ho disponibilità di spazio fisico nelle aule. Per esempio quest'anno scolastico avrete notato che abbiamo trasferito due classi dell'alberghiero nei locali che di solito vengono utilizzati nei licei, se continua il trend il prossimo intervento sarà una riorganizzazione dell'attività didattica: nel senso che le lezioni non potranno più essere fatte in un'unica classe, ma sarete voi a girare per le aule in base alle materie. Questo laddove avremo la necessità di avere spazi in più e faremo probabilmente lavorare su cinque ambienti sette classi. Quindi lo sforzo, il programma futuro è riuscire a dare risposta alle esigenze che hanno le famiglie di iscrivere i loro figli nel nostro istituto. Siccome noi vogliamo accogliere tutti troveremo una soluzione concordandola con voi e con gli insegnanti, perché  dovrebbe cambiare l'aspetto proprio organizzativo della scuola.
Le è mai capitato di dover prendere decisioni drastiche a scapito dell'istituto?
No, a scapito dell'istituto inteso a danneggiarlo, mai. Decisioni drastiche intendendole come decisioni non programmate e quindi, dover dare una risposta immediata, sì,  ma non a scapito dell'istituto. Non ho memoria in tal senso, non mi sembra.  Tramite decisioni nell'immediato, assumendomi la responsabilità ovviamente, qualcuno si è visto danneggiare probabilmente, ma non mi pare. Sarà perché forse dimentico le cose negative più facilmente.
Quali sono gli obiettivi che si augura per i suoi studenti?
Svolgendo questo ruolo per me non siete solo studenti , siete figli di tanti genitori e in quanto tale, mi immedesimo in loro. Quindi quello che mi auguro è che possiate affrontare tutti i problemi che in questa fase della vostra vita si presentano: nello studio, nelle relazioni con i vostri compagni, nel rapporto con i vostri docenti. E ancora  che possiate lavorare a scuola serenamente e, in modo equilibrato, raggiungere un livello di conoscenze e competenze che vi consenta di poter affrontare bene ciò che è fuori dalla scuola. Questo è il mio auspicio e il filo conduttore nel mio lavoro qui ogni giorno. Spero infatti di essere in grado di organizzare e di rendere il vostro ambiente di lavoro il più sereno possibile. Non sempre, però, è possibile , perché le dinamiche sono tante e le variabili sono eccessive. Lo sforzo, dovuto alle differenti dinamiche e alle eccessive variabili, è dunque finalizzato a questo.
Qual è il clima che aspira ad ottenere  all'interno della sua scuola?
Come intendevo prima, dovrebbe essere un clima relazionale nel quale i problemi si affrontano,non si pongono soltanto, e cercare ad essi la soluzione più adeguata. Se mi viene chiesto se questo clima è già esistente o no, riguardo ciò abbiamo svolto un'indagine  qualche anno fa dalla quale emergeva che il personale amministrativo, tecnico e ausiliare, soffriva dell'eccessivo lavoro che c'era nell'istituzione scolastica. E allora non sempre si riesce a creare un clima dove si ha il tempo per affrontare in modo utile e opportuno i problemi che si presentano. Il mio auspicio è realizzare un clima nel quale regni il dialogo, uno strumento per trovare soluzioni compatibili alle regole, evitando dunque di agire andando oltre esse.
Che tipo di studente era da giovane? E che scuola frequentava?
Partiamo dalla domanda più semplice: che scuola frequentavo? Avendo una predilezione per la matematica ed essendo al tempo  ad Ispica solo il liceo classico, io frequentavo il liceo scientifico di Modica. Ero molto appassionato di sport, per cui cercavo sempre del tempo da dedicare ad esso e quindi di conciliare gli impegni scolastici con gli impegni sportivi. Non ambivo al massimo dei voti, ma svolgevo il mio dovere, nonostante non fossi un "secchione".
•  Si rivede nelle azioni “sbagliate” di alcuni studenti?
Si, certo. In molti alunni. È inimmaginabile dovervi dire di non aver mai compiuto azioni come quelle che talvolta fate voi. Gli errori servono a discernere poi ciò che va fatto da ciò che si dovrebbe evitare di fare. È normale farne alla vostra età.
Qual è il motivo particolare per cui ha deciso di intraprendere questa carriera?
Credo che io mi ci sia ritrovato per una questione di inclinazione particolare, nel senso che quando insegnavo ho immediatamente fatto il vicepreside. Quindi è un lavoro che faccio da più di 20 anni, perché quando si lavora in stretta collaborazione con il preside quasi sempre ci si ritrova ad affrontare delle problematiche e bisogna trovare delle soluzioni. Non è stato un grande sacrificio passare dall'essere insegnante al ruolo del dirigente; sono due lavori completamente diversi. Se dovessi dirti cosa mi manca del lavoro da insegnante è parlare con gli alunni, perché è una cosa che arricchisce tanto. Una cosa che consiglio a tutti è essere consapevoli delle scelte prese. Farsi un esame di coscienza dove ci chiediamo " ho dato il massimo?", "potevo fare di più?".
Qual è la cosa che più in assoluto non tollera dei suoi alunni e invece cosa la rende più fiero di dirigere questo istituto ?
