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venerdì 21 dicembre 2018

Christmas Wishes

La Redazione del giornalino "Il filo conduttore" augura a tutti gli alunni dell'Istituto G. Curcio e alle loro famiglie un Buon Natale e un felicissimo Anno Nuovo
Al prossimo anno
La Redazione

sabato 15 dicembre 2018

Intervista ad un "Mister", il nostro prof. Fabio Lorefice

Quest’anno a scuola è arrivato un professore, Fabio Lorefice, che conosciamo come allenatore di calcio a 5 con l’Arcobaleno Ispica in Serie B. Noi sappiamo che lui allena molti ragazzi nostri coetanei e nostri amici, per cui ne volevamo approfittare per fargli delle domande e conoscerlo meglio, come allenatore non solo come nuovo professore.
(Natale) Innanzitutto durante l’intervista la dobbiamo chiamare mister o professore?
Vi state impegnando per scrivere un articolo sul giornalino del nostro istituto, il blog “Il filo conduttore”, un’iniziativa didattica bella e formativa, quindi siamo nelle vesti di alunni e professore. In ogni caso, o mi chiamate in un modo o nell'altro vi assicuro che le mie risposte non cambieranno.
(Entoni) Ci presenta la sua società? 
L’idea “Arcobaleno” è nata 18 anni fa, siamo partiti dall'ultima categoria e passo dopo passo siamo arrivati in Serie B. 
(Sefedin) Quale è il segreto di questo cammino che ha portato fino alla B?
Che ogni passo è stato piccolo. Una goccia alla volta, abbiamo riempito un vaso e dentro questo vaso c’è di tutto: il settore giovanile con i bambini che iniziano a conoscere il “futsal”, le squadre femminili, le promozioni e le retrocessioni, le soddisfazioni e le delusioni e soprattutto tante, tantissime esperienze che hanno segnato la crescita di tutti i ragazzi.
(Natale) Nonostante siate arrivati in un campionato nazionale non avete cambiato i vostri giovani giocatori, come mai questa scelta?
E’ una caratteristica fondamentale per noi, lavorare su un gruppo giovane, crescerlo nel settore giovanile, insegnare loro il comportamento e lo sport che amano facendogli fare le categorie dei grandi e anche lanciandoli prestissimo in prima squadra, pur andando incontro alle sconfitte o alle retrocessioni. Ma questa è la via per imparare e per crescere.
(Sefedin) I nostri amici ci hanno raccontato una cosa strana: lei parla sempre dell’amore verso la sconfitta. 
Questo discorso di amare la sconfitta, sia dentro il campo, sia fuori dal campo e quindi nella vita, per me è fondamentale per crescere come giocatori e come persone. Voglio dire, se io in campo non perdo, non sbaglio, penserò di essere bravo, di non avere difetti da correggere, di non aver nulla da imparare. Solo la sconfitta ti fa capire che hai commesso degli errori, che devi pensare a quegli errori, analizzarli, correggerli e andare avanti, al prossimo errore. E così più perdi più impari, migliori, cresci. 
E lo stesso vale fuori dal campo: gli ostacoli e le difficoltà della vita sono occasioni necessarie per crescere e migliorare. Di fronte ad una delusione o un insuccesso non ci si deve arrendere, demoralizzare, lasciarsi andare. 
Ai giovani dell’Arcobaleno dico spesso: se io vinco una partita 10 a 0 probabilmente sarà stato sufficiente spostare la palla per saltare un avversario, tirare male in porta per segnare, perdere palla o sbagliare un passaggio e non subire comunque gol. Ma di tutto questo non me ne sarò accorto, anzi sarò strafelice per la vittoria. 
Se io invece perdo una partita 10 a 0, significa che ho voluto saltare l’avversario semplicemente spostando la palla e non ci sono riuscito, ho tirato male in porta e non ho segnato, ho sbagliato un passaggio e abbiamo subito gol. Solo in quest’ultimo caso mi dovrò rendere conto che devo imparare a dribblare bene, devo migliorare nel tiro, devo fare passaggi più precisi: insomma, comprenderò che devo impegnarmi di più per conquistare i miei traguardi. 
Per questo più sbagliamo, più correggiamo, più miglioriamo. Dobbiamo sperare di sbagliare, dobbiamo amare i nostri errori, perché sono quelli che ci fanno crescere.
(Entoni) Mi scusi prof, ma se dovessimo trasferire quello che lei sta dicendo al nostro mondo della scuola, allora secondo lei dovremmo amare un 4 invece che un 8?
Giusta osservazione, ma vi rispondo che l’otto deve essere il nostro traguardo e il quattro il mezzo per arrivarci. Se abbiamo preso un otto significa che abbiamo studiato, abbiamo compreso le spiegazioni, le correzioni dei prof ai nostri errori, al nostro quattro. Non è certamente caduto dal cielo l’otto. Dietro ogni conquista c’è un lavoro, lo studio, c’è l’impegno e ci sono i sacrifici. Non c’è “la sfortuna” o la prof che “ce l’ha con me” o il prof che “non sa spiegare bene”. Quante volte si sentono gli allenatori dire ai propri giocatori: “oggi avete perso perché non c’eravate con la testa” o “non abbiamo messo grinta” oppure “non eravate concentrati”. Invece bisogna far loro capire dove hanno sbagliato, perchè non hanno potuto realizzare quello che avevano preparato in allenamento, abituarli a prendere consapevolezza dei propri errori. Solo così i ragazzi impareranno a capire ed affrontare meglio le difficoltà e i problemi che la vita sempre riserva: dopo una sconfitta sul campo di gioco, dopo una delusione nella vita, dopo un brutto voto a scuola c’è sempre una spiegazione. La comprendo, la correggo e vado avanti un po’ più forte e un po’ più bravo di prima… fino al prossimo errore.

