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giovedì 10 giugno 2021

Riflessione sulla lettera di Bruno Giordano ai ragazzi non ancora nati il 23 maggio 1992Più una sfida è ardua, più gratificante sarà il traguardo

Ritardo a rispondere a causa dei tanti impegni che mi assillano in questo periodo della mia vita, esami, preparazione ai test, patente di guida e anche attività sociali in cui sono coinvolto... Ma ci tenevo a scrivere una mia riflessione in merito alla sua lettera rivolta a noi che non eravamo ancora nati il giorno in cui il giudice Giovanni Falcone fu barbaramente ucciso. Ci tenevo a ringraziarla innanzitutto a nome di tutti i giovani. 
Lei ha abbattuto il solito stereotipo della "generazione bruciata", luogo comune del vecchio che non accetta il nuovo e che critica strumentalizzando i fatti; ma le questioni generazionali sono storiche e da Platone a noi non siamo ancora riusciti ad eliminarle. 
Cito a proposito la frase di un artista "è la storia che si ripete all'infinito, il nuovo partito è più vecchio ancora del vecchio partito", ma torniamo al suo discorso...
Personalmente sono sempre stato attratto dall'anticonformismo, dalla diversità e dal ribelle (quest' ultimo forse di più nella fase adolescenziale, ma ancora adesso gli antieroi sono i miei preferiti rispetto ai protagonisti che agiscono non andando sopra le righe), ma poi con il passare degli anni ho compreso che in realtà il bene comune esiste ed emana una luce pura di speranza di cui tutti gli uomini potrebbero goderne, ma troppo spesso viene confuso con il bene per la propria porzione di pubblico ed una eventuale faziosità che va a ledere quella che dovrebbe veramente essere la politica. 
Ho capito che tutti volevano essere diversi all'apparenza, andare controcorrente, ma solo per moda o per essere "figo", oddio... il fascino per queste cose esiste ed è anche legittimo, forse inizialmente anche io ne sono stato vittima, ma se era l'obiettivo di tutti non poteva più essere il mio. 
Non sto dicendo che essere controcorrente è un modo di apparire ma, nel mio caso, significa come ti poni e di cosa ti soddisfa.
I vigliacchi e i codardi da lei citati si nutrono di soddisfazioni personali ed elogi pubblici che fanno accrescere solo il loro ego, ma io ho scelto di rifiutare le convenzioni sociali perché il mio bene faccia rumore quanto il male, ma rispettando le libertà altrui e soprattutto emanando bene incondizionato e caritatevole, nutrendomi di sguardi di sincera gratitudine sia anche nel restituire un solo euro al cassiere per un errore di conto, sia anche nell' organizzare assemblee a scuola su temi che non mi toccano minimamente nella mia condizione (femminismo, autismo, disabilità ecc.… per fare degli esempi)
Quindi sì, io sento la presenza del gene dell'onestà dentro di me, io sento che la mia generazione cambierà le sorti del pianeta, anche perché non possiamo più voltarci dall'altra parte, è il mondo stesso che ce lo richiede. 
Pensare che qualcun altro risolva gli enormi problemi per noi, così come è stato fatto per troppo tempo e troppe generazioni, è un metodo di approccio obsoleto, per questo rompo gli schemi, perché non hanno mai funzionato, ma a chi ha il gene del vigliacco fanno ancora comodo, per questo faticano ad essere estirpati, ma non mi abbatto, più la sfida è ardua più sarà gratificante ogni traguardo.
La ringrazio ancora, perché discorsi come questo mi fanno andare avanti nella lotta “al risveglio della realtà sociale” come mi piace chiamare la mia attività e il mio ruolo in questa società, 
Nicola Lupo 5AO

L’eredità di Falcone è tua. Cercala in un libro, in una scuola, in una palestra, su una spiaggia, in un viaggio.Lettera a chi non ha ancora trent'anni di Bruno Giordano

Questa lettera di Bruno Giordano, Magistrato della Corte di Cassazione, rivolta ai giovani che non erano ancora nati il giorno in cui fu ucciso il giudice Giovanni Falcone, è stata per i nostri studenti un importante momento di riflessione. Troppo bella per non postarla sul nostro blog.

