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giovedì 21 dicembre 2017

Il telegiornale della reteCyberangels: una rete contro il bullismo

Giornata conclusiva per il progetto regionale “Cyberangels: una rete contro il bullismo”, progetto avviato lo scorso anno che ha visto il nostro Istituto unico rappresentante della provincia di Ragusa.
Ben sessantasette studenti di tutti i sei indirizzi, guidati dal docente tutor Salvatore Modica e dalla psicologa Vania Blanco hanno partecipato a Palermo all’incontro finale dei rappresentanti di tutti gli istituti siciliani impegnati nel progetto finalizzato alla sensibilizzazione e alla formazione di studenti, genitori e docenti contro ogni forma di bullismo e cyberbullismo. Nell’occasione, alla presenza di esponenti dell’Ufficio scolastico regionale, sono stati presentati da ogni scuola i lavori e i cortometraggi prodotti per  sostenere nel proprio territorio la campagna di lotta al cyberbullismo. Il nostro istituto si è distinto per aver realizzato una sorta di telegiornale che, nelle fasi di ideazione e produzione, ha innescato un clima di straordinaria armonia e di forte entusiasmo nei docenti e negli alunni di tutti gli indirizzi. In questo particolare telegiornale sono stati inserite le riprese ispirate ad una storia vera di bullismo al femminile, ultimamente molto diffuso, delle interviste e una foto-storia. La storia di bullismo al femminile è stata girata nei locali della scuola e si caratterizza perché felicemente risolta tra i banchi scolastici grazie all’impegno dei cyberangels, le interviste doppie sono state costruite per far riflettere docenti, genitori, studenti sul corretto approccio al problema e, infine, la foto-storia è stata finalizzata a ripercorrere il fenomeno del bullismo dal secondo dopoguerra ad oggi. Il Dirigente scolastico Maurizio Franzò si è complimentato con tutto il gruppo di progetto per l’impegno appassionato e l’originalità mostrati non solo nella realizzazione del telegiornale, ma anche nella riuscita complessiva del progetto che si è rivelato molto efficace per sconfiggere un fenomeno tanto insidioso e pericoloso quanto spesso non oggetto della dovuta attenzione. Buona Visione!
La Redazione

venerdì 15 dicembre 2017

Il club Kiwanis incontra gli alunni dell’OdontotecnicoGiornata Mondiale dell’AIDS

Una nuova e interessante attività di alternanza scuola - lavoro si è svolta giovedì 30 novembre, in collaborazione con il club Kiwanis di Scicli. 
Sempre attento alle problematiche sociali, il Kiwanis, in occasione della Giornata Mondiale dell'AIDS, ha organizzato un incontro con le classi dell’indirizzo Odontotecnico, sui rischi professionali degli operatori sanitari. 
Sono intervenuti la professoressa Giovanna Manenti, docente di Anatomia, Fisiologia e Igiene, presidente del club e il dott. Angelo Iozzia in qualità di socio fondatore del club e tutor dell'attività di formazione. 
Il dott. Iozzia ci ha parlato del tetano materno-neonatale, facendoci riflettere su quanto sia importante aiutare i paesi meno sviluppati. Somministrando il vaccino per il tetano ad una donna incinta, con soli 1 euro e 50 centesimi si può salvare la vita della madre e quella del nascituro.
Alla conferenza ha partecipato anche il dott. Antonio Davì, primario del reparto di malattie infettive dell'Ospedale di Modica, che ci ha informato sui  rischi che si corrono nella nostra professione, in quanto è possibile contrarre malattie di tipo infettivo con i materiali che sono stati a contatto con il paziente, come ad esempio le impronte che vengono rilevate nel cavo orale. Tutti noi studenti siamo stati coinvolti nella discussione, partecipando attivamente con numerosi interventi e su nostra richiesta il dott. Davì ha raccontato alcune sue esperienze lavorative personali, molto toccanti.
Questo incontro, oltre ad esserci servito per conoscere più approfonditamente questa patologia ci ha fatto riflettere molto sul valore della vita e su quanto sia importante averne cura.
Simone Maucieri 3A Odonto

sabato 2 dicembre 2017

Calendario dell'Avvento interattivoPrimo dicembre: inizia il countdown

La tradizione del calendario dell'Avvento é nata nei Paesi di lingua tedesca, come modo per riempire il periodo di attesa della grande festa, creando aspettative quotidiane che precedono il Natale. In realtà, l'inizio del calendario non coincide con il tempo dell'Avvento, ma va dal primo al 24 dicembre.
Diffuso ormai in tutto il mondo, esso si può fare in mille modi, l'unico ingrediente è la creatività.
Noi abbiamo predisposto un calendario interattivo attraverso il quale ogni giorno i nostri lettori potranno scoprire immagini, video, presentazioni inerenti le attività del nostro progetto " Let's mind our own business", quest'anno incentrate sull'imprenditorialità e le nuove tecnologie.
Buona attesa!
La Redazione

venerdì 1 dicembre 2017

Premio Nazionale "Giornalista per 1 giorno"

Abbiamo il piacere di comunicarVi che il nostro giornalino online “Il filo conduttore” ha ottenuto il Premio Nazionale “Giornalista per 1 giorno”. 
Grande compiacimento da parte del Dirigente prof. Maurizio Franzò e dell’intera comunità scolastica, nonché dell’Unità Nazionale eTwinning alla cui piattaforma è dedicata una sezione del giornalino.
Per ritirare il premio una nostra delegazione si recherà a Chianciano in occasione del Festival delle eccellenze che si svolgerà nel mese di aprile 2018.
La Redazione

mercoledì 1 novembre 2017

Riflessioni a pochi giorni dal votoVotare non è solo un diritto, ma anche un dovere

Mancano ormai pochissimi giorni alle elezioni regionali e dunque i Siciliani aventi diritto di voto si stanno orientando per esprimere il proprio consenso sulla base delle scelte politiche e delle proprie convinzioni ideali. Con questo articolo mi voglio rivolgere a tutti coloro che stanno pensando di astenersi dal voto, facendo questo breve excursus sulle leggi elettorali partendo dall’Unità d’Italia . 
La prima legge che regolò il diritto di voto fu quella emanata dal Re Carlo Alberto di Sardegna nel 1848. 
La legge stabiliva norme diverse per il Senato e per la Camera dei deputati. I senatori, infatti, erano nominati direttamente dal re, mentre i deputati erano eletti dai cittadini con un suffragio particolarmente ristretto. In particolare potevano votare solo i cittadini maschi in possesso di particolari requisiti: l’età, che non doveva essere inferiore ai 25 anni; il censo, vale a dire il reddito che doveva superare le 40 lire annue; l’alfabetizzazione, cioè la capacità di leggere e scrivere. 
In un Paese povero e agricolo come l’Italia, in quel tempo solo il 2% degli uomini erano in grado di soddisfare tutti e tre i requisiti .
Solo nel 1882 ci fu una legge elettorale (legge 593/1882) che allargò il suffragio, perché si modificarono i limiti troppo restrittivi della precedente legge. La novità più importante riguardò lo stretto legame che istituiva tra istruzione e voto, infatti tutti i cittadini maschi che dimostrarono di saper leggere e scrivere, indipendentemente dal proprio censo, poterono votare. Gli effetti furono notevoli: gli elettori superarono i due milioni, una cifra quattro volte superiore rispetto alla precedente legge .
Dal Novecento iniziò un cammino verso il suffragio universale che fece registrare un’altra importante tappa con il Testo unico n.821 del 26 giugno 1913, in quanto fu istituito per la prima volta il suffragio universale maschile, pur con alcune limitazioni. Infatti la legge prevedeva due categorie di elettori : 
i cittadini di età compresa tra 21 e 30 anni che avevano prestato servizio nell’esercito, nella marina e negli altri corpi armati; 
tutti i cittadini maschi di età superiore a 30 anni .
Ad ogni modo , nonostante i “filtri” questa legge estendeva il diritto di voto al 94% della popolazione maschile.
Il raggiungimento del suffragio universale vero e proprio è avvenuto però solo alla fine della seconda guerra mondiale. Alla fine del conflitto, infatti, fu indetto un referendum per stabilire quale forma istituzionale dare al Paese, se continuare a essere una monarchia o diventare una repubblica . Il governo provvisorio stabilì che dovessero essere i cittadini italiani a decidere. Il referendum istituzionale avvenne giorno 2 giugno 1946 e in quella occasione, il d.l. . n. 23/1945 allargò il diritto di voto a tutti i cittadini maggiorenni uomini e donne .Adesso proverò ad esprimere un mio ragionamento, basandomi sugli articoli presenti nella nostra costituzione ed invito i lettori, soprattutto quelli che sono orientati ad astenersi o a non recarsi alle urne, a riflettere sul dettato Costituzionale laddove dispone che l’esercizio del voto è dovere civico. Per la nostra Costituzione, quindi, andare a votare è un dovere civico. Non solo un diritto, dunque, ma un preciso dovere. Un dovere nei confronti degli altri, di tutti coloro che costituiscono e formano la società. All’art. 2, la nostra Costituzione impone a tutti i cittadini, indistintamente, l’adempimento di doveri, di solidarietà politica, economica e sociale. La solidarietà politica risiede soprattutto nell’espressione del voto, oltre che nella disponibilità a candidarsi per rappresentare l’intera collettività nelle istituzioni democratiche.Non votare, per la nostra Costituzione, significa venire meno ad un preciso dovere (art. 48) e a un preciso obbligo (art. 2) legati al ruolo che ogni cittadino svolge all’interno della società.Il disimpegno elettorale, evidentemente, è considerato un atteggiamento contrario al ruolo sociale, “civile”, prerogativa e dovere di ogni cittadino.Inoltre, non votare è anche un abdicare, una rinuncia a far valere la propria opinione e la propria volontà. Significa delegare ad altri scelte che spettano ad ogni votante .
Giovanni Baglieri 3 A Odonto