(Natale, Entoni, Sefedin) Grazie, è stato un piacere partecipare a questa attività che ci hanno proposto la prof.ssa Varano e il professore Fabio. Dopo questa intervista rifletteremo sul fatto che anche se cadiamo possiamo rialzarci sempre e affrontare meglio i problemi della vita di ogni giorno.

Natale Lorefice, Entoni Macauda, Sefedin Khaled  1^A Manutenzione


giovedì 6 dicembre 2018

Where do you shop?

Il Natale è alle porte e molti hanno già approfittato del "Black Friday" e del "Cyber Monday" per acquistare regali per amici e parenti . Tra poco inizierà la corsa finale agli ultimi acquisti . Con questo sondaggio vogliamo analizzare le abitudini di noi ragazzi per lo shopping natalizio.
Ve lo proponiamo in lingua inglese.

Clicca il link per partecipare al sondaggio.
https://goo.gl/forms/SlSz2VfC1coDAJdK2

mercoledì 5 dicembre 2018

Una luna artificiale illuminerà la città cinese di Chengdu

Non è fantascienza, ma realtà, il fatto che la Cina stia pensando di creare, entro il 2020, una luna artificiale in grado di sostituire l'illuminazione elettrica stradale della città di Chengdu con una luce del tutto inedita. Questa invenzione consentirebbe un grande risparmio energetico. Ne è convinto Wu Chunfeng, il presidente del Chengdu Aerospace Science e Technology Institute, il quale sostiene che il satellite artificiale illuminerà in modo migliore durante le ore notturne le strade della città cinese. Infatti, la nuova luna riflettendo i raggi del Sole dovrebbe essere 8 volte più luminosa di quella che guardiamo nel cielo, abbastanza da sostituire l'illuminazione elettrica, consentendo un  risparmio di 173 milioni di dollari.
L'idea tecnologica nasce però dalla ispirazione di un artista francese che aveva immaginato di appendere una collana di specchi sopra la terra per riflettere la luce del sole nelle strade di Parigi tutto l'anno, del resto non è la prima volta che viene avanzata  l'ipotesi che un gigantesco specchio possa essere utilizzato per potenziare l'illuminazione. 
Non tutti però sono d'accordo sulla inedita luna cinese e alcuni studiosi esprimono preoccupazione rispetto alla possibilità che le luci riflesse dello spazio possano comportare una qualche reazione avversa nella vita delle persone e degli animali, ma Wu Chunfeng assicura che ciò non accadrà perché nel primo lancio sperimentale la luce della luna artificiale sarà puntata in un’area desertica lontano dalla città di Chengdu. 
Francesca Rizza 4^A Odonto 

I jeans a vita bassa delle quindicenni di Marco Lodoli

Un racconto di Marco Lodoli, professore in un istituto professionale alla periferia di Roma, descrive molto bene il modo di pensare e di essere dei tanti adolescenti di oggi. Al tempo stesso offre tanti spunti su cui riflettere. 
Alla fine della lezione, chiacchierando con gli alunni, il professore sente dire ad una sua alunna di volere acquistare un paio di mutande di Dolce e Gabbana da far occhieggiare bene in vista fuori dai pantaloni a vita bassa. Il professore interviene facendo notare che è triste ripetere le scelte di tutti,che i giovani dovrebbero cercare la loro strada distinguendosi dalla massa, realizzandosi attraverso il lavoro, gli studi e la famiglia, migliorando il mondo in cui vive. La ragazza con un ragionamento che lo stesso professore definisce brutale, risponde che solo in pochi possono permettersi di avere una personalità come ad esempio: cantanti, sportivi e attori, in quanto esistono veramente, possono fare quello che vogliono. Tutti gli altri non sono e non saranno niente e nessuno. Il professore si rende conto che non riuscirebbe mai a mutare il pensiero della ragazza perché è la fotografia di quello che sta accadendo nella mente dei tantissimi giovani che tendono ad invidiare ed emulare i personaggi famosi che non hanno doti particolari, ma che diventano famosi solo perché appaiono in televisione, poco importa ciò che hanno realizzato. 
I modelli di un tempo, invece, erano coloro che si erano distinti nella musica, nella politica, nello sport e nella letteratura. Il professore conclude il suo racconto affermando con amarezza di aver conosciuto ragazzi che tenevano nel portafogli la pagina del giornale con la foto di amici responsabili di un crimine, pensando che magari un giorno la televisione li avrebbe pure intervistati in carcere. 
Miriana Cappello 4^ A Odonto