Scrivo a te, che il 23 maggio 1992 non eri ancora nato, perché noi che abbiamo vissuto quel pomeriggio, che abbiamo tremato, pianto, reagito, riflettuto e reagito ancora, ripensato a quello che avevano detto di Falcone, messo le lenzuola bianche ai balconi, ora abbiamo il dovere di parlarti, di testimoniare. Sappi che quella sera non tutti hanno pianto, perché alcuni hanno anche festeggiato. Chi ti scrive ricorda le reazioni di giubilo in alcuni bracci delle carceri italiane. In qualche salotto ovattato, sul tavolo di qualche consiglio di amministrazione, su qualche scrivania si è pure brindato. E già, perché il “metodo Falcone”, come veniva chiamato, seguiva il denaro sporco che diventava pulito, guardava dentro le tantissime banche, indagava all’estero, e soprattutto scopriva aree di interesse economico contigue alla mafia. E questo lo rendeva molto pericoloso. Il metodo Falcone collegava droga, corruzione e soldi ovunque si ripulissero. Ecco perché faceva più paura a chi ha fondato il proprio benessere sul detto pecunia non olet, a chi ancora oggi si gira dall’altra parte per assolvere la propria coscienza, a chi accampa il ricatto occupazionale per sostenere che con la mafia bisogna convivere, che tutto sommato è ricchezza per tutti. Per questo Giovanni Falcone non era amato da tutti, anche dentro la magistratura; non era un eroe, lo è diventato alle 17.58 del 23 maggio 1992, a causa di 500 chili di tritolo; prima era semplicemente (ma non facilmente) un magistrato integerrimo, intelligente, capace di studiare la società, agire, guardare negli occhi e capire una persona, vivere un lavoro nell’unico modo in cui si deve fare, onestamente. A te che oggi hai 12, 20, o 30 anni noi dobbiamo dire che anche oggi questo non è di moda. L’onestà non piace al potere minuscolo, ai codardi che si nascondono dietro la bandiera di turno, ai mediocri che non vogliono che altri eccellano, a chi trova l’anticamera del potente più comoda della stanza dei diritti e dei doveri. Sono sparite le lenzuola bianche, si torna a parlar male di chi cerca la verità, la mafia non spara più, ha capito che non conviene. Qualcuno della parola antimafia ne ha fatto un mestiere, altro che “professionisti dell’antimafia”, come li definì Leonardo Sciascia.Chi ha lavorato con Giovanni Falcone racconta sempre la sua umiltà e semplicità. Ma la semplicità è difficile a farsi, disse Brecht. In questo Paese, ancora oggi, è difficile essere un giudice, un operaio, una studentessa, un medico, una professoressa, un pensionato etc semplicemente onesto. Si ha l’impressione di stare sempre dalla parte sbagliata, dei pochi e soli, che i furbi vincono sempre. E invece non è così, dopo il 1992, la coscienza civile è cambiata, si è svegliata, arrabbiata, ricostruita. Tu hai un altro dna, più resistente al virus della paura, più integro, più bello. Non farti sorprendere dall’amarezza; anzi al contrario l’eredità di Falcone è tua. Cercala in un libro, in una scuola, in una palestra, su una spiaggia, in un viaggio. Sii semplicemente onesto. Noi, questo Paese e soprattutto il Tuo futuro, ti saremo grati.

Bruno Giordano

martedì 8 giugno 2021

Cari amici e compagni di classe ...


Mi sento fortunata ad essere qua a scrivervi questa lettera sdolcinata, perché purtroppo tanti altri non hanno la nostra fortuna e per questo devo/dobbiamo esserne profondamente grati. Se dovessero chiedermi di descrivere i miei cinque anni di scuola superiore, ammetto che all’impatto mi verrebbe complicato. Succede questo quando ci sono tante belle emozioni mischiate tra loro, ma dopo qualche secondo le parole scorrerebbero da sole e le prime sarebbero: amore, empatia, rimproveri, sorrisi, tristezza e preoccupazione. Cari amici e compagni di classe siete stati parte integrante della mia crescita. Abbiamo affrontato e condiviso insieme gli anni più belli della nostra vita, seduti su quelle sedie, davanti ai nostri banchetti che all’inizio ci sembravano piccoli , a volte li abbiamo odiati, a volte ci siamo lasciati andare e la noia ha preso il sopravvento, altre, invece, abbiamo ripreso più invogliati di prima, perché noi ragazzi siamo fatti così. Mi porterò custoditi nel cuore ricordi meravigliosi, momenti che all’inizio ci sembravano pesanti, come l’autobus la mattina presto con Carmen che mi aspetta e mi dice “Sono le 7,25”, i ritardi, la prima mezz’ora passata quasi nel silenzio “perchè sono solo le 8,15”, le risate, quelle fatte con il cuore, soprattutto con la mia compagna di banco, meravigliosa, che è riuscita a sopportarmi in questi anni senza lamentarsi, pronta a sostenermi in ogni istante, le cavolate di Nicola, nate dal nulla...perché è più bello così. Grazie amore, sei stato importante e sono sicura che lo sarai per ancora tanto tempo. Il silenzio di Corrado e Francesca, le mie amiche costrette a venire in bagno con me, i lamenti di Giallu, l’aiuto di Marwa, pronta ad esserci sempre. Gli scleri di Marta. Mi porterò nel cuore le assemblee di classe che passavano veloci perché le riempivamo sorridendo; le ricreazioni, i momenti dopo le spiegazione, quando ci guardavamo, soprattutto con Graziuccia, perplessi e dicevamo “ma tu hai capito?”, il giorno del compito di Matemtica e noi che stavamo tranquillamente festeggiando un compleanno con i bidelli in segreteria. Le cose da elencare sarebbero troppe, ma sappiate che porterò sempre nel mio cuore l’immagine di noi 18 seduti accanto, stretti gli uni agli altri come facevamo i primi tempi, con la voglia di imparare ma soprattutto di vivere. L’anno scorso è stato difficile e complicato per tutti sicuramente, ma per noi ragazzi è stato stremante, a volte insopportabile, alzarci dal letto e comunicare attraverso uno schermo senza poter condividere insieme le ore più belle della giornata. Ho sempre amato andare a scuola, mi sono sempre divertita e sono successe cose assurde che voi avete reso ancora più belle e assurde. Un grazie particolare va a voi professori che ci siete stati sempre e avete contribuito a farci capire che una delle armi più forti al mondo è l’educazione unita alla conoscenza. Grazie per averci compresi e per aver creduto in noi. Grazie professoressa Manenti che è stata come una seconda mamma. Con lei, soprattutto l’anno scorso e nonostante lo schermo o come li chiama lei “i pallini”, non abbiamo mai avuto bisogno di aprire bocca perché ci ha sempre capiti dagli occhi. Professoressa Varano la porto con me e nella lista delle persone più belle che ho conosciuto in questi anni. Prima di essere una professoressa innamorata del suo lavoro è una donna fantastica, pronta a preoccuparsi e a farsi in quattro per i suoi alunni. Siamo cambiati, non solo fisicamente come Peppe o Enrico, quello non è importante, siamo cambiati perché anno dopo anno siamo migliorati mentalmente ma soprattutto interiormente. Sono un po’ cresciuta, di altezza sicuramente no, forse sono rimasta sempre quella che si impanica subito e piange come quando alzava la voce il prof. Amore, ma il bene che vi voglio non è mai cambiato. Professori e amici vi auguro di spiccare sempre, di amare, di arrivare sempre in alto e quando non sarà così non buttatevi giù, la vita è imprevedibile, ma meravigliosamente bella. 