domenica 8 ottobre 2017

“Se un uomo è gentile e cortese con uno straniero, mostra di essere un cittadino del mondo e che il suo cuore non è un’ isola 3 ottobre 2017 Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione

Nell’ambito del progetto eTwinning “P.E.A.C.E.” acronimo di PEACEFUL, EMPATHETIC, AFFECTIONATE, CONSCIOUS, ETWINNERS, avviato nel corrente anno scolastico con numerose scuole europee che si affacciano sul Mediterraneo, abbiamo dedicato parte della nostra giornata scolastica, al ricordo di tutte le vittime dell’immigrazione, uomini, donne e bambini che hanno perso la vita, nel tentativo di raggiungere il nostro paese. 
Infatti, il 3 ottobre si celebra in Italia la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, istituita nel 2016 "per ricordare chi ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria". 
E' stata scelta questa data perché il 3 ottobre 2013 al largo dell'isola di Lampedusa, 368 immigranti morirono in uno dei più tragici naufragi avvenuti nel Mediterraneo. Una barca con 500 persone a bordo era partita pochi giorni prima dalla Libia. In prossimità dell'Italia alcuni migranti avevano dato fuoco a una coperta per essere visibili dalla costa, ma il fuoco era divampato troppo velocemente. Molti si gettarono in mare e la barca si ribaltò provocando quasi 400 morti. 
Per celebrare questa giornata, lunedì 3 Ottobre, 200 studenti provenienti da tutta Italia, ma anche da Austria, Francia, Malta e Spagna, sono arrivati a Lampedusa per confrontarsi e approfondire i temi dell'immigrazione, dell'integrazione, dei diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Gli studenti hanno incontrato alcuni superstiti della tragedia di 4 anni fa, il presidente del Senato Pietro Grasso e il ministro Fedeli. 
Martedì 3 ottobre partendo da Piazza Castello gli studenti sono arrivati fino al monumento Porta d'Europa, opera di Mimmo Paladino e alla Marcia hanno partecipato anche immigrati sopravvissuti al naufragio. 
Partendo da questo avvenimento abbiamo parlato a lungo con i nostri proff. del problema dell’immigrazione, riflettendo sul fatto che l’incontro tra culture diverse deve essere un’occasione di arricchimento e di confronto. Abbiamo quindi prodotto un’immagine che veicola un importante messaggio: una stretta di mano con un ramoscello d’ulivo nel “Mare Nostrum” che abbiamo immaginato non come luogo di frontiera o di morte, ma come luogo d’incontro e condivisione, valori che sono alla base del progetto PEACE.
Classe 3 A Odonto  


venerdì 29 settembre 2017

“Chi non conosce le lingue straniere non sa niente della propria” (Goethe) European Day of Languages

La European Day of Languages si propone di dimostrare come l’apprendimento delle lingue permetta ai cittadini di arricchire la propria vita, di conoscere idee nuove, di tenere la mente allenata. Essa ha avuto luogo per la prima volta nel 2001, in occasione dell’anno europeo delle lingue. Da allora il 26 settembre si celebra la Giornata Europea delle Lingue allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e incoraggiare lo studio delle lingue straniere durante tutto l’arco della vita. Anche noi in collaborazione con altre scuole europee, abbiamo celebrato questa giornata consapevoli dell’importanza dell’apprendimento delle lingue straniere la cui conoscenza può aprire la strada verso culture e orizzonti nuovi. In questa occasione abbiamo anche riflettuto sulla storia e curiosità della nostra lingua, ventunesima lingua al mondo per numero di parlanti. 
L’italiano deriva dal latino, non dal latino classico che si studia a scuola, ma dal latino volgare, parlato dai soldati, dai contadini e abitanti della provincia romana. 
Tra i primi a ritenere che il volgare dovesse sostituire il latino c’era anche Dante Alighieri che alla questione dedicò un’opera “Il De vulgari eloquentia”. 
In Italia si parlano così tanti dialetti che secondo l’enciclopedia Treccani è persino difficile contarli. Il più diffuso è il napoletano con circa 5,7 milioni di parlanti, seguono il siciliano, il veneto, il lombardo e il piemontese. 
Le parole italiane più utilizzate e conosciute all’estero sono quelle tratte dalla nostra eccellente cucina: pizza, cappuccino, spaghetti ed espresso, seguiti da mozzarella e tiramisù. 
Alla buona cucina seguono parole provenienti dalla musica come “sonetto”, “pianoforte”, “adagio”. Non dimenticando infine che “ciao” è una delle forme di saluto più utilizzate al mondo. 
E’ chiaro, dunque, che gli italianismi più diffusi sono proprio quelli capaci di riflettere gli aspetti più tipici ed apprezzati della nostra cultura, a testimonianza del fatto che la diversità delle lingue non è una diversità di suoni e di segni, ma di visioni del mondo.
Classe 3°A Odonto