giovedì 8 novembre 2018

A tu per tu con lo scrittore Aleksander Melli

Inizierò con il raccontarvi una storia triste, per poi parlarvi di qualcosa di bello! Così ha esordito lo scrittore italo – norvegese Aleksander Melli che da parecchi anni trascorre lunghi periodi in Italia, a Pozzallo. Fino ad oggi ha scritto nove libri che non sono stati ancora tradotti in italiano, ma ha intenzione di “catturare” a breve anche noi che, dopo averlo sentito parlare per più di un’ora, siamo curiosi di leggere i suoi romanzi. Oltre che alla scrittura, si dedica a diversi hobby legati al mare che adora. L’argomento che ha trattato durante questo incontro voluto dalla nostra prof.ssa di Lettere, Domenica Varano, ha riguardato l’ambiente e i gravi problemi che l’uomo sta causando alla natura con i suoi comportamenti sbagliati. 
Aleksander Melli da parecchi anni collabora con un' associazione internazionale che si batte per la difesa dell’ambiente  e ci ha spiegato come con semplici accorgimenti o comportamenti responsabili è possibile difendere la natura e l’ambiente che ci circonda. Egli utilizza poco la macchina, preferendo andare a piedi e addirittura  viaggia in treno per raggiungere la sua terra di origine, pur impiegando moltissimo tempo, perché gli aerei inquinano più dei treni. Noi lo abbiamo ascoltato con grande interesse e non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione per fare una bella foto di gruppo in compagnia di una persona così in gamba.
Classe 4^A Odonto


Ricordando i ragazzi del ‘99

Ad un secolo esatto dalla grande guerra, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una lunga intervista al Corriere della sera, in occasione delle celebrazioni del 4 novembre, ricorda il valore dei nostri soldati che hanno consentito la riscossa dopo la disfatta di Caporetto e afferma che "i valori  dei nostri soldati fanno parte della nostra unità nazionale”.
Ripensando alle parole del Capo dello Stato, io mi chiedo quali sono le differenze, a distanza di un secolo, tra noi diciottenni del 2018 e i ragazzi del ’99.
Questi ultimi, nati l’ultimo anno dell’Ottocento, da qui il nome che li ha consegnati alla storia “I ragazzi del ‘99”, sono stati i protagonisti della vittoria italiana a Vittorio Veneto nella prima guerra mondiale. Erano giovani chiamati e istruiti in fretta e furia, inviati al fronte in un momento di gravissima crisi per l’intera nazione. 
Noi, giovani diciottenni, a distanza di 100 anni, abbiamo la fortuna di vivere in una Europa che ci ha garantito e continua a garantirci anni di pace, cresciamo senza frontiere, spostandoci con un volo lowcost e parliamo diverse lingue straniere grazie ai progetti Erasmus. Quindi se quei ragazzi del ‘99 hanno difeso la Patria, a noi ragazzi del 2018 spetta il compito di proiettarla nel futuro. L’unità d’Italia, valore antico, ma quanto mai moderno al tempo dei nazionalismi e degli indipendentismi, dovrebbe renderci orgogliosi della Storia di un popolo che si è unito non per la guerra, ma per per dare un esempio di fratellanza possibile agli altri paesi del mondo. Se i ragazzi del 1899, obbligati ad andare al fronte, hanno dimostrato il loro coraggio, ai ragazzi del 2018 spetta la scelta di contribuire a riaffermare un sano patriottismo ed europeismo per fare dell’Europa un baluardo di pace, non solo per l’assenza di un conflitto armato, ma anche per la capacità di generare pace sociale.
Giovanni Baglieri 4^A Odonto

mercoledì 31 ottobre 2018

E' morto Lello Di Segni uno dei sopravvissuti alla Shoah

Si chiamava Lello Di Segni, aveva 92 anni e ne aveva 17 quando il 16 ottobre del 1943 fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz insieme alla sua famiglia. All'alba di quel terribile giorno i nazisti rastrellarono il ghetto ebraico di Roma costringendo intere famiglia ad abbandonare le loro case, i loro beni e i ricordi di una vita. Furono caricati su vagoni adatti al trasporto del bestiame e affrontarono un lunghissimo viaggio in condizioni disumane. Alcuni morirono durante il viaggio, soprattutto gli anziani e i bambini.
Sopravvissuto a tale tragedia, Lello Di Segni aveva trovato la forza di raccontare ciò che aveva vissuto nel campo di sterminio di Auschwitz per tramandare la memoria di una immane catastrofe che ha segnato profondamente la storia dell'umanità.
Significative le parole di Liliana Segre che ha affermato "Man mano che spariscono le persone temiamo che sparisca la memoria". Rivolgendosi agli studenti e agli insegnanti la senatrice a vita  esorta a fare in modo che quello che è accaduto nel Novecento non diventi solo una riga di un libro di storia e poi nemmeno più quella.
Corrado Moncada 5^ A Odonto