Con affetto, Giorgia 

Giorgia Ciccazzo 5A Odontotecnico

martedì 17 novembre 2020

17 Novembre Giornata internazionale degli studenti


Rivendicare il diritto allo studio e il diritto degli studenti a esprimersi: è questo il senso della Giornata internazionale degli studenti che si celebra ogni 17 novembre dal 1941. In questo anno scolastico, in un periodo in cui la pandemia tiene lontani dalla scuola alunni e professori, tale evento si carica di un significato ancora più profondo. Ma, anche se da dietro uno schermo, i docenti dell’indirizzo Odontotecnico, la “scuola del sorriso”, augurano ai loro studenti di tornare presto a scuola, in sicurezza, perché nessuno rimanga indietro. Come diceva Gianni Rodari “ È  bello andare a scuola, ritrovarsi tra amici, lavorare insieme, studiare. Non per la pagella ma per diventare uomini”

domenica 21 giugno 2020

Lettera di un "maturando" giornalista in erba

Cari Amici,
l'Esame di Stato è per me l'ultimo impegno scolastico a conclusione di questo ciclo di studi durato cinque anni.
Ora, pensare al mio percorso di apprendimento e realizzare di essere giunto ad un punto di arrivo, non può che originare ampie riflessioni.
L'esperienza di giornalista per il giornale online della scuola è stato per me un impegno importante e altamente formativo.
Tante sono state le occasioni di confronto, coinvolgimento e stimolo che mi hanno permesso di arrivare al termine con tanta emozione.
A proposito di emozioni, ricordo come se fosse ieri, quando tre anni fa, in qualità di rappresentante del nostro Istituto e della Redazione del nostro blog mi sono recato a Chianciano Terme, assieme alle Professoresse Varano e Di Giorgio per ricevere il prestigioso Premio nazionale "Giornalista per un giorno - Targa d'argento del Presidente della Repubblica", come migliore giornalino online d'Italia.
Ci tengo a ringraziare i professori coinvolti in quest'attività per il grande interesse trasmesso a noi ragazzi, capace di renderci orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato.
Un ringraziamento speciale va anche ai miei "colleghi giornalisti" a dimostrazione del fatto che l'impegno di ognuno costituisce il grande risultato di tutti.
A conclusione di questa lettera, voglio indirizzare un messaggio di coinvolgimento alle nuove classi di questo Istituto, invitandoli a scrivere per il nostro blog, continuando a trasmettere ai lettori i principi caratterizzanti del "filo conduttore" che ha condotto tutti noi ad una visione critica dell'attualità, riuscendo ad analizzare ogni avvenimento, come dimostrano gli innumerevoli articoli scritti fino ad oggi.
Con grande orgoglio e stima.
Giovanni Baglieri 5°A Odonto 
ex Rappresentante dell’Istituto "G.Curcio"

martedì 7 aprile 2020

"Migliaia e migliaia di persone hanno studiato le malattie. Quasi nessuno ha studiato la salute" Adelle Davis.World Health Day

Ciò che sembra scontato in realtà non lo è, l’emergenza mondiale per il coronavirus ci sta mettendo davanti la vera realtà, cioè l’importanza della salute del singolo per il bene di tutti.
Oggi, 7 aprile è il momento giusto per riflettere su questo fronte, in occasione della Giornata mondiale della salute (World Health Day).
Quest’ultima affonda le proprie radici nel 1948, con l’intenzione di sensibilizzare la popolazione mondiale sul tema in questione. Protagonista di tale iniziativa è l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che, proprio nel 1948, ha organizzato la prima Assemblea mondiale della sanità (World Health Assembly). Ogni anno viene scelto per la giornata un tema specifico, che evidenzia un’area di particolare interesse per l’Oms, tutti noi speriamo che la tremenda esperienza Covid-19 metta da ora in poi al centro di “tutti i giorni” la saluti di tutti, pubblica e gratuita, nessuno escluso.
Un’attenta riflessione deve coinvolgere ognuno di noi per far sì di ringraziare, sempre, medici e infermieri che adesso mettono in pericolo la propria vita per la salute altrui e che sempre sono in trincea, spesso sottovalutati.
Oggi eroi, ma ieri come erano trattati? 
Di quanti casi di violenza contro i “camici bianchi” abbiamo sentito? 
Bene, questa è l’occasione giusta per ricrederci, perché la medicina non è solo lavoro ma soprattutto altruismo.
La politica deve tornare ad investire su di essa perché i tagli alla sanità hanno portato a risultati assolutamente deludenti, dimostrando essere scarsa l’utilità della sanità privata rispetto a quella pubblica. Non bisogna dimenticarsi della salute investendo sullo sport e sul nutrimento sano e biologico per la popolazione. Per questo anche la scuola gioca un ruolo fondamentale perché sarebbe opportuno educare i più piccoli ad una corretta alimentazione e più in generale alla cultura civica che spesso ai più grandi manca.
In un clima di oppressione e di negatività è emerso un aspetto positivo. Chi non si soffermava su determinati punti, adesso è in grado, per esempio, di apprezzare il valore della vita e l’importanza di un aiuto, prima dato per scontato.
In base a quanto sopra riportato, se da inizio anno l’obiettivo dell’OMS è la sensibilizzazione sulla salute e sulle figure strettamente correlate a essa, l’emergenza attuale, se osservata con atteggiamento ottimista, la si può considerare come colei che ha contribuito a costruire i presupposti per il raggiungimento del traguardo.
Giovanni Baglieri 5A

giovedì 26 marzo 2020

Noi oggi nella "selva oscura"