I giovani tra alcol e droga

Il disagio e la voglia di evasione dei giovani trovano spesso sfogo nella droga e nell' alcol che provocano danni tremendi a ragazzi spesso inconsapevoli dei pericoli a cui vanno incontro. 
Una pasticca per provare, trascinati dal gruppo, un bicchiere dopo l’altro, per sentirsi più forti, disinibiti, meno soli. 
I dati sono allarmanti: un giovane su quattro, tra i 15 e i 19 anni, ha provato sostanze stupefacenti. Nella sola città di Torino risulta che in 9500 hanno fumato cannabis, 730 hanno assunto cocaina,160 eroina e 440 benzodiazepine, antidepressivi, antidolorifici oppiacei da soli o mescolati con alcol e altre sostanze. Una delle ultime frontiere dello sballo è questa: sedativi assunti impropriamente, con effetti destabilizzanti su fisico e psiche. 
Oltre all’abuso di droga e sostanze chimiche c’è la moda di "sfondarsi" d’alcol, un fenomeno che viene chiamato “binge drinking", il bere a più non posso. 
I medici descrivono così le conseguenze: “Ubriacarsi ripetutamente, a lungo andare, altera non solo i recettori cerebrali, ma può avere un’azione irreversibile sulla memoria a lungo termine”. 
Una conseguenza immediata di questo fenomeno sono gli incidenti stradali. Secondo i dati emersi da una ricerca svolta dalla Fondazione Ania, ogni anno in Europa muoiono 7 mila persone in incidenti stradali dovuti alla guida in stato d’ebbrezza. 
La commissione europea propone interventi di formazione e controlli serrati per il guidatore e si sta pensando anche a dispositivi di blocco motore, però per dei risultati ottimali ci vorranno ancora 14-15 anni . 
Intanto la migliore arma resta la prevenzione su cui investire nel breve, medio e lungo termine, in maniera permanente e continuativa. Le azioni di prevenzione devono essere strutturate considerando che tutte le sostanze stupefacenti sono pericolose per la salute psico-fisica e sociale dell’individuo e devono essere sostenute e mantenute nel tempo al fine di assicurare alla comunità, ed in particolare ai giovani e ai gruppi sociali vulnerabili ed alle loro famiglie, ambienti sani, sicuri e quanto più possibile liberi dalle droghe. Tali azioni devono, dunque, puntare a rendere la persona non soltanto consapevole dei rischi e dei danni derivanti dall’uso di droghe, ma devono anche, e soprattutto, proporre dei comportamenti e degli stili di vita sani al fine di evitare drammatici eventi.
Giovanni Baglieri 3°A Odonto

giovedì 28 settembre 2017

Una cerimonia per ricordare Orazio morto alla vigilia del suo diciottesimo compleanno Un ulivo in memoria di Orazio

E' iniziato un nuovo anno scolastico, l'ultimo per la 5AS del Liceo Scientifico. Anche Orazio Spataro avrebbe dovuto affrontare questo ultimo anno di scuola, ma il destino è stato crudele con lui. Nella notte del 22 luglio scorso ha perso la vita in un tragico incidente sulla Ispica-Pozzallo, mentre tornava a casa dopo una serata trascorsa a Pozzallo con gli amici. Per ricordarlo, lunedì 18 settembre, giorno in cui Orazio avrebbe compiuto 18 anni, si è svolta una cerimonia nell'Istituto Gaetano Curcio alla presenza dei suoi genitori, di tutte le autorità cittadine di Pozzallo e Ispica, dei sindaci Roberto Ammatuna e Pierenzo Muraglie, del Dirigente scolastico Maurizio Franzò, dei sacerdoti don Salvo Bella e don Davide Baglieri e di una rappresentanza locale degli Scout.
In tutti gli interventi è stato ribadito con forza il valore della vita e dell'amicizia e tutti noi ragazzi presenti siamo stati invitati ad amare la vita, vivendola con entusiasmo, amore e gioia. La stessa gioia e amore per la vita che Orazio aveva sul viso, ogni giorno, in ogni cosa che faceva, nelle mille iniziative che portava avanti per gli amici, per la parrocchia o semplicemente perché ci credeva.
Particolarmente forte il messaggio di Don Salvo che, riprendendo una citazione di Giovanni Paolo II, ha detto: "Cari ragazzi, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro".
Emozionante il ricordo che, a nome della classe, ha letto Carmelo Covato tra le lacrime. "La sua mancanza - ha più volte ribadito - sarà una mancanza incolmabile nella nostra vita in classe, nelle nostre vite".
Infine i biglietti e le lettere dei compagni interrati insieme alle radici di un ulivo nel giardino a pochi passi dall’ingresso della nuova palestra dell’istituto. Quell’albero secolare, simbolo della pace e della nostra terra, ricorderà a tutti noi studenti l’amore di Orazio per la vita e per l’amicizia e ci ricorderà di coltivarli anche nel suo ricordo.
Un volo di palloncini bianchi e il ricordo di Orazio da parte degli Scout hanno concluso una cerimonia che ha toccato i cuori di tutti, ricordandoci quanto sia importante vivere la vita con pienezza, lontano da superficialità e banalità.
Gli alunni della 3°A Odonto

domenica 11 giugno 2017

L' omaggio di Lucia Sardo a Felicia Impastato Un incontro con la “madre dei ragazzi”

Emozionante e intenso lo spettacolo teatrale ‘La madre dei ragazzi’ portato in scena in questi giorni nel cinema Diana a Ispica da Lucia Sardo per rendere omaggio a Felicia Impastato, madre di Peppino Impastato giornalista ammazzato dalla mafia nel 1978. Lo spettacolo tratto dal film ‘I cento passi’ di Marco Tullio Giordana ha raccontato il coraggio di questa madre che è andata contro il marito, la sua famiglia e il suo ambiente  pur di far emergere la verità e le responsabilità di Cosa Nostra nell'omicidio del figlio che inizialmente le istituzioni volevano far passare come suicidio.
Lucia Sardo ha invitato più volte noi ragazzi a rintracciare nella nostra vita il filo d’Arianna e a ritrovare noi stessi lontano da cellulare, giochi virtuali, banalità e pubblicità online e reali. “Il mondo - ha detto -  ci propina in continuazione schemi di morte. Voi ragazzi dovete scegliere ogni giorno tra la luce e il buio e non lasciate che siano gli altri a scegliere per voi. Siate voi i cocchieri della vostra carrozza”. 
La Sardo ci ha anche raccontato del giorno in cui Marco Tullio Giordana l’ha accompagnata a casa di Felicia Impastato. “Arrivata a Cinisi mi resi conto che quell’aeroporto era  stato costruito in un luogo pericoloso. Ma  questo evidentemente non importava a nessuno. L’unica priorità della politica corrotta e delle istituzioni corrotte o conniventi – ha raccontato ancora la Sardo -  era stata quella di scegliere  i terreni di proprietà dei mafiosi che quindi con l’esproprio per l’aeroporto si sono arricchiti. Non si potevano scegliere altri terreni magari pianeggianti. Peppino aveva lottato tanto contro gli affari mafiosi che avevano fagocitato la costruzione dell’aeroporto ma a nessuno era importato nulla. In quell’aeroporto  non è possibile per un pilota fare il minimo sbaglio perché lo schianto sarebbe inevitabile in quanto nelle immediate vicinanze dell’aeroporto ci sono da una parte il mare e dell’altra le montagne”. 
Lucia Sardo ha poi anche raccontato tutti i dettagli dell’incontro con Felicia: “Nella casa di Felicia la prima cosa che mi colpì fu l’altare con tutti i libri e gli attestati del figlio Peppino, primi  fra tutti la pergamena della laurea postuma e il tesserino dell’Ordine dei Giornalisti. Anche questo postumo. Una sorte di altare laico per celebrare la forza e il coraggio della legalità. In quella casa di via Umberto a Cinisi, io imparai l’ascolto. Felicia riusciva a carpire l’ascolto del volto che aveva di fronte. Ogni mattina si svegliava alle 5 per ripetersi fino alla 7 tutte le storie del figlio e le vicissitudini legali successive alla sua morte. Non era timida ma timidamente mi disse: ’Devi fare conoscere la storia di mio figlio a tutti’. Tornai a nutrirmi alla casa di Felicia – continua nel suo racconto Lucia Sardo -  perché ribadisco che Peppino era frutto, ma radice era Felicia. Peppino era il figlio di Felicia Bartolotta  e non era Felicia la mamma di Peppino. Felicia aveva una natura fiera ed era pura energia. Negli anni 40 quando ancora le donne non avevano il diritto di voto lei ha avuto il coraggio di mandare al diavolo un matrimonio poco prima che si celebrasse. Per poi sposare il papà di Peppino. Uomo che si vergognava del figlio Peppino quando questi criticava i suoi amici mafiosi, primo fra tutti Tano Badalamenti suo padrino di battesimo  e primo boss mafioso di Cinisi. 
Gli amici possono annebbiarci la vita e gli affetti: cari ragazzi state attenti agli incontri. Gli occhi devono  cercare e vedere il bello: voi non andreste ad annusare i gabinetti pubblici”. 
Lucia Sardo ricorda pure le parole di Felicia riguardo alla possibilità del perdono: “Hanno fatto una mattanza non un omicidio, mio figlio con l’esplosivo fu fatto a pezzi. I carabinieri me lo portarono a casa dentro un sacco di plastica. E’ Dio che li deve perdonare”. 
Felicia si costituì parte civile contro la mafia e fu la seconda nella storia di Italia, nella storia dei processi contro la mafia in Sicilia. Prima di lei si era costituita la mamma di Turiddu Carnivali. Accanto a lei ci furono gli amici di Peppino che furono tutti schedati e pedinati come delinquenti. Hanno dovuto combattere contro istituzioni corrotte e burocrazia sciatta. Chinnici, Falcone, Borsellino che si trovarono dalla loro parte furono tutti ammazzati.  
Aveva la quarta elementare Felicia, ma ottenne  le scuse dallo Stato Italiano, insieme alla condanna di Badalamenti  come mandante dell’omicidio del figlio dopo 24 anni dalla morte. Fino a 88 anni ha raccontato ai ragazzi la forza degli ideali di dignità, pace e giustizia.  “Felicia - racconta ancora la Sardo- diceva ai ragazzi  ogni giorno e in ogni momento che la mafia non si sconfigge con le parole ma con la cultura. 
I primi anni in cui organizzava la manifestazione per gli studenti contro la mafia tutte le finestre di Cinisi rimanevano chiuse. La paura rende schiavi. Felicia nel 2000 ha visto il film ‘I cento passi’ al cinema con i ragazzi delle scuole che l’abbracciavano dinanzi alla scena del  funerale. Per questo lei è la madre dei ragazzi e non solo la madre di Peppino Impastato. Mi raccontava che tutti i mercoledì lei guardava il film di suo figlio e io piangevo per questo, mentre lei rideva e chiacchierava. Lei è proprio la madre dei ragazzi!”
Grazie Felicia Impastato, grazie Lucia Sardo.
Miriana Cappello 2°A Odonto