martedì 30 ottobre 2018

Sondaggio sul consumo di bevande alcoliche

Quanto è grave la dipendenza dall'alcol tra i giovani di età compresa tra i 14 e i 19 anni?
Per partecipare al sondaggio in forma anonima vai al link Clicca qui

mercoledì 30 maggio 2018

Dalla fantasia alla realtàODONTOfresh




L’idea è nata dalla discussione in classe sull’argomento della modellazione in scala di elementi dentali, quando tra esempi e paragoni i ragazzi hanno esclamato:“Immagina prof. un dentifricio e uno spazzolino enormi?”
Ho colto al volo la loro "fantasiosa e fantastica" idea e nel giro di pochi giorni abbiamo progettato il lavoro che ci ha entusiasmato e coinvolto per tutto l’anno.
Tra schizzi e bozzetti si è stabilito come formare la struttura portante delle nostre “opere” che i ragazzi hanno prontamente rivestito di cartapesta e successivamente definito e pitturato con gli smalti. 
Hanno partecipato attivamente le classi terze dell’Odonto  (3AO-3BO) con il contributo della classe 3BM dell'indirizzo Manutenzione, seguita dal prof. Dimartino.
I nostri mega dentifricio e spazzolino hanno destato ammirazione ed entusiasmo da parte di tutta la comunità scolastica la quale non perde occasione per fare un selfie.
Il prossimo anno stiamo attenti a fantasticare… perché tutto si può realizzare!!! 
Buone vacanze!
     Caterina Lazzara

mercoledì 23 maggio 2018

Il 22 maggio 1978 viene approvata la legge 194La legge sull’aborto compie 40 anni


Dopo anni di battaglie da parte di tante donne e di molti partiti politici, il 22 maggio di 40 anni fa, in Italia veniva approvata la legge 194 che legalizzava l’aborto volontario. Infatti prima di allora l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) era considerata un reato e molte donne, spesso minorenni, ricorrevano all’aborto clandestino, mettendo a rischio la loro vita. Questa legge consente alle donne di ricorrere alla interruzione volontaria di gravidanza in una struttura ospedaliera nei primi novanta giorni di gestazione; invece tra il quarto e il quinto mese è possibile ricorrervi solo per motivi di natura terapeutica, quando la gravidanza e il parto comportano un grave pericolo per la vita della donna o quando sono presenti processi patologici che costituiscono un grave pericolo per la salute della donna. Due anni dopo, nel 1981, fu indetto un referendum popolare per cancellare tale legge, ma vinse il NO e la legge 194 rimase in vigore. 
Dopo 40 anni qual è la situazione in Italia? Da indagini condotte al riguardo, risulta che gli aborti volontari sono in continua diminuzione, probabilmente perché è aumentato l’utilizzo di strumenti farmacologici per l’aborto oppure perché molte donne si recano presso strutture non controllate. Dalle indagini emerge inoltre che mentre cala il numero delle donne italiane che ricorrono all’aborto, è alto quello delle donne straniere. In questi anni è cambiata anche l’età media delle donne e risulta che la fascia con più interruzioni volontarie di gravidanza è quella di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Risulta inoltre che in alcune regioni italiane aumentano sempre più gli obiettori di coscienza, ossia i ginecologi che si rifiutano di praticare interruzioni di gravidanza. Questo purtroppo ha come conseguenza la limitazione del diritto alle scelte riproduttive e alla salute di molte donne del nostro Paese.
La classe 5 A Odonto 

venerdì 11 maggio 2018

Europe Day: preserviamo Il nostro patrimonio culturale

La festa dell’Europa si celebra il 9 maggio di ogni anno, data che ricorda il giorno del 1950 in cui ci fu la presentazione da parte di Schuman del piano di cooperazione economica, che segnò l’inizio del processo di integrazione europea.
Il tema di eTwinning 2018 e’ stato il Patrimonio Culturale, poiché esso non rappresenta solo la memoria del nostro passato, ma anche la chiave del nostro futuro. Infatti, prendendoci cura di esso, possiamo scoprire la nostra diversità e avviare un dialogo interculturale su ciò che abbiamo in comune.
Così, per celebrare questa giornata, abbiamo aderito  all’evento coordinato dal professore Ruffino, “Make a Cultural Heritage puzzle”, durante il quale ogni scuola partecipante ha scattato una foto di un monumento rappresentativo della zona e con un apposito programma ha creato un puzzle che gli altri partner si divertiranno di ricomporre. 
In ogni puzzle e’ stato inserito il logo eTwinning e lo slogan “ United in diversity”.
Tra i monumenti proposti la Tour Eiffel, il palazzo Topkapi, la Valle dei Templi, la porta di Brandeburgo, ma anche il Castello dei Conti di Modica, da noi scelto perché, già dal Medioevo, importante centro politico, militare ed economico, sede di importanti famiglie di origini francesi come i Chiaramonte o spagnole come i Cabrera o gli Enriquez. 
Il castello e’simbolo dell’importanza della città della Contea, sede UNESCO e patria di Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura.
Ecco a voi il link https://www.jigsawplanet.com/?rc=play&pid=387fcbb1c52e  e Happy eTwinning day!
Giovanni Baglieri e Simone Maucieri 3° A Odonto