Oggi 25 Marzo 2020 è il Dantedì, la prima Giornata nazionale dedicata a celebrare il poeta Dante ai tempi del coronavirus. 
Come Dante lungo il “cammin” della sua vita si ritrova in una selva oscura, incontrando  vari ostacoli da affrontare come la lonza che rappresenta la lussuria, il leone che rappresenta la superbia e la lupa che rappresenta l'avarizia, anche noi, lungo il “cammin” della nostra vita, troviamo vari ostacoli, ma oggi l'ostacolo più grande che in questo momento intere popolazioni siamo costretti ad affrontare è il Covid-19. 
Il Covid 19 o più comunemente coronavirus, le cui origini sono ignote, è una pandemia che si diffonde da persona a persona molto facilmente. La prima nazione che ha affrontato questo virus è stata la Cina, ma, poichè era un virus ancora sconosciuto, non si è riuscito a controllarlo e per questo si è diffuso in tutto il resto della Terra.Purtroppo una delle più colpite è l'Italia che ha preso misure restrittive per rallentare i contagi. 
La stessa paura e angoscia che provava Dante lungo il suo viaggio per gli ostacoli sconosciuti che lo aspettavano, le proviamo noi tutti i giorni affrontando questo virus, senza sapere ciò che ci aspetterà. Queste emozioni purtroppo sono più contagiose del virus perchè di fronte a questi ostacoli ci si deve muovere con cautela, mentre esse il più delle volte ci annebbiano la vista e non ce lo permettono. Per combattere la paura e l'angoscia si è creato uno spirito di fratellanza e quindi si ci conforta tra di noi cercando di rimanere ottimisti. 
In Italia per sostenere il Sistema Sanitario molti personaggi famosi hanno avviato donazioni per gli ospedali che hanno bisogno di nuove attrezzature, i social cercano di sdrammatizzare la situazione e si ha anche un buon sostegno da parte degli altri Stati. 
Grazie alle nuove tecnologie è più semplice rimanere a casa. Tuttavia, rimanendo sempre in contatto con il mondo esterno, si cerca di non bloccare l'economia svolgendo alcune professioni anche da casa. 
Come Dante trova la sua guida in Virgilio che lo aiuta ad affrontare tutti gli ostacoli che gli si presentano, anche noi abbiamo le nostre guide che sono gli infermieri e i medici che ogni giorno mettono a disposizione le loro capacità e rischiano la  vita per salvarci. 
Dante conclude la Divina Commedia con il canto XXXIII del Paradiso e il suo ultimo verso è " l'amor che move il sole e l'altre stelle". In questo verso Dante racchiude il significato dell'intera opera, di Dio, dell'universo, del fatto che l'amore è il meccanismo del mondo e di tutta la vita. Pensando a questo verso e a ciò che sta accadendo oggi, mi vien da dire che solo con l'amore per se stessi e per gli altri, seguendo le regole e sostenendoci l'uno con l'altro, riusciremo ad uscire fuori da questa “selva oscura”.
Francesca Rizza 5^ A Odonto

mercoledì 25 marzo 2020

Il Dantedì ai tempi del Coronavirus

Oggi è il primo Dantedí, la Giornata Nazionale dedicata al nostro sommo poeta Dante Alighieri, simbolo della cultura, della lingua e dell’unità italiana.
È stato scelto il 25 marzo perché secondo i dantisti è il giorno in cui ha inizio il viaggio ultraterreno intrapreso dal poeta, descritto nella Divina commedia.
Per celebrarlo la nostra prof. ci ha  invitato a leggere il primo canto dell’Inferno per riflettere sul significato del viaggio compiuto da Dante, un viaggio che comprende una discesa e una risalita. Anche ciò che stiamo vivendo oggi è una sorta di viaggio, anche se compiuto tra le mura di casa, un viaggio che ci sta portando a riflettere su tante cose e che cambierà profondamente tanti di noi. E così, in questi giorni di severa quarantena, ci ritroviamo nel pensiero e nelle parole di Dante. Questa quarantena "aspra e forte", come la selva, la stiamo “attraversando” tutti e sarà una preziosa lezione di vita. È quasi come il Purgatorio di Dante, ne avremo ancora per un po', ma quando tutto questo sarà finito arriveremo a cogliere la verità e il vero senso della vita.Comprenderemo l'importanza della gentilezza,dei rapporti autentici che avevamo perso, impareremo ad apprezzare anche una semplice passeggiata in paese, ammirando bellezze a cui non avevamo mai fatto caso.
Perché sì, questa pandemia sta avendo anche conseguenze positive. La natura si sta riprendendo i suoi spazi, l’acqua dei canali di Venezia è tornata ad essere limpida, lo smog è nettamente diminuito e il popolo ha di nuovo  fiducia nei leader politici, ritrovando quella unità nazionale che si era persa.
La fine di questa quarantena immaginiamola vicina e nel frattempo dedichiamo tempo alle nostre passioni che avevamo trascurato per la vita frenetica che la società ci impone e chissá... anche alla lettura di qualche altro canto di Dante, il più grande poeta italiano.

Nicola Lupo e Giovanni Baglieri

sabato 7 marzo 2020

Le cose si apprezzano quando non si hannoScuola, quanto mi manchi!

