L’italiano deriva dal latino, non dal latino classico che si studia a scuola, ma dal latino volgare, parlato dai soldati, dai contadini e abitanti della provincia romana.
Tra i primi a ritenere che il volgare dovesse sostituire il latino c’era anche Dante Alighieri che alla questione dedicò un’opera “Il De vulgari eloquentia”.
In Italia si parlano così tanti dialetti che secondo l’enciclopedia Treccani è persino difficile contarli. Il più diffuso è il napoletano con circa 5,7 milioni di parlanti, seguono il siciliano, il veneto, il lombardo e il piemontese.
Le parole italiane più utilizzate e conosciute all’estero sono quelle tratte dalla nostra eccellente cucina: pizza, cappuccino, spaghetti ed espresso, seguiti da mozzarella e tiramisù.
Alla buona cucina seguono parole provenienti dalla musica come “sonetto”, “pianoforte”, “adagio”. Non dimenticando infine che “ciao” è una delle forme di saluto più utilizzate al mondo.
E’ chiaro, dunque, che gli italianismi più diffusi sono proprio quelli capaci di riflettere gli aspetti più tipici ed apprezzati della nostra cultura, a testimonianza del fatto che la diversità delle lingue non è una diversità di suoni e di segni, ma di visioni del mondo.
Classe 3°A Odonto