“All’ombra dell’ultimo sole s’era assopito un pescatore e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso”Note di classe: Fabrizio De Andrè

Anche una sola canzone, tra le tante da lui composte, basta per capire chi fosse Fabrizio De Andrè, uno dei più grandi cantautori italiani. Colto, sensibile, amico degli umili, si è sempre schierato con gli ultimi, gli emarginati, i ribelli, quelli che vorrebbero cambiare il mondo. Infatti nelle sue canzoni Faber sceglie spesso come soggetto gli umili e li descrive con grande sensibilità. Anche “Il pescatore” appartiene a questa schiera. In questa canzone  si parla di un vecchio che si addormenta al tramonto del sole, ma improvvisamente gli compare davanti un assassino, impaurito ed affamato, che gli chiede del pane e del vino. Il pescatore spezza il pane e gli dà il vino, senza pensarci due volte. L’assassino poi fugge di corsa, perché è inseguito. Di lì a poco arrivano i gendarmi a chiedere al vecchio pescatore se abbia visto passare un assassino, ma lui non risponde. La canzone ha come tema la carità: il pescatore aiuta un uomo che gli chiede da mangiare, senza fermarsi a giudicarlo per quello che è o ciò che ha fatto, in quanto negli "occhi grandi da bambino, due occhi enormi di paura", il pescatore vede la sua sofferenza e gli vuole dare la possibilità di salvarsi.
Miriana Cappello 3AOdonto

venerdì 27 aprile 2018

"Il filo conduttore" ottiene il premio nazionale "Giornalista per un giorno"

Nella natura incantevole che fa da cornice alle Terme di Chianciano, presso il Palamontepaschi, la redazione, composta da docenti e studenti, del giornalino on-line “Il filo conduttore” dell’Istituto G. Curcio di Ispica, ha partecipato alla cerimonia di premiazione, all’interno del concorso organizzato dall’Associazione Nazionale di giornalismo scolastico, ottenendo il prestigioso premio nazionale “Giornalista per un giorno”. 
Dopo aver superato le selezioni del monitoraggio effettuato su 1.856 giornali scolastici, il  blog “Il-filoconduttore.blogspot.it”  è entrato a far parte delle migliori 100 testate scolastiche italiane.
La Redazione 


martedì 27 marzo 2018

La mia coverA scuola con… Rihanna

E’ stato per me un vero piacere “incontrare” a scuola Rihanna, star mondiale e icona della cultura Pop. Dopo aver studiato la sua biografia che abbiamo confrontato con quella di Beyonce, ci siamo soffermati con un suo pezzo davvero speciale “Umbrella”, il piu’ famoso in assoluto, che la cantante ha eseguito in collaborazione con il rapper Jay-Z, riuscendo a vendere otto milioni di copie e diventando cosi uno dei singoli più venduti della storia della musica. Ascoltare e cantare canzoni in lingua aiuta a familiarizzare con le costruzioni della lingua in modo automatico e senza fare sforzi, con i suoni e quindi con la pronuncia, ad ampliare il vocabolario e prendere confidenza con lo slang. Io amo cantare, la mia canzone preferita è “Stay”, canzone struggente, lenta, un testo semplice ma pieno di significato. Parla della tentazione e del fallimento di far resistere un amore, con la presa di coscienza che lei non può vivere senza di lui tanto da chiedergli di rimanere: ”I want you to stay, stay”. Ve la propongo in una mia cover.https://www.youtube.com/watch?v=Nc6Y2i03Fr0
Roberta Re  4B Odonto

“Allacciamoci alla vita"

Sulle strade italiane purtroppo si consuma una vera e propria strage che coinvolge molto spesso giovani al di sotto dei 30 anni. In qualità di rappresentante di Istituto ho sentito il dovere di proporre e trattare questo argomento, invitando presso la nostra scuola l’Associazione Archè per un momento di sensibilizzazione alla sicurezza stradale. Mostrando filmati molto forti, dal contenuto drammatico, le psicologhe Daniela Giunta, Giuseppina Lo Piccolo e Mary Baglieri hanno presentato il loro progetto “Allacciati alla vita” trattando argomenti che riguardano da vicino noi adolescenti, come l’uso di droghe e di alcol. Molto toccante è stato l’intervento dell’operatore del 118, Lorenzo Ricca che con grande commozione ha portato la sua testimonianza.
Giovanni Baglieri 3°A Odonto

lunedì 26 marzo 2018

“Speak me and I forget, teach me and I may remember, involve me and I learn”Let's mind our own business!