Chi l'avrebbe mai detto che due settimane di "vacanze forzate" a causa del Covid-19 (Coronavirus) sarebbero bastate per farmi dire: "Mi manca la scuola!
Sì, è proprio così. Si sente un vuoto incredibile in queste giornate, si sente la mancanza di quelle regole che a volte ci rifiutiamo di rispettare.
Certo non ce ne stiamo con le mani in mano e stiamo attuando tutti i metodi possibili per poter continuare a studiare ed andare avanti con l'attività scolastica. Dai registri elettronici, alle piattaforme online, ai gruppi WhatsApp, mai, come in questo momento, nella scuola, si è fatto così tanto ricorso  alle risorse digitali che, fortunatamente, nel 2020 sono ormai la quotidianità.
Ma tutto questo non basta! Manca la Scuola con la S maiuscola, fatta di professori e alunni, di lezioni e verifiche, di parole e sorrisi, di sogni e idee, di baldoria e silenzi, di contatti visivi, abbracci e strette di mano. Ed è per tutto questo che oggi ci manca la scuola.
La scuola, il motore di un Paese civile, l'ente chiave per impartire cultura ed educazione ad ogni figlio di una nazione che si rispetti.
Sono giorni difficili questi, ma è sempre dai momenti bui che parte la voglia di ripresa e tutti
insieme possiamo farcela. Ma adesso è importante prima di tutto rispettarci l'un l'altro con piccoli gesti di prevenzione, seguendo i consigli del Ministero della Salute, perchè così facendo ne beneficia la salute di tutti.
Giovanni Baglieri 5° A Odonto

venerdì 21 febbraio 2020

La cannabis una pianta dalle mille risorse

Tante opinioni, a volte contrastanti, circolano tra i ragazzi riguardo alla cannabis e proprio per cercare di fare chiarezza abbiamo ritenuto opportuno invitare in occasione della nostra assemblea di istituto degli operatori che conoscono bene l’argomento e che potrebbero chiarirci le idee in merito. Sono intervenuti il dott. Guglielmo Puzzo, assistente sociale specialista coordinatore e supervisore della Comunità “Si può fare” e del Centro “Corrado Paradiso”  di Noto; il prof. Paolo Guarnaccia dell’Università di Catania del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente; Rossana Caruso responsabile Ufficio Stampa e Media Relations Canapar.
Il primo ad intervenire è stato il dott. Puzzo che ha catturato subito l’attenzione, raccontando la sua esperienza personale. Da ragazzo sognava di fare la rivoluzione ed era favorevole all’uso delle cosiddette droghe leggere, ma poi, in seguito alla morte del suo migliore amico per una overdose di eroina, ha cambiato idea. Da quel momento ha deciso di dedicarsi ad aiutare i tossicodipendenti ad uscire dal tunnel della droga. Pur affermando che non vi è nessuna correlazione scientifica tra l’uso di cannabis e quello  di droghe pesanti, Puzzo ha sottolineato che in base alle sue ricerche all’interno della comunità, ha appurato che la maggior parte dei giovani accolti ha iniziato a fumare erba prima di passare a fare uso di sostanze più pericolose. Quindi egli è giunto alla conclusione che non si può fare distinzione tra droghe leggere e pesanti perché a suo avviso sono tutte pericolose. Ha invitato pertanto tutti noi ad evitare di fare uso di tali sostanze per stare bene, ma piuttosto di ricorrere all’aiuto dei nostri amici per trovare conforto nei momenti difficili.
Successivamente è intervenuto il prof. Guarnaccia che da qualche anno segue da vicino il settore della coltivazione della canapa ed è il responsabile scientifico del progetto di ricerca che il Di3A porta avanti grazie a una convenzione con Canapar che a Ragusa ha inaugurato i lavori per la realizzazione di un impianto di trasformazione. Il professore ha parlato della cannabis e dei suoi derivati che possono essere utili sia in campo agricolo che in quello alimentare. In particolare ha sottolineato l’importanza delle radici che riescono a bonificare il terreno sottostante. Tra i derivati vi è la farina che consente di produrre un tipo di pasta diversa dalle tradizionali, in quanto molto più proteica. Con la corteccia dello stelo si possono realizzare corde in quanto le fibre sono tra le più resistenti in natura. Inoltre si può produrre il pallet e realizzare lettiere con una grande capacità di assorbire i liquidi e ridurre a zero i attivi odori. Lettiere di questo tipo sono utilizzate in Inghilterra nelle stalle di costosissimi cavalli reali. Si possono inoltre creare prodotti cosmetici come ad esempio creme e shampoo. In poche parole il professore Guarnaccia ci ha resi partecipi dell’iniziativa di cui è a capo, Canapar Corp, un’impresa realizzata grazie ai fondi degli imprenditori canadesi che hanno voluto iniziare questo percorso nella nostra fertile e soleggiata Sicilia ottima per qualsiasi tipo di coltivazione.
Kevin Petralito 4°A Odonto