La cosa che non tollero non solo negli alunni, ma in generale, è la maleducazione. Il rapporto con le persone deve essere vissuto con delle forme che si richiamano a quei concetti di educazione che mi sono stati imposti sin da piccolo, almeno per me. Però quest'atteggiamento serpeggia non solo nel mondo degli adolescenti, ma anche nel mondo degli adulti, e questo mi fa molto più male perché gli input negativi che vi arrivano sono veramente elevati. Posso tollerare un ragazzo che ha difficoltà nello studio, a concentrarsi, ma che a questo aggiunga un atteggiamento irrispettoso nei confronti delle persone o delle cose mi fa arrabbiare. Quello che mi inorgoglisce invece, è proprio vedere l'opposto: cioè ragazzi rispettosi nei confronti delle persone e delle cose, che si impegnano a raggiungere i loro obiettivi scolastici e, pur avendo le loro difficoltà, si sforzano e danno il massimo di se stessi. Si vede che il messaggio è stato recepito. Perché prima arriva il rispetto per le persone e delle cose e se a questo si affianca l'impegno e si raggiungono i risultati, abbiamo l’ ottimo.
Qual è la sua squadra preferita e il piatto che preferisce ?
Io ero un tifoso del Milan sono cresciuto ai tempi prima con Rivera, però è da un po' che non seguo più lo sport con la passione che avevo una volta. Nel senso che adesso non mi identifico in qualche squadra di calcio. Quando guardo una partita tifo sempre per la squadra più debole, sarà una questione di indole. Da giovane giocavo anche io a calcio, anche se avevo avuto difficoltà nel praticarlo perché gli allenamenti erano nel pomeriggio e avevo poi difficoltà nel concentrarmi nello studio; così mi sono dedicato alla pallavolo,che è un altro sport bellissimo, per qualche anno. Poi all'università non ho potuto più praticare sport attivi. Riguardo al piatto preferito, non so se ho veramente un piatto preferito. Mi piacciono molto i ravioli, però non disdegno nessun altro piatto.
Qual è la sua musica preferita e che hobby preferisce ?
In musica sono una frana. Io ho studiato pianoforte per quattro anni, però non sono particolarmente attratto. Non ho una preferenza particolare per la musica, mi piace perché sprigiona in te una sensazione di serenità e può esprimere lo stato d'animo in cui ti trovi. Ci sono momenti in cui può piacerti un tipo di musica. Riguardo agli hobby, per averli ci vuole il tempo libero e avanzando con l'età si capisce che se ne ha sempre meno. Però a me piace tantissimo il mare, mi piacerebbe vivere in una barca. Durante il periodo estivo mi piace andare a visitare i fondali, guardare i pesci e tutto quello che c'è. Mi piace anche viaggiare, visitare luoghi mai visti e in generale tutto ciò che mi dona informazione e cultura e che riesce a rendermi sereno, tra cui leggere.
Qual è l'esperienza più bella che ha vissuto in questo campo?
L'esperienza più bella la si vive ogni giorno. Nella sfera lavorativa, per esempio, nei giorni scorsi si è svolto un seminario di formazione per i dirigenti scolastici di Ragusa e di Siracusa, nel quale abbiamo parlato di problemi che si presentano alla vostra età come il bullismo, il cyberbullismo e di come approcciare ad essi. Ciò che mi ha reso orgoglioso della scuola è il fatto che si è riusciti ad organizzare tutto in maniera impeccabile. O anche la ben riuscita accoglienza degli ospiti tedeschi, o l'alternanza scuola-lavoro degli alunni del liceo classico svolta lo scorso anno con la pubblicazione di un libro...insomma tutto ciò che viene realizzato bene, mi dà soddisfazione.
Qual è invece l'esperienza meno piacevole che ha vissuto da quando riveste questo ruolo?
Per esperienze meno piacevoli intendo i momenti in cui qualche studente si mette nei guai,uscendo fuori dalle regole, come accade durante i viaggi d'istruzione, poiché reca imbarazzo alla scuola e alla famiglia e sono costretto a prendere provvedimenti. Ma ciò che è ancor più spiacevole è non riuscire ad aiutare un alunno che rischia di perdere l'anno, magari a causa di problemi familiari. È sconfortante poiché in un certo senso lui ha perso un "anno di vita" nel suo percorso e non lo ha fatto consapevole di ciò.
Che insegnamenti vorrebbe trasmettere ai giovani?
Non ritengo di essere una persona dispensatrice di messaggi: ritorniamo con i piedi per terra. Alla pari di tanti  ho seguiti un percorso di studi. Sulla base di ciò consiglio di non lasciare nulla di intentato, di armonizzare il vostro tempo e le vostre risorse:cercate di rendere equilibrate le vostre giornate. Di conoscere voi stessi, cercare di stare bene con gli altri e di dare ad ogni cosa il vostro ruolo. Non facile alla vostra età, talvolta neanche da adulti si riesce. E soprattutto parlate dei vostri problemi con i vostri genitori, sempre.

 Serena Ciranna e Cristiana Sessa 1° Classico