E’ ormai alle ultime battute il nostro ultimo progetto eTwinning, quest’anno collegato al mondo del lavoro.
“Let’s mind our own business”, come suggerisce il titolo, è finalizzato infatti a farci acquisire  competenze nell’ambito delle nuove tecnologie e dell’inglese commerciale. Esso ha coinvolto più di cento membri tra docenti e alunni provenienti da ben cinque scuole ed è stato articolato in diverse sezioni.
Dopo alcuni lavori preparatori,” brainstorming”, “trading cards” e Cvs con cui ogni alunno si è presentato, sono state formate diverse piccole aziende che spaziano dal turismo, all’informatica, dal giardinaggio all’artigianato. Ogni azienda ha scelto un nome, un logo, uno sponsor, ha fatto swot analysis  e ha creato un proprio spot pubblicitario. Nella nostra classe, dividendoci in gruppi, abbiamo dato vita a quattro aziende afferenti al nostro indirizzo di studi, tutte battezzate col nome della nostra scuola: Curcio Dental Lab, Curcio Orthodontics, CurcioDental Materials e Curcio Dental Hygiene.
Dopo gli abbinamenti con le aziende estere e un successivo scambio di mail, con cadenza quindicinale abbiamo simulato delle riunioni di lavoro via Skype, (sono stati dei giovedì indimenticabili) nelle quali abbiamo preso accordi per la realizzazione di servizi o prodotti. Così i nostri partner ungheresi hanno realizzato per noi un sito web, un app funzionale ad insegnare ai bambini le corrette regole di igiene orale e ci hanno fornito addirittura consulenza astrologica. Noi, da parte nostra realizzeremo dei magneti rappresentanti la nostra Sicilia, dei molari e un porta dentifricio progettati dai partner in 3D e spediti via posta.
Riteniamo che Il nostro prodotto più originale sia un dentifricio all’olio di cocco, realizzato con i prodotti naturali inviatici dall’azienda Secret Garden. Una lista completa dei prodotti creati insieme è stata inserita in un magazine online.http://anyflip.com/tjal/kdqo/
Non solo lavoro! Dopo le “Christmas Offers” e lo scambio di Christmas cards le aziende si sono prese un periodo di meritato riposo “ winter escaping”, caratterizzato da coinvolgenti giochi di squadra online .Il periodo natalizio ci ha anche dato l’occasione di conoscere alcuni aspetti tipici della cultura dei Paesi partner.
L’evento conclusivo,” Big Event”, si è tenuto l’8 marzo in videoconferenza ed è stato introdotto da “quotes” e una poesia sulle donne recitate dai vari ragazzi. Tutte le scuole partecipanti hanno tirato le somme di questi cinque mesi di lavoro, indicandone i punti di forza, di debolezza, ma soprattutto la gioia di lavorare insieme. 
Martina Petrolo, che  ha rappresentato la scuola Italiana, ha definito il Progetto un’avventura indimenticabile che porteremo per sempre nel cuore.
Gli alunni della 5 A Odonto

Let's mind our own business

Tell me and I forget, teach me and I may remember, involve me and I learn!" 
Linked to the world of job, our latest etwinning project  is being finalized.” Let’s mind our business”, as the title suggests, is aimed at improving new technologies skills and business English. 
The project founders are Eva Toth and Maria Elena Di Giorgio, there are morethan 100 members involved  between students and teachers from Romania, Hungary and Italy,  all  coordinated by the Hungarian teacher Mrs Toth.
After some introductory tasks , such as brainstorming, introducing each other by trading cards and  C.V. several small firms were set up in different fields of expertise: gardening, tourism, info-tech, dental care, astrology, beauty care, advertising, handmade souvenir…
Each company had to make up a name, logo, slogan, and even an advertisement for their firm. Then each company was matched with a foreign one and real business began. The first step was exchanging mails in order to start collaboration, then  business meetings via Skype were organized to agree on details for the production of items and services. A website, a app with a quiz for dental hygiene, and 3d models have been created by Hungarian partners, a natural coconut oil toothpaste  was born thanks to the cooperation between Italian and Romanian partners, an astrological service of fortune telling was even offered by Hungarians to  an Italian firm . A complete list of the common created products is summarized in a online newspaper. http://anyflip.com/tjal/kdqo/
Not only work! After Xmas offers and exchanging Xmas cards, firms went on holiday, escaping with riddles, jigsaws etc… they had fun and relax.
What’s more they had the opportunity to know some partners cultural aspects related to the festivity.
The closing event was held on March, 8th  via eTwinning live and it was introduced by quotes on women  and a poem cited by the Hungarian Student David Pallagi. During the big meeting, all the five school partners filled in a questionnaire to summarize feelings, facts , positive and negative things of these five months of hard work.  The last word to Martina Petrolo, from Italy, who  has defined the project as an amazing adventure and an unforgettable experience she will carry in her heart ever!
Maria Elena Di Giorgio