mercoledì 7 giugno 2017

Paolo Magri incontra gli studenti delle classi quinte Il professore Paolo Magri ospite illustre dell’Istituto Curcio

Giorno 19 Maggio 2017 le classi quinte dell’Istituto G. Curcio hanno partecipato ad un seminario-dibattito con il professore Paolo Magri, vicepresidente esecutivo e direttore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e docente di Relazioni internazionali all’Università Bocconi di Milano.
Per coinvolgere nel dibattito tutti i presenti, il prof. Magri ha chiesto agli studenti quale situazione internazionale li preoccupasse maggiormente e, tenendo conto delle loro risposte, ha affrontato, con l’ausilio di slide, le varie tematiche della politica internazionale,spaziando dall’America di Trump alla Russia di Putin, al Medio Oriente e affrontando i diversi problemi che attanagliano il nostro pianeta dall’immigrazione al terrorismo.
Alla domanda di uno studente su quale fosse, suo avviso, la crisi più preoccupante, il professore ha risposto che la situazione più critica è quella riguardante l’Europa, in particolare l’Italia con il grave problema dell’immigrazione. Infatti, poichè molti paesi hanno chiuso le frontiere, la penisola continua ad essere meta di continui sbarchi di profughi. Tale fenomeno è stato una delle cause che ha portato la Gran Bretagna ad uscire dall’Unione europea, da qui il termine BrExit che è l’acronimo di Britain Exit. 
Il professore Magri ha quindi illustrato le possibili conseguenze economiche dell’uscita del Regno Unito dalla Comunità Europea e si è soffermato sul destino dei numerosi giovani europei che al momento si trovano in Gran Bretagna per motivi di studio o di lavoro. Sarebbe grave se altri stati decidessero di uscire dall’UE in quanto la comunità europea si disgregherebbe. La Francia aveva annunciato che dopo le elezioni sarebbe uscita anch’essa, ma ha vinto il presidente Emanuel Macron che ha esplicitamente affermato di credere nell’Unione e non pensa assolutamente di chiudere la Francia in se stessa, ma di continuare come stato dell’UE.
A conclusione dell’incontro, certamente gli studenti hanno acquisito una maggiore consapevolezza delle dinamiche che muovono la politica internazionale e hanno apprezzato come il professore Magri sia riuscito ad affrontare tematiche di così grande portata con un linguaggio semplice e coinvolgente.
Giulia Nuzzo e Giosuè Sfragaro 5^B Odonto

lunedì 5 giugno 2017

Giovani giornalisti per l’ambiente: bubble tea, the taste of waste

L’ubica Hildebrandová è una professoressa di una piccola “eco school” nel cuore della Slovacchia, riconosciuta a livello internazionale perché si occupa  da ben cinque anni di programmi ambientali, come per esempio campagne per il riciclaggio dei rifiuti, per una corretta alimentazione, per la salute, per lo sviluppo sostenibile.  L’ultimo progetto per cui la scuola è stata premiata é“ the secret  of water”. La professoressa Hildebranova’ ci  ha chiesto di supportare i suoi  studenti  in un’altra competizione internazionale: Young reporters for the environment, una piattaforma dove i giovani, attraverso video, foto ed articoli trattano  e denunciano problematiche ambientali. Le sue studentesse Alexandra Anna Florekova  e  Natalia  Horvathova hanno realizzato un video dal titolo: bubble tea, the taste of waste!
Aprite il link e cliccate sul marchio rosso. Per loro è molto importante! Il video ci ha divertito ed incuriosito. Per questo, a lei e alle sue alunne abbiamo rivolto alcune domande.
What is Bubble tea?
Bubble tea is the name given to the wide variety of refreshing flavoured fruit teas and milk teas served ice cold or piping hot with chewy tapioca balls that you suck up through a big fat straw. Yum – It’s like a quirky snack and drink in one. The tapioca balls are sometimes referred to as “pearls” or “boba”, which some people say over time has evolved in to the world “Bubble” – isn’t it interesting how language can do that? However the true origins of the name  come from the small floating bubbles that are created by the vigorous shaking involved in making Bubble tea.
This new phenomenon spread rapidly to other Asian Countries before sneaking through the back door of the Chine towns all over North America (USA) and Australia.
What is the video of your students about?
Bubbleology is a lifestyle brand of bubble tea from UK which has recently become very popular among teenagers in Slovakia. Bubble tea attracts by bright colours and a tea-bar concepts. Its inseparable part, however, are plastic cups with a jumbo straw. They end up in landfills and produce mountains of waste. 
Bubble tea is a modern way of drinking tea. Served hot or cold, sipped through a fat straw, bubble tea has become a worldwide phenomenon. Young people love this tea for its taste, jelly balls at the bottom, and attractive appearance. Let’s have a look at what people think about it – this is our video:  about plastic cups which are more and more. Plastic cups end up in waste dumps and incinerators. These cups cannot be recycled. 
Since plastic cups are made of polypropylene, in Slovakia are not recyclable. Cups are recyclable only abroad and that’s very expensive.
Something more about your school
Jan Palarik Elementary School is a state rural school (district Trnava, region Trnava, country Slovakia). There are about 200 pupils and 17 teachers in the school. Our pupils are 6 to 15 years old. We work in various projects. We are an internationally certified Eco School. We have been working for 5 years in the Young Environmental Reporting Program. Each Year, we have various community action days with pupils – for example: Campaign for Less Waste, Eat Responsibly. Pupils work on various class and schools projects – for example: The Secret of Water, We Offer Health – From Garden, Nature and Region… The school also offers various opportunities for pupils – for example: music education (play on various musical instruments), visual arts, sports (especially football). We also focus on the culture and traditions of our region. Our pupils have the opportunity to work in the folklore ensemble Rozmarincek. This ensemble represents not only our school, but also the district and county at various folklore events and competitions within Slovakia.
Roberto Caschetto e Martina Petrolo 4°AO

giovedì 25 maggio 2017

Con il progetto Fixo la scuola diventa intermediaria nel mercato del lavoro Progetto Fixo nelle scuole