giovedì 5 dicembre 2019

Fuori dall'ombra

L'idea di invitare alla nostra assemblea di Istituto l'Associazione "Fuori dall'ombra" è nata sia perchè il 25 novembre di ogni anno ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma soprattutto per avere l'occasione di affrontare un tema che, pur essendo molto attuale, è poco trattato. La nostra società infatti è ancora fortemente maschilista ed ostacola le pari opportunità. 
Sono intervenute la presidente dell'Associazione, dott.ssa Santina Amato, Enrichetta Guerrieri sociologa, Sabina Di Tommasi avvocatessa, Rosita Solarino psicologa, Paola Ritondo laureanda in Criminologia. 
La Presidente dell'Associazione ha presentato le varie figure che compongono lo Sportello antiviolenza, che prima di essere avvocatesse, sociologhe, criminologhe ecc., sono innanzitutto delle operatrici che sono state formate per accogliere le numerose donne che si rivolgono allo Sportello per chiedere aiuto. Ci ha spiegato che il primo passo da fare è capire se una donna è in pericolo, subito dopo inizia un percorso basato sull'ascolto. In questa fase, la donna vittima di violenza, raccontando la sua esperienza, dà sfogo al suo dolore. E' importante non porle domande dirette perchè questo potrebbe spingerla a chiudersi in se stessa.Capita a volte che alcune donne, pur telefonando allo sportello per chiedere aiuto, successivamente non trovano la forza di presentarsi per affrontare il problema. La situazione è drammatica perchè da una ricerca risulta che ogni 72 ore una donna viene uccisa dal suo compagno o dal padre dei suoi figli che assistono a liti continue. 
La violenza spesso è psicologica e per affrontare questo aspetto, la dott.ssa Enrichetta Guerrieri ci ha proposto un gioco. Simulando un incontro tra un ragazzo e una ragazza a passeggio sul corso durante un sabato sera, ha dimostrato come una battuta volgare pronunciata dal ragazzo senza dargli troppo peso, venga percepita dalla ragazza come una violenza. L'esperimento è stato lo spunto per far notare come sia frequente il fatto che la società odierna dia poco peso ad atteggiamenti maschilisti perchè abituata a un clima di squallore. Occorre invece reagire alla indifferenza, uscendo dall'ombra. E questo vale sia per la vittima che per chi assiste alla violenza senza trovare il coraggio di reagire.
Classe 4° A Odonto   

mercoledì 2 ottobre 2019

A volte basta solo un sorriso


La parola rivoluzione molto spesso è associata alla violenza, come se questa fosse sempre necessaria per un cambiamento della società. Non sempre è così, infatti il 2 ottobre si commemora la nascita di un grande rivoluzionario indiano, il Mahatma Gandhi che ha fatto ricorso al metodo della non violenza per ottenere l'indipendenza del suo Paese. 
Per decisione delle Nazioni Unite il giorno della sua nascita è la Giornata mondiale della non violenza.
Il suo ideale pacifista è stato accolto da tanti altri uomini che hanno lottato pacificamente per affermare le proprie idee ed oggi il messaggio di Gandhi è più attuale che mai. 
Infatti la società odierna si caratterizza per una violenza gratuita, fisica e verbale, nei confronti del diverso o del prossimo che magari la pensa in maniera diversa. E tutti noi ci siamo in un certo senso "abituati"alla violenza, rimanendo indifferenti davanti alle offese e a volte noi stessi ne siamo autori. 
Per fortuna c'è chi reagisce davanti ad episodi di violenza gratuita e a questo proposito voglio ricordare un fatto accaduto quasi un anno fa e che ha fatto molto discutere. Durante un viaggio in  treno, un ragazzo italiano ha offeso senza motivo dei giovani pakistani che non davano fastidio a nessuno, ma per fortuna una signora ha reagito difendendo i ragazzi stranieri e apostrofando come fascista e razzista il giovane italiano. Non voglio sottolineare le parole della signora in questione, ma piuttosto la sua forza di reagire di fronte alla violenza, difendendo persone più deboli.
Per attuare il cambiamento della nostra società, dobbiamo agire anche con piccoli gesti che magari rincuorano chi ci circonda. Quante volte mi capita di salutare pur senza conoscerli giovani immigrati che incrocio per via e loro rispondono sempre con un sorriso che vale più di mille parole. La rivoluzione per cambiare in meglio la società comincia nel nostro piccolo.
Nicola Lupo 4° A Odonto   

2 Ottobre: Giornata della non violenza

Il 2 ottobre è la Giornata internazionale della non violenza, promossa dall'Assemblea delle Nazioni Unite e celebrata per la prima volta il 2 ottobre del 2007. Questa data è stata scelta perchè è il giorno della nascita del Mahatma (Grande anima) Gandhi padre dell'indipendenza dell'India. 
Lo scopo di questa giornata è quello di diffondere messaggi di pace, affermando i principi della non violenza, di tolleranza e comprensione.
La giornata è dedicata a Gandhi perchè egli, per raggiungere obiettivi sociali e cambiamenti politici, rifiutò la violenza fisica e verbale e si oppose agli oppressori con la disobbedienza civile.
Fra gli esponenti principali che si sono battuti senza ricorrere alla violenza, oltre a Gandhi ricordiamo Martin Luther King che lottò per i diritti civili negli Stati Uniti d'America, divenendo un eroe per gli emarginati e un paladino per i reietti. 
Oggi, purtroppo, la violenza dilaga sempre più, sui social, nel mondo dello sport  e proprio per questo è importante celebrare la "Giornata della non violenza" che con messaggi di pace invita i cittadini del mondo a rivedere le loro idee di guerra e violenza che porteranno solo alla distruzione. Invece solo con la tolleranza e la comprensione si può realmente comprendere il prossimo, senza ricorrere all'uso della violenza fisica o verbale.
Salvatore Beltrami, Giuseppe Dotato e Samul Caravello 4° A Odonto

giovedì 26 settembre 2019

European Day of Languages

Oggi, 26 settembre, si celebra la Giornata Europea delle lingue. La prima volta fu organizzata nel 2001 dal Consiglio d'Europa e dalla Unione Europea e coinvolse milioni di persone nei tanti Stati partecipanti. Le sue attività celebrarono le diversità linguistiche in Europa e promossero l'apprendimento delle lingue. Dato il successo dell'evento il Consiglio d'Europa decise che la Giornata europea delle lingue si sarebbe celebrata il 26 settembre di ogni anno.
Le finalità di questa Giornata sono quella di evidenziare l'importanza dell'apprendimento delle lingue, di incoraggiare l'apprendimento delle lingue sia in ambito scolastico sia fuori dalle istituzioni scolastiche e di promuovere la diversità linguistica e culturale europea, preservarla e favorirla.
Anche noi oggi abbiamo celebrato questa Giornata e guidati dalla nostra prof.ssa di inglese, abbiamo realizzato un cartellone riportando in diverse lingue la frase pronunciata da Greta Thunberg "You have stolen my dreams and my childhood", una frase che è diventata emblematica per i giovani di tutto il mondo che stanno facendo sentire la loro voce in difesa del nostro pianeta.
Francesca Lao e Carmen Spatola 4°A Odonto 