giovedì 22 marzo 2018

L'acqua: un bene da salvaguardareGiornata mondiale dell’acqua

La Giornata mondiale dell’acqua è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e si celebra ogni anno il 22 marzo, per richiamare l’attenzione di tutti sull’importanza di valorizzare e proteggere le risorse idriche. 
Quest’anno è stato scelto il tema “Nature For Water”, la “Natura per l’acqua”, per discutere sulle soluzioni che la natura stessa ci offre per conservare e ripristinare il ciclo naturale dell’acqua. Tali soluzioni potrebbero essere nuovi investimenti nelle foreste e nelle innovazioni tecnologiche. 
In occasione di questa giornata sono stati diffusi dati allarmanti sulla crescente scarsità delle risorse idriche. Dai dati dell’Unesco, infatti, emerge che 1,8 miliardi di persone vivono in zone desertificate e 2,1 miliardi di persone non dispongono di acqua potabile pulita. Considerando che la popolazione mondiale crescerà di 2 miliardi entro il 2050, un miliardo di persone potrebbe soffrire per la mancanza di acqua. 
Inoltre secondo un rapporto dell’Unicef quasi 600 milioni di bambini entro il 2040 vivranno in aree con limitate risorse idriche. 
È necessario quindi correre ai ripari e innanzitutto ripartire dalla natura per trovare le soluzioni che essa stessa ci offre. 
A livello locale, tali soluzioni devono coinvolgere soprattutto le amministrazioni comunali che dovrebbero garantire dei servizi di manutenzione delle reti idriche cittadine, rendendole efficienti, nel rispetto del bene pubblico più prezioso: l’acqua. 
Anche i cittadini comunque devono fare la loro parte come ad esempio usare l’acqua solo per scopi primari e seguendo tanti piccoli accorgimenti come ad esempio evitare di lasciare i rubinetti aperti, che ci consentono di non sprecare quello che oggi viene definito l’oro blu.
                             Miriana Cappello 3A Odonto

martedì 20 marzo 2018

Giornata mondiale della Felicità#happiness

Via i visi tristi e sorridete, perché oggi 20 marzo è la “Giornata mondiale della Felicità”, istituita nel 2012 dall’ONU per promuovere lo sviluppo di una vita migliore per tutti!
Come essere felici ? 
Non ci sono delle regole o un protocollo da seguire per essere felici, basta solo non arrabbiarsi per ogni cosa, cercando il lato positivo anche nelle avversità, rispettare il prossimo e l’ambiente in si vive, fare di tutto per realizzare i propri sogni e poi si sa, la felicità è contagiosa! Ognuno deve fare la sua parte. 
Noi studenti dell’ indirizzo odontotecnico studiamo per diventare dei “ tecnici del sorriso”, perché anche l’estetica è fondamentale, un bel sorriso dipende dai denti e dalle labbra e si sviluppa in armonia con la composizione e con le simmetrie del volto. Ogni viso è unico e non possono esserci due sorrisi identici, esistono però regole e parametri estetici che dobbiamo rispettare per un sorriso esteticamente perfetto.
"Ci vogliono settantadue muscoli per fare il broncio, ma solo dodici per sorridere! Provaci per una volta!"(Mordecai Richler)
Giovanni Baglieri 3A Odonto

domenica 11 marzo 2018

Breve storia di una ricorrenzaPerchè l'8 marzo?

Ogni anno l’8 marzo si celebra la Festa della Donna, una ricorrenza per sottolineare l’importanza delle donne nel mondo. Ma perché è stata scelta questa data?
E’ consuetudine far risalire la celebrazione della giornata dell’8 marzo ad una tragedia accaduta nel 1908, che ha avuto come vittime molte operaie di una industria tessile, rimaste uccise in un incendio. Ma nelle cronache non vi è traccia di questo avvenimento che probabilmente non è mai accaduto o è stato confuso con l’incendio di un'altra fabbrica dove rimasero uccisi tantissimi operai. 
In realtà, le radici della ricorrenza dell'8 marzo sono da ricercare nel movimento internazionale socialista delle donne, quando nel 1907 Clara Zetkin, delegata del partito socialdemocratico tedesco e dirigente del movimento operaio, insieme a Rosa Luxemburg, teorica della rivoluzione marxista, fondatrice del Partito socialista polacco e del Partito comunista tedesco, organizzarono la prima conferenza internazionale della donna. La prima giornata della donna fu celebrata negli Stati Uniti il 28 febbraio 1909 su iniziativa del Partito socialista americano che organizzò una manifestazione in favore del diritto di voto alle donne. Dopo questa manifestazione, nel 1910, in occasione della Seconda Conferenza Internazionale delle donne, che si svolse a Copenaghen, si discusse di istituire una festa ufficiale, ma non fu stabilita una data precisa. 
La data dell'8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917. In quel giorno le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra. Fu questo evento che ispirò le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca, quando scelsero di  istituire la Giornata Internazionale dell'Operaia.
In Italia è dall’8 marzo 1946 che si celebra tale Festa, un’occasione importante per rivendicare i diritti delle donne e per difendere le conquiste importanti ottenute in tanti anni di lotte.
Francesca Rizza e Mattia Frasca 3A Odonto

sabato 10 marzo 2018

Un'occasione per riflettere8 Marzo: la Festa delle Donne

Come ogni anno, giorno 8 marzo, si celebra la Festa delle Donne, importante per sottolineare il valore delle donne nel mondo e per cercare di cancellare definitivamente disuguaglianze e discriminazioni che coinvolgono il mondo femminile.
Nella società di oggi, purtroppo, la differenza tra uomo e donna continua a essere fortemente percepita, soprattutto in ambito economico e lavorativo.
Secondo alcuni dati, in Europa, a parità di mansioni, uomini e donne non godono della stessa retribuzione e nonostante l’inserimento delle donne in ambito lavorativo, negli ultimi decenni, sia aumentato, il numero di donne attive resta molto inferiore rispetto agli uomini.
Inoltre la differenza di salario tra uomini e donne si amplia generalmente in relazione all’età, soprattutto quando le donne hanno figli.
Secondo recenti stime, con ogni nascita le donne perdono in media il 4% del loro stipendio rispetto a un uomo.
Al ritmo attuale ci vorranno molti anni per poter porre fine a questo divario.
Questi dati fanno molto riflettere in quanto in un Paese molto sviluppato come l’Italia non dovrebbero esserci differenze tra uomini e donne.
L’8 Marzo, quindi, non è solo una giornata per festeggiare, ma anche e soprattutto un’ occasione per riflettere.
Simone Mauceri 3 A Odonto