Il professore Cosimo Di Giorgio, referente per la nostra scuola del progetto Fixo, insegna Economia aziendale all’Istituto Alberghiero G. Curcio di Ispica.
Oggi ha incontrato gli alunni delle classi quinte illustrando i contenuti e gli obiettivi del progetto stesso.
Professore ci può spiegare brevemente cos’è il progetto Fixo?
L’Istituto Curcio aderisce per il secondo anno consecutivo al progetto Fixo che è in collaborazione con Italia lavoro. Si occupa di erogare servizi ai diplomati dei diversi indirizzi dell’Istituto.Questi servizi di orientamento consistono nel dare supporto ai giovani presso i centri territoriali per l’impiego, utilizzando la DID online e facilitano il loro inserimento nel programma di Garanzia giovani. Inoltre Fixo fornisce una serie di informazioni relative ai vari corsi di formazione professionale, attività lavorative e incentivi professionali.
Nel nostro territorio ci sono altre scuole che hanno aderito a questo progetto?
Si, nella provincia di Ragusa ci sono sei scuole che hanno aderito al progetto Fixo. In ogni provincia ci sono mediamente dieci Istituti che vi aderiscono e lo scopo è quello di ampliare la gamma degli intermediari nel lavoro, in modo che oltre ai centri territoriali di impiego, anche le scuole diventino attori della Politica del lavoro.
Come può la scuola contribuire ad aiutare i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro?
Con il progetto Fixo la scuola diventa intermediaria nel mercato del lavoro e quindi può informare i giovani circa le varie occasioni che si presentano. Infatti lo scorso anno alcuni diplomati dell’Istituto sono stati assunti grazie a questo progetto. Ci auguriamo che questo progetto sia utile a ridurre i tempi d’ingresso nel mercato del lavoro per voi neo diplomati e ad aumentare le possibilità di trovare occupazione in linea con il percorso formativo da voi seguito.
Giosuè Sfragaro e Adelaide Giamblanco 5^B Odonto

lunedì 8 maggio 2017

EVA TOTH: la nostra prof a distanza

Eva Toth è una docente di lingua inglese, in servizio presso la Nagykáta Ipari Szakköpiskola és Szakiskola, a pochi chilometri da Budapest, ambasciatrice eTwinning per l’Ungheria e animatrice digitale. Con lei abbiamo portato avanti ben tre progetti: “Addicted to technology”, “Beautylicious” e “Sound Mind in a Sound Body”. Con quest’ultimo ci siamo aggiudicati l’European Quality Label. Proprio in questi giorni un altro riconoscimento per questo progetto da parte di un’associazione di docenti di lingua inglese ungherese. La consideriamo ormai “una dei nostri” perché la professoressa Toth, anche se a distanza, è infatti per noi una preziosa presenza e un vulcano di idee. Neo-mamma di una bellissima bambina, l’abbiamo contattata per porgerle i nostri più cari auguri. Ne abbiamo approfittato anche per congratularci per quest’altro premio e farle qualche domanda che qui riportiamo.
How long have you been working with eTwinning and what does this community represent for you?
I have been a member for 5 years now, in this community I feel that I am surrounded by like-minded colleagues. Apart from projects, eTwinning contributes to my life long learning via events and workshops.
What are the benefits of this kind of projects?
There are many 21st century learning skills involved in the project, such as critical thinking, problem solving, communication and collaboration, ICT and real life skills.
What is your last prize about?
It’s given each year by the Hungarian association of language teachers. It is based on different topics, this year’s “collaboration”. So I thank you for your precious contribution!
Can we ask you how do you feel working with Italian partners?
I am very lucky to have found Maria Elena, her colleagues and her students as sometimes it is difficult to find partners who are as motivated as you. I like working with her and we can say that we are friends not just colleagues.
A last question: what are your plans for the future and what about meeting concretely?
I am on maternity leave now but I am in touch with Maria Elena, I follow your blog and your activities in general and we will surely work together in the future too. I’ve already been to Italy for a eTwinning conference in Rome. I love your Country. Yes, we will!
Martina Petrolo e Roberto Caschetto 4A Odonto

venerdì 28 aprile 2017

La nostra scuola al Trofeo Ruthinium Intervista a Barbara Piazza, titolare della Ruthinium
Sono Sebastiano Giallongo e Sebastiano Nanè della 5A Odonto a rappresentare la nostra scuola

In occasione della gara di protesi mobile, abbiamo incontrato Barbara Piazza, titolare dell'azienda Ruthinium, che gentilmente ha risposto alle nostre domande:
Lei è la titolare della Ruthinium, ci può parlare di questa azienda?
L’azienda è stata fondata nel 1965 da mio padre e dal fratello. Inizialmente si trovava a Torino e si occupava di materiali per i laboratori. L’idea di fabbricare denti è nata successivamente, nel 1972 a Badia Polesine in Veneto dove tutt’oggi c’è l’azienda e lì è iniziata la produzione. Adesso si producono 100.000 denti al giorno. Un’altra nostra azienda è nata in Libia e soddisfa il mercato asiatico e africano.
Cos’è il trofeo Ruthinium?
È una gara di protesi mobile indetta in tutte le scuole odontotecniche italiane. L’idea è nata per celebrare il 50° anniversario del marchio e piuttosto che fare celebrazioni in grande stile, abbiamo pensato di fare qualche cosa per gli odontotecnici ed i futuri odontotecnici. Quest’anno è il terzo anno, ci sono 57 scuole iscritte. Per ogni scuola, possono partecipare solo due studenti. La Sicilia è la regione con più scuole iscritte, ben sette. Dopo la Sicilia segue la Lombardia con sei scuole.
Da qualche anno viene nella nostra scuola. Che impressione si è fatta?
Io sono particolarmente legata a questa scuola perché è stata di fatto la prima scuola in cui sono arrivata e sono stata accolta benissimo. Il livello di preparazione è elevato e non a caso per due anni di fila il piazzamento degli studenti si è attestato tra il 4° e il 5° posto, e trattandosi di studenti diversi è chiaro che la preparazione è molto alta. A me questa scuola piace e non solo per il fatto che si trova in quest’angolo bellissimo di Sicilia. Entrare in questa scuola cosi come in tutte le altre, è stata per me una bellissima sorpresa
In attesa dei risultati che saranno pubblicati il 26 maggio, comunichiamo i premi per i vincitori:
Studente 1° classificato - Partecipazione al RUTHINIUM WORKSHOP che si terrà in Grecia, nell’isola di Evia, nel mese di settembre 2017 (volo aereo + una settimana di soggiorno gratuito per lo studente + un accompagnatore a discrezione dello studente stesso).
Studente 2° classificato - Partecipazione ad un corso teorico pratico di specializzazione in protesi totale della durata di due giorni, presso la sala corsi aziendale con relatori Ruthinium (rimborso delle spese di trasferta sostenute).
Studente 3° classificato - Partecipazione ad un corso Ruthinium della durata di un giorno a discrezione dell’alunno finalista, presso la sala corsi aziendale con relatori Ruthinium (rimborso delle spese di trasferta sostenute).
Studenti dal 4° al 6° classificato - Uno stage lavorativo della durata di 20 ore lavorative presso un laboratorio partner nella provincia di appartenenza dello studente vincitore.
Federica Buffa e Roberta Lupo 4 A Odonto

Il Curcio di Ispica unico in provincia nella rete regionale contro il bullismo “CyberAngels: una rete contro il bullismo”