27 settembre Tutti insieme per il Friday for future





La settimana dedicata al clima e all'ambiente si conclude con la mobilitazione globale di venerdì 27 settembre. A questo proposito il ministro dell'Istruzione Fioramonti ha inviato una circolare a tutte le scuole, chiedendo di aiutarlo su un tema comune che gli sta a cuore: lo sviluppo sostenibile per lottare contro i cambiamenti climatici.
Accogliendo l'invito del ministro, in classe abbiamo discusso dei problemi ambientali decidendo di partecipare alla manifestazione di venerdì 27. Abbiamo realizzato un cartellone sul quale è messa in evidenza una frase pronunciata da Greta Thunberg, scritta in lingue diverse, anche perchè oggi è la Giornata europea delle lingue, " Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia".
Greta è la ragazza svedese di 16 anni che ha dato il via alle proteste del venerdì "Friday for future"che da mesi coinvolgono gli studenti di tutto il mondo.
Purtroppo il problema dei cambiamenti dei cambiamenti climatici è stato finora sottovalutato o ignorato, quando, invece riguarda tutti noi, soprattutto noi ragazzi. Non possiamo più permetterci di ignorarlo perchè siamo noi ad avere il futuro nelle mani e dobbiamo fare in modo che esso migliori. Occorre salvaguardare il nostro pianeta, adottando dei comportamenti responsabili, a partire dal rispetto dell'ambiente che ci circonda, facendo la raccolta differenziata, utilizzando mezzi non inquinanti, consumando meno energia elettrica.
Dobbiamo imparare ad apprezzare di più il nostro pianeta perchè non avremo la possibilità di vivere su un altro di riserva.
Giorgia Ciccazzo e Francesca Rosa 4°A Odonto

sabato 21 settembre 2019

Il quartiere più antico di Ispica: Sant'Antonio Abate

Il tempo si è fermato nel quartiere di Sant’Antonio Abate.
Questo quartiere è l'unico sopravvissuto al terremoto del 1693. Infatti la disposizione delle case in questo quartiere è ancora quella di una volta: possiamo notare, tra loro, una notevole vicinanza e questo comporta una vicendevole amicizia tra vicini di casa. Infatti, come spesso accade nei periodi estivi, tra loro, si ci riunisce fino a tarda ora a “curtigghiare”,nel dialetto locale a spettegolare.
Il quartiere è ancora abitato da persone, che come il quartiere, hanno fatto la storia ispicese; esso è ancora conosciuto come centro storico, un quartiere vecchio, ma grazie al “rimboccarsi delle maniche” dei giovani dell’omonima parrocchia, il quartiere è tornato a rivivere…Con il veloce via vai che si crea per l’ Insabbiata, opera di sabbia colorata, realizzata ogni anno a fine Maggio in occasione dei Festeggiamenti della Madonna della Catena.
Quest’ultima festa che culmina con la processione, abbraccia tutto il quartiere parrocchiale, coincidendo anche con l’ultimo giorno dell’esposizione, in Piazza Sant’Antonio, della colorata Insabbiata.
Ma a parte questa ci sono la festa di Santa Lucia con i tradizionali “cascaruni” ovvero falò agli angoli della strada e la festa di  Sant’Antonio Abate, Patrono 
della Chiesa e della Parrocchia, durante la quale è suggestiva la benedizione di tutti gli animali che accompagnano la vita degli uomini nel lavoro e nell’intimità domestica.   Il quartiere poi rivive e si arricchisce di voci di bambini gioiosi con l’iniziativa “Tradizionando”: un percorso di più giorni di attività estive ancorate al sacro mondo delle tradizioni simile al  “Grest”, che continuano a rianimare questo antico e valente angolo della città.
                                                                Francesco Floriddia e Rosario Armenia 1C Linguistico

martedì 14 maggio 2019

Sessantaseienne aggredito fino alla morte dalla “comitiva degli orfanelli”A Manduria si picchia per noia

