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venerdì 29 settembre 2017

I giovani tra alcol e droga

Il disagio e la voglia di evasione dei giovani trovano spesso sfogo nella droga e nell' alcol che provocano danni tremendi a ragazzi spesso inconsapevoli dei pericoli a cui vanno incontro. 
Una pasticca per provare, trascinati dal gruppo, un bicchiere dopo l’altro, per sentirsi più forti, disinibiti, meno soli. 
I dati sono allarmanti: un giovane su quattro, tra i 15 e i 19 anni, ha provato sostanze stupefacenti. Nella sola città di Torino risulta che in 9500 hanno fumato cannabis, 730 hanno assunto cocaina,160 eroina e 440 benzodiazepine, antidepressivi, antidolorifici oppiacei da soli o mescolati con alcol e altre sostanze. Una delle ultime frontiere dello sballo è questa: sedativi assunti impropriamente, con effetti destabilizzanti su fisico e psiche. 
Oltre all’abuso di droga e sostanze chimiche c’è la moda di "sfondarsi" d’alcol, un fenomeno che viene chiamato “binge drinking", il bere a più non posso. 
I medici descrivono così le conseguenze: “Ubriacarsi ripetutamente, a lungo andare, altera non solo i recettori cerebrali, ma può avere un’azione irreversibile sulla memoria a lungo termine”. 
Una conseguenza immediata di questo fenomeno sono gli incidenti stradali. Secondo i dati emersi da una ricerca svolta dalla Fondazione Ania, ogni anno in Europa muoiono 7 mila persone in incidenti stradali dovuti alla guida in stato d’ebbrezza. 
La commissione europea propone interventi di formazione e controlli serrati per il guidatore e si sta pensando anche a dispositivi di blocco motore, però per dei risultati ottimali ci vorranno ancora 14-15 anni . 
Intanto la migliore arma resta la prevenzione su cui investire nel breve, medio e lungo termine, in maniera permanente e continuativa. Le azioni di prevenzione devono essere strutturate considerando che tutte le sostanze stupefacenti sono pericolose per la salute psico-fisica e sociale dell’individuo e devono essere sostenute e mantenute nel tempo al fine di assicurare alla comunità, ed in particolare ai giovani e ai gruppi sociali vulnerabili ed alle loro famiglie, ambienti sani, sicuri e quanto più possibile liberi dalle droghe. Tali azioni devono, dunque, puntare a rendere la persona non soltanto consapevole dei rischi e dei danni derivanti dall’uso di droghe, ma devono anche, e soprattutto, proporre dei comportamenti e degli stili di vita sani al fine di evitare drammatici eventi.
Giovanni Baglieri 3°A Odonto