L’Istituto di Istruzione Superiore “G. Curcio” di Ispica è l’unico in provincia ad essere inserito nel progetto regionale “CyberAngels: una rete contro il bullismo”.
La presentazione del percorso formativo si è svolta giorno 6 aprile nell’aula magna dell’Istituto alla presenza del dirigente CSA di Ragusa Giovanna Criscione, del sindaco di Ispica e dell’assessore all’istruzione, dei rappresentanti dei Comuni del comprensorio, del comandante della compagnia di Modica Capitano Edoardo Cetola e del comandante della stazione di Ispica Mario Iabichino.
Si tratta di un progetto finanziato dal Miur e promosso dalla scuola polo Liceo Scientifico Galilei di Palermo che vedrà fare squadra nel territorio siciliano ben nove istituti di istruzione superiore.
Nucleo centrale del progetto saranno la formazione, l’informazione e la sensibilizzazione di docenti, studenti e genitori al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo attraverso l’organizzazione di seminari, workshop e attraverso la realizzazione di cortometraggi, concorsi creativi, spot, podcast e  pagine multimediali. Inoltre il progetto focalizza l’attenzione in particolare sulla forte valenza pedagogica della peer education per cui saranno principalmente gli studenti formati e informati sul fenomeno a diventare nel territorio sentinelle contro il bullismo e il cyberbullismo  proponendo nei contesti in cui vivono stili di comportamento che garantiscono una comunicazione e gestione delle emozioni corretta e  una gestione sicura della propria vita on line. Hanno relazionato sul progetto il Dirigente scolastico Maurizio Franzò e il professore Salvatore Modica. La professoressa Angela Morana ha invece presentato lo spot, il logo creato dai ragazzi per avviare l’azione di sensibilizzazione e l’azione connessa alle bullbox e lifebox che saranno collocate nell’Istituto, mentre la professoressa Giuseppina Franzò ha parlato del blog “Il filo conduttore” creato dai docenti e dagli studenti degli indirizzi Odontotecnico e Manutenzione per promuovere riflessioni su valori e storie positive al fine di sconfiggere la banalità, l’aggressività e il bullismo.
L’azione del progetto “CyberAngels: una rete contro il bullismo” si abbina e si integra al progetto “Insieme contro il bullismo” portato avanti in questi giorni all’istituto “Curcio” dall’associazione ispicese “AttivaMente Insieme”, un progetto finanziato dall’Assessorato Regionale alle Politiche Sociali. Momento centrale della giornata di ieri sono state le relazioni delle psicologhe Giovanna Blanco e Chiara Abbattista e dell’avvocato Giuseppe Rustico dell’associazione “AttivaMente Insieme” che hanno parlato a lungo delle cause, degli aspetti e delle conseguenze del bullismo sia da un punto di vista psicologico, sia da un punto di vista legale e hanno relazionato sull’attività di formazione e informazione che stanno portando avanti in questi mesi nelle scuole ispicesi. Cornice della giornata le degustazioni curate da docenti e studenti dell’indirizzo Enogastronomico.
La Redazione

Iniziate le riprese del lungometraggio Cor Jesus mecum est basato sulla storia di Maria Carmela Aprile fondatrice del Santuario del Sacro Cuore La vita di Maria Carmela Aprile in un film

A Rosolini, in provincia di Siracusa, sono iniziate le riprese del lungometraggio Cor Jesus mecum est basato sulla storia di Maria Carmela Aprile fondatrice del Santuario del Sacro Cuore. Noi siamo stati sul set e abbiamo intervistato il regista.
Ma prima di darvi notizie sul film, vogliamo farvi conoscere la figura di questa donna meravigliosa.
Madre Carmela Aprile nacque il 25 aprile 1878. Appena diciottenne si sposò con Gioacchino Gennaro da cui ebbe tre figli due dei quali morirono in tenera età. Per motivi di lavoro il marito emigrò in Egitto dove improvvisamente morì e Carmela rimase vedova a 25 anni. Dopo questa dolorosa esperienza iniziò il suo cammino di fede, di completa donazione a Dio e a chi soffre. La sua nuova vita iniziò con l’acquisto di un quadro raffigurante il Sacro Cuore di Gesù che Carmela custodì nella sua casa che divenne il luogo in cui si radunavano vicini e conoscenti per recitare il Rosario. Madre Carmela da analfabeta, imparò misteriosamente a leggere e a scrivere, lasciando un diario con le sue memorie, custodite oggi nel Monastero della Visitazione a Rosolini.
Logorata dal peso degli anni, Madre Carmela Aprile si spense serenamente il 10 Agosto 1968 e le sue spoglie mortali riposano nella Cripta ricavata da un’antica cisterna sottostante la cappella del Sacro Cuore di Gesù a Rosolini.
Madre Carmela, chiamata dai paesani: “la grande mamma di Rosolini”, è rimasta sempre legata al suo luogo natio,dando conforto e consolazione a tutti coloro che andavano a trovarla per avere da lei una buona parola e la speranza rafforzata dalla fede.
Questa è la scheda del lungometraggio
Direzione e regia: Roberto Luis Garay
Aiuto regista: Giuseppe Martorina
Coautore: Marcelo Gavez
Coordinatore Produzione: Paolo Di Gabriele
Direttore Fotografia: Nicola Forino
Collaboratori: Padre Stefano Modica, Ignazia Iemmolo, Mario Rossitto. 
Scenografi: Enzo Di Lorenzo e Francesco Ragogna.
Questo lungometraggio è stato ideato nel 2012 da Nicola Forino che ha realizzato nel 2014 il copione in spagnolo, successivamente tradotto in Italiano da Paolo Di Gabriele e Mario Rossitto. Pertanto questo film nasce dalla sinergia di tre anime: Roberto Luis Garay, Nicola Forino e Paolo Di Gabriele e racconta la storia vera di Madre Carmela Aprile che rappresenta l’anima viva della sicilianità, percepita e invocata come figura materna che emerge in modo sincero, intenso e autentico. Il film viene girato in parte in Italia e in parte in Argentina,per creare un legame tra i due Stati chiamato “ Trait-d’union tra Italia-Sicilia e l’Argentina”. L’intenzione è di creare un percorso devozionale, rafforzare la fede e soprattutto non dimenticare quello che ha fatto questa grande donna per Rosolini e non solo.
Le riprese son iniziate lunedì 27 febbrario 2017 e ad oggi sono state girate buona parte delle scene realizzate a Rosolini, grazie anche all’aiuto della signora Giovanna Massa che ha messo a disposizione il suo stabilimento dove all’epoca Madre Carmela passava molto tempo. A giugno le riprese continueranno in Argentina e a settembre il cast ritornerà Rosolini per completare le ultime scene.
Il film sarà proiettato per la prima volta in Vaticano alla presenza di Papa Francesco, nel mese di aprile 2018, in onore del cinquantesimo anniversario della morte di Madre Carmela.
Noi ci siamo recati sul set e abbiamo intervistato il regista.
Come sono stati scelti gli attori?
Quando è venuta fuori l’idea del film, si sono svolti dei casting ai quali hanno partecipato centinaia di persone provenienti da Palermo, Bari, Modica e Rosolini. A conclusione ne sono state scelte cento.
Chi interpreterà Madre Carmela?
Madre Carmela verrà interpretata da Elisa Franco, perché rispetta al meglio i tratti fisici di Madre Carmela.