Per me la donna, dentro e fuori di casa, è sempre stata come il pane, necessario, indispensabile alla mia esistenza e alla mia sopravvivenza. Come l'aria.La mimosa, simbolo della Festa della donna, in un racconto di Andrea Camilleri

E’ tutta italiana l’usanza di regalare in occasione della “festa della donna”, il fiore di mimosa, fiore partigiano, segno di sorellanza, di vicinanza, di riconoscimento per le conquiste politiche, sociali ed economiche e le violenze da loro subite nella storia. La proposta di regalare il fiore di mimosa fu fatta da due donne simbolo dell’ Unione Donne Italiane: Rita Montagnana e Teresa Mattei che con coraggio e caparbietà nel lontano 1946 lanciarono l’idea di questo fiore. Teresa Mattei raccontò che la mimosa era il fiore che i partigiani erano soliti regalare alle staffette, ossia le donne che durante la Resistenza portavano notizie ai partigiani.
E a proposito di mimose voglio riportare il racconto di Andrea Camilleri che si dice poco persuaso di questa Festa, ma spiega perché e la conclusione del suo ragionamento fa riflettere molto. Grande Camilleri!
QUANDO LE MIMOSE INGANNANO
Se proprio devo essere sincero fino in fondo, a me questa storia della Festa della Donna, che fanno cadere l'8 di marzo, non mi ha mai persuaso. Come non mi hanno mai persuaso né la festa della Mamma, né quella del Papà. Su quest'ultima, poi, mi viene addirittura da sghignazzare: noi padri siamo così certi della legittimità della nostra discendenza? Al di là di ogni ragionevole dubbio, come dicono gli americani? Certe leggi degli antichi romani dimostrano che quelli, già all'epoca, un pensierino sulla faccenda ce l'avevano fatto. Lasciamo perdere, perché l'argomento è delicato assai.
Il fatto è che io, mentre entusiasticamente partecipo ad ogni festa comandata che mi risulta dal calendario, m'ammoscio invece quando si tratta di celebrare feste a comando. E tra i due tipi di feste ci corre una differenza grande come una casa.
Mi è capitato in questi giorni, nell'approssimarsi della Festa della Donna, di parlarne con altri mascoli. Tutti indistintamente hanno avuto la stessa reazione iniziale: hanno abbassato la voce e si sono guardati sospettosamente attorno. Quello che più di tutti ha dimostrato sgomento alla mia domanda, si è dichiarato il più entusiasta della Festa, e a gran voce proclamava la sua convinzione, in modo che le donne che in quel momento ci passavano vicino potessero distintamente sentirlo. Era chiaro che avrebbe festeggiato per esorcizzare in qualche modo la gran paura che le donne gli fanno.
Altri, che hanno affermato essere la festa non solo doverosa, ma sacrosanta, lo facevano in evidente malafede: antifemministi nel profondo del loro animo, la Festa dava loro l'occasione di passare una mano di colore alla loro facciata. Uno mi ha risposto che lui le donne le rispettava, ma che non trovava un solo motivo per festeggiarle. "Tu festeggeresti chi ti ha ammaccato l'auto?". Rimasi sorpreso: "Che c'entra l'auto?". E lui: "Guarda che a causa della donna ci abbiamo rimesso una costola e ci siamo giocati l'Eden". Io gli ho fatto notare che stava riesumando una storia vecchia. "Sarà vecchia" ha ribattuto lui "ma dura ancora".
Un altro amico, del quale è a tutti noi nota la disgrazia d'avere in casa una moglie dal carattere insopportabile, mi ha risposto che, come ogni anno, avrebbe festeggiato la sua sposa alla grande. Non c'era ombra di ironia né nei suoi occhi né nella sua voce, Ma dovette intuire il mio stupore. "Vedi" mi spiegò "le sono grato perché il doverla sopportare quotidianamente mi avvicina sempre più alla santità": A parere di un altro, che vede sempre e dovunque complotti, la Festa della Donna ci è stata imposta, attraverso media e persuasori occulti, dalla "Multmim", la quale sarebbe, sempre secondo lui, una potente multinazionale organizzata dai coltivatori di mimose. Insomma, non sono soltanto io a non essere persuaso.
Prima di dire il mio perché, vorrei amichevolmente mettere in guardia le donne: si ricordino che i giorni festivi sono infinitamente inferiori a quelli che festivi non sono, non si lascino ingannare dal regalo delle mimose, la vecchia