Tutti sapevano ma nessuno ha fatto nulla per arrestare l’accaduto
Antonio Stano è deceduto a Manduria il 23 Aprile 2019. A causare il suo decesso sono state numerose aggressioni da parte di una banda di otto ragazzi, di cui sei minorenni. I ragazzi si sono recati numerose volte presso la casa in cui alloggiava Antonio ed hanno in seguito ripreso con i cellulari la triste vicenda. Questi video, che hanno girato per giorni tra i social dei ragazzi, sono testimonianze dirette delle violenze. Da questi ultimi possiamo anche renderci conto della sofferenza dell’uomo che sentiamo spesso urlare: “Sono solo”. Nonostante la circolazione di questi video, nessuno si è mobilitato per prendere provvedimenti, nessuna denuncia, nessuna parola. Al contrario una madre ha cercato di giustificare il proprio figlio per non essere intervenuto. Una madre ha fatto ricadere la colpa sul fatto che, nella città in cui vivono, non ci sono attività che possano coinvolgere i ragazzi. Non ci sono bar, né centri sportivi od oratori. Gli adolescenti sarebbero stati spinti, quindi, dalla noia. Ed è proprio con questa affermazione che ci si chiede fino a dove possa arrivare una persona. Prendersela con un povero anziano che si sta semplicemente godendo l’autunno della sua vita non è da umani. Ma quello che sconvolge ancora di più è il fatto che la madre abbia cercato di difendere il figlio e non piuttosto di fargli capire l’errore commesso. Chissà dov’è finita l’umanità! Questa storia deve essere d’esempio per tutti noi e aiutarci a ritrovare il nostro lato più umano. Dobbiamo preoccuparci di più per tutto ciò che ci circonda e non rimanere indifferenti di fronte ad una situazione qualsiasi, sia che ci riguardi in prima persona sia che riguardi il prossimo. Se il nostro vicino sta male aiutiamolo con una parola di conforto. Stessa cosa per un amico, un familiare o un qualsiasi sconosciuto. Perché non bisogna scordarsi che tutto il bene che diamo prima o poi ci sarà ricambiato. Un altro insegnamento fondamentale che possiamo estrapolare da questa storia è quello di non dimenticarci di cosa è realtà e di cosa invece non lo è. I ragazzi di oggi sono troppo abituati a stare davanti allo schermo del proprio cellulare, computer o console. Questi apparecchi occupano ore ed ore all’interno della giornata dei giovani tanto che quasi non si riesce più a distinguere ciò che si vede su internet da quella che è la vita vera. Quindi lasciamo la violenza nei videogiochi ed impariamo a divertirci in modo sano. Perché se lo si vuole qualcosa da fare si trova sempre, che sia farsi una passeggiata o giocare a pallone per le strade.   
 Giulia Giuffrida e Michela Gambuzza 1^C Linguistico    


Anche il Curcio ha partecipato all'European Clean-Up Day

Differenziare significa rispettare se stessi e gli altri, ridurre l’inquinamento e tutelare l’ambiente, differenziare significa contribuire al benessere della comunità e di quelle future.
Questo è l’obiettivo dell’European Clean-Up Day che, con la campagna “Let’s Clean Up Europe”, è una giornata annuale europea creata con lo scopo di ridurre l’abbandono dei rifiuti in natura.
“Let’s Clean Up Europe” è un movimento europeo che contribuisce nel salvaguardare il territorio dai rifiuti smaltiti in modo scorretto.
L’evento clean-up si è svolto in giorni stabiliti in tutta Europa, si svolgerà il 10-12 Maggio 2019, coinvolgendo quanto più possibile tutti i cittadini.  
L’azione di pulizia svolta a Ispica è stata la pulizia delle spiagge da tutti i rifiuti, che sono presenti in ingenti quantità. Hanno partecipato in particolare i ragazzi dello scientifico insieme ai volontari e ai responsabili della Tech Servizi. In particolare noi abbiamo avuto modo di incontrare in classe l’ ingegnere della Tech Daniela Archirasi e l’ispettore ambientale la volontaria Valeria Giunta.
Le cause di grandi quantità di rifiuti e plastica sono varie: 
Cattive politiche di gestione dei rifiuti
Mancanza di sensibilità della popolazione 
Modelli insostenibili di produzione e di consumo
Per aiutare l’ambiente e ridurre u rifiuti dobbiamo impegnarci anche noi per esempio: usando borse in tela, sprecare meno cibo, avviare un sistema di compostaggio…
Abbandonare i rifiuti è un’azione, oltre che sbagliata nei nostri confronti e in quelli delle altre persone. punibile per legge.
Rispettiamo noi stessi e il mondo riciclando e aiutando, partecipiamo tutti a queste iniziative che vengono create per salvaguardare l’ambiente.
Uniamoci per rendere il mondo un posto migliore per noi stessi iniziando da qui.
 Silvia Migliorino 1^A Classico

giovedì 9 maggio 2019

37 SFUMATURE DI PIZZA: 41enne mangia pizza tutti i giorni

Ci ha colpito leggendo i giornali degli ultimi giorni la notizia riguardante Mike Roman, 41 anni, proveniente dagli USA che vive mangiando solo pizza. Si dice che siamo ciò che mangiamo, chissà se Roman è una pizza?
Il suo amore per la pizza iniziò da quando la assaggiò per la prima volta: all’età di 3 o 4 anni. I suoi genitori provarono a fargli mangiare cibi differenti da essa, ma la voleva mangiare almeno una volta al giorno, e così fece. Mike ha detto di aver mangiato spesso per colazione, pranzo o cena la pizza. Anche se recentemente ha provato a dare una svolta alla sua alimentazione, variandola. Ha persino fatto servire pizza al suo matrimonio, continuando la sua “tradizione”. Roman sostiene che non si ha bisogno di piatti raffinati, ma anche una cosa semplice per saziare la fame. Ritiene che la sua salute è buona.
Noi pensiamo che la pizza è assolutamente uno dei piatti migliori del mondo: mozzarella, salame piccante, patatine, rucola, funghi o qualsiasi ingrediente piaccia a voi, è indiscutibile. Ma sosteniamo che mangiarla tutti i giorni non è l’ideale… anche perché non stufa mangiarla sempre? Ma la vera domanda è: come ha fatto a mangiare sempre pizza e non avere mai problemi legati all’alimentazione? Questa sì che sarebbe una vera e propria rivelazione!
Nadia Charraki & Flavia Cataudella, 1C Linguistico 

mercoledì 20 marzo 2019

Festa della donna



Il powerpoint è stato realizzato dagli alunni delle classi ID, 3AC, 3BC, 3AR con il supporto della prof.ssa Patrizia Spadaro