Le emozioni che abbiamo provato, assistendo ad alcune riprese, sono state molto forti e l'atmosfera del set ci ha colpito nel profondo, anche perchè non capita tutti i giorni di stare a contatto con attori o registi.  
Adelaide Giamblanco e Giosuè Sfragaro 5B Odonto
Melania Giudice 3B Odonto

giovedì 13 aprile 2017

Pasqua in musica con "Traditional songs for Easter"

Un padlet multiculturale sul quale sono stati postati spartiti musicali, testi e video di brani tipici è il risultato del nostro ultimo progetto eTwinning, realizzato con scuole dell'Armenia, Georgia, Romania, Grecia e Italia.
Alla base di questo progetto vi è la convinzione che condividere musica abbia potere unificante e possa veicolare un messaggio di pace e conoscenza proprio in un momento in cui la comprensione reciproca tra i popoli è assolutamente necessaria.
Sul padlet trovano posto brani di diverse religioni, alcuni molto noti, altri meno, ma tutti pervasi di grande spiritualità. Alcuni comunicano drammaticità, altri gioia quando descrivono la "Resurrezione".
Questo è l'augurio che ci siamo scambiati: "Se ci conosciamo e lavoriamo insieme, allora potremo avere un futuro migliore".
Buon ascolto e Buona Pasqua!
La Redazione

martedì 11 aprile 2017

Approvata la legge per tutelare i minori stranieri non accompagnati

Negli ultimi anni è sempre più in aumento il fenomeno dell’immigrazione che vede protagoniste migliaia di persone le quali decidono di cercare fortuna in altre terre tra cui l’Italia.
Cercano asilo politico e protezione, fuggendo dai loro paesi in guerra e, pur di trovare un po’ di pace, si avventurano per mare su imbarcazioni decrepite che molto spesso naufragano, causando un alto numero di morti.
Il fenomeno più doloroso è quello dei minori stranieri non accompagnati il cui nome per la burocrazia è una sigla: MSNA. Si tratta di bambini e ragazzi che sono stati messi sui barconi dalle madri, affinchè ad almeno uno della famiglia fossero risparmiati fame, torture e morte, oppure che hanno visto morire i genitori durante il viaggio. Arrivati a destinazione, da soli, senza una famiglia che li protegga, molti di loro purtroppo finiscono nel giro della prostituzione e dello sfruttamento minorile.
Per garantire la loro tutela, nei giorni scorsi la Camera dei deputati ha approvato una nuova legge che stabilisce una serie di disposizioni il cui principio guida è la garanzia che i minori stranieri siano titolari dei diritti in materia di protezione dei minori a parità di trattamento con i minori cittadini dell'Italia e degli altri paesi dell'Unione Europea; che possano accedere al Sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati (SPRAR); che non possano essere respinti alla frontiera; che debbano essere aiutati nella ricerca di familiari e che possano essere oggetto di affido.
Raffaella Milano dell’organizzazione Save the Children ha dichiarato che “l’Italia può essere orgogliosa di essere il primo paese in Europa a dotarsi di un sistema organico che considera i bambini prima di tutto bambini a prescindere dal loro status di migranti o rifugiati”.
Roberta Lupo e Fabio Maiore 4°A Odonto

venerdì 7 aprile 2017

Io e il foglio bianco Sulle tracce del Senso

La prof. di Lettere mi invita a sviluppare la traccia Io e il foglio bianco… Ci penso un attimo ed eccomi.
Il foglio bianco è la vita. Sopra vorrei imprimere i valori più importanti che forse ultimamente sono stati messi da parte. In giro o in televisione tutti vediamo quanto le persone siano egoiste. Quasi tutti pensano al proprio interesse, pronti a puntare il dito contro. Sono poche le persone che prima di fare un qualcosa si mettono nei panni della persona che hanno davanti. Ecco perché  io prima di giudicare ci penso mille volte. Non mi piace la società in cui vivo e quindi cerco sempre di differenziarmi il più possibile.
Tempo fa parlando con un signore mi disse che quanto più una persona cresce tanto più diventa egoista. Mi disse che pure con i propri figli si diventa egoisti. Io, sicuro di me, gli dissi che era un folle. Come si può dire una cosa del genere? Ma i propri figli non dovrebbero essere più importanti della vita stessa di un genitore? Come fanno certi uomini ad abbandonare la propria donna con accanto bambini piccoli?
Ecco il messaggio che vorrei che molte persone comprendessero: il valore più importante è l’amore verso la propria famiglia. Io spero comunque che le cose cambino, anche poco, ma è importante che cambino.
Io non sono perfetto, nessuno lo è, ma sarò sempre coerente con i miei pensieri e felice di distinguermi.
Ai miei figli la prima cosa che cercherò di trasmettere sarà quella di amare la vita, perchè quando in giro vedo ragazzi che fumano e che sprecano la vita, mi si rattrista il cuore. La vita è una sola, ma se vissuta bene, una è più che sufficiente. Ai miei figli insegnerò a non fumare, perché io non sono cresciuto con una mentalità dipendente dalla massa, io sono cresciuto libero, libero di scegliere. Perché solo cosi si può scegliere cosa sia giusto o sbagliato per noi. Una delle cose più belle del nostro Paese è che siamo un paese democratico,grazie ai nostri nonni che hanno lottato affinché l’ Italia sia un paese in cui sia concessa a tutti la libertà di parola.
Un’altra cosa che vorrei che i miei figli imparassero da me, è il non mollare mai. Qualsiasi sia l’ostacolo, grande o piccolo, lo si deve superare. Anche il porsi degli obiettivi è una cosa importante. Non esiste obiettivo impossibile da raggiungere. Pensa che ogni volta che non credi nel tuo obiettivo, qualcun altro ne sta realizzando uno uguale.
Andrea Ripa 3°B Odonto

Intervista ad Alessandro Ruffino ambasciatore eTwinning

Oggi siamo andate a trovare il professore Alessandro Ruffino che insegna all’Istituto di Istruzione Superiore Paolo Calleri di Pachino (SR) ed è ambasciatore eTwinning per la Sicilia nonchè referente per la provincia di Ragusa. Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Da quanto tempo lavora con eTwinning e come si fa a diventare ambasciatori?
Mi sono iscritto nel 2011 e nel 2014 ho partecipato ad un corso con metodologia flipped classroom tenuto dagli ambasciatori siciliani. Grazie a questo corso ho toccato con mano le grandi potenzialità di questa piattaforma. Ambasciatore lo si diventa partecipando a un bando dell’Indire e io sono stato selezionato arrivando 2°. Il mio ruolo consiste nel supportare l’attività dell’ Unità Nazionale, per attività di formazione, promozione e orientamento ai nuovi iscritti.
Cosa rappresenta per lei eTwinning e come ha inciso nel suo modo di fare Scuola?
eTwinning è una community dove possono accedere solo docenti. Gli studenti possono accedere solo quando un docente attiva un progetto. I ragazzi hanno a disposizione un ambiente di apprendimento sicuro chiamato "Twinspace"dove possono esercitarsi con l’uso delle nuove tecnologie. L’insegnamento-apprendimento diventa più stimolante perché si ha uno scambio di buone pratiche, "best practice", come dicono gli inglesi. Si conoscono altre culture, altri metodi di insegnamento, si consolida la conoscenza della lingua straniera e si fanno nuove amicizie.
Ha in corso progetti e qual è quello che lo ha coinvolto maggiormente?
Ho in corso ben sette progetti attivi. Quelli che mi hanno maggiormente coinvolto sono sono due, di cui io sono il fondatore “Do you know my town” e “Let’s visit a Country” che è alla sua 2° edizione ed ha ricevuto l’E.Q.L. (European Quality Label). Alla 2° edizione si sono aggiunti altri paesi: Ucraina, Georgia, Romania, Grecia. Adesso ho in mente un Erasmus Plus con Romania, Grecia e Portogallo, sperando nell’approvazione e nel finanziamento. In questo modo potremo uscire concretamente dal Twinspace e conoscerci personalmente.
Al professore Ruffino, che ringraziamo per la disponibilità, auguriamo tante altre gratificazioni  per i suoi progetti futuri e un buon lavoro come Ambasciatore eTwinning.
Rita Rizza  e Roberta Lupo 4°A Odonto

martedì 4 aprile 2017

Io e il foglio bianco Le pagine scritte per sempre

Mi piace la traccia da svolgere Io e il foglio bianco… anche se in un primo momento mentre la prof. la dettava mi sono stranito.
Il mio foglio bianco è difficile da pensare, sono un tipo che pasticcia, disegna e gioca con l’inchiostro; quindi penso che io non avrò mai un foglio bianco, a parte quelli dei compiti in classe, ma va bene....
Comunque scherzi a parte, il foglio può essere paragonato a qualunque cosa, se bianco ovviamente; a me piace paragonarlo ad ogni giorno della mia vita, ogni giorno un foglio nuovo.
Questo non vuol dire che io stesso scrivo la mia vita, cioè che sia un Dio, però, accompagnato da lui posso farlo meglio, cioè posso scrivere. 
Per molti, secondo questa filosofia, i fogli sono pochi, il loro libro alla fine sarà piccolo, per altri grande e per altri metà.
Oggi penso che ognuno di noi strappi troppi fogli, troppi ne buttiamo! Non riusciamo a vivere pienamente la nostra vita; troppe distrazioni, ecco perchè dicevo, per molti sarà piccolo... E se poi penso a tutti quelli che lo lasciano a metà, mi viene da piangere, ormai i suicidi sono più comuni delle morti naturali.
Certe volte mi soffermo e penso.. Perchè le persone che sono vissute pochi anni prima di noi hanno scritto tante pagine di vita, quasi delle enciclopedie e tutti noi giovani e adulti di questo tempo, se pensiamo alle nostre vite, troviamo solamente qualche pagina?
C’è qualcosa che non va, forse siamo schiavizzati da qualcosa? C’è qualcuno che non ci permette di essere noi stessi? Ebbene si, la tecnologia mangia le nostre pagine.
Dopo tanta riflessione, sono arrivato a una conclusione: ma quando un giorno dovranno raccontare qualcosa di noi, cosa diranno? Che eravamo un popolo sottomesso ad uno schermo?
Brutto da pensare!
Purtroppo è così, ciò che è scritto, come i fatti, le azioni, le scelte, se tutto questo lo scriviamo nel nostro libro, non se ne andrà mai, potrà essere tramandato per sempre!
Facciamoci tutti caso a questo che sto dicendo, quando si racconta una storia, come quella di mio nonno ad esempio, non si finirebbe mai di parlare, le pagine sono così piene da far girare la testa. Se invece guardi le pagine, anzi i fogli strappati di oggi, si e no troverai l’orario dei post che si pubblicano su Facebook.
Quello che voglio dire è che dobbiamo cominciare a riprenderci la nostra vita, riprendere a vivere pienamente, cioè senza imbambolarci davanti a cose che un giorno ci sono e un altro non ci sono più.
Dobbiamo essere più liberi di fare!
Angelo Di Rosa 3°B Odonto

sabato 1 aprile 2017

Storia di una passione GRUPPO-COVER BAND ISPICESE “MONKEY BRAIN”

Quando è nata la vostra band?
La nostra band è nata qualche anno fa, non c’è una data precisa. Ci siamo conosciuti e, appassionati dalla musica, abbiamo iniziato a cantare. Pian piano oltre che per la musica abbiamo iniziato ad incontrarci anche come semplici amici e infatti è proprio questo il bello della nostra band. Non siamo musicisti professionisti ma è l’amicizia e la passione che mettiamo in questo “hobby” che fa di noi un bel gruppo.
Come avete chiamato la band e perché?
Noi siamo “MONKEY BRAIN”. Noi membri siamo: Riccardo alla chitarra insieme a Marco ed Angelo, Gaetano alla voce, Alex alla  batteria e Antonio al basso. Siamo sei ragazzi giovani e semplici, con tanta voglia di fare musica e far divertire le persone. Monkey brain,che letteralmente significa “cervello di scimmia”, è un nome divertente un po’ dato a caso. Diciamo che ci rappresenta: siamo giovani, frizzanti, un po’ sbadati, ognuno con i propri pregi e difetti, siamo probabilmente poco bravi ma riusciamo a divertirci e far divertire. E questo è l’obiettivo della nostra band!!!
Come avete cominciato a cantare insieme?
Abbiamo cominciato per gioco, non c’è stato un motivo preciso. Forse la vera motivazione che ci ha spinti ad intraprendere questo percorso è stata proprio la passione per la musica. Non vogliamo che questo “impegno” diventi la nostra professione, non suoniamo principalmente per guadagnare ma suoniamo per il piacere di farlo, per divertirci e per apportare qualcosa alla nostra città, qualcosa che coinvolga i giovani e i meno giovani. Nonostante per noi sia un hobby, ci impegniamo al massimo per migliorare incontrandoci almeno una volta a settimana per provare e imparare nuovi brani.
Quale la vostra canzone preferita e perché?
A noi piacciono tutte le nostre canzoni!!!
Le scegliamo proprio perché le amiamo. Noi siamo una cover band hard rock 80’90, non creiamo noi le canzoni,ma le personalizziamo. Ad esempio al nostro mitico cantante Gaetano piace molto il brano “In a darkened room” degli Skid Row che, puntualmente, dedica alle sue prezione fans.
Quali sono le band che vi hanno influenzato maggiormente?
Le nostre  band preferite sono: Gli AC/DC, i Black Sabbath, i mitici Guns’n roses, Bon Jovi, gli Skid Row e i Metallica. Si tratta di musica hard rock, nato verso la metà degli anni Sessanta nel Regno Unito. L’hard rock è una forma particolarmente grintosa e aggressiva di musica rock. La chitarra elettrica viene spesso enfatizzata con la distorsione e altri effetti, sia durante l’uso come chitarra ritmica, sia come chitarra solista. La batteria è uno strumento indispensabile che guida gli altri strumenti. Il basso viene solitamente usato insieme alla batteria per scandire il ritmo del brano. Le voci sono frequentemente ringhianti e corpose.
Dove vi siete conosciuti?
Siamo tutti ispicesi, quindi ci conosciamo da sempre. Siamo cresciuti nella stessa città e ovviamente è facile incontrarsi. Angelo, il chitarrista, viene invece da Ragusa e ha avuto il piacere di unirsi a noi, impegnandosi ad essere sempre presente per le prove e per i concerti.
Scrivete voi le vostre canzoni?
No, siamo una cover band non scriviamo canzoni, ma riproponiamo brani di altri complessi o artisti famosi, rivisitandoli secondo i nostri gusti. Ogni brano infatti non è una semplice imitazione, ma è il risultato di un’elaborazione profonda che lo rende in qualche modo,originale e nostro.
Da dove avete tratto l’ispirazione per le vostre canzoni?
Amiamo il rock ed è questa la nostra più grande ispirazione. La scelta dei brani invece viene condivisa da tutti in base hai gusti di ciascuno, alla fattibilità delle canzoni e alle richieste dei nostri fan.
Come è nata la vostra prima canzone?
Come sai già,siamo una cover band, quindi non creiamo noi i brani. Abbiamo tuttavia iniziato con le canzoni più popolari e più conosciute di ogni gruppo che suoniamo. Ad esempio prendendo i “Guns’n Roses” abbiamo scelto i famosissimi brani “Don’t Cry, Paradise City, Sweet child o’main e November rain” e altre. Poi pian piano il repertorio è cresciuto e ora include veramente tanti brani.
Che genere di musica suonate?
Noi suoniamo rock!!!
Precisamente hard rock, un genere che a molti piace e che coinvolge sia le nuove  che le vecchie generazione, è un genere che nasce alla fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta e si caratterizza principalmente per le sonorità violente e aggressive, ottenute con l’uso di strumenti fortemente amplificate e per il ritmo incalzante e ripetitivo. Il suono delle chitarre elettriche è distorto e sostiene il ritmo dei brani con riffs incalzanti. La voce è aggressiva e fa largo uso dell’urlato. I testi delle canzoni si ispirano a temi mitici, esoterici e sessuali.
Il rock o lo ami o lo odi!!! Noi lo amiamo!!!
Monkey Brain
Adelaide Giamblanco e Giosuè Sfragaro 5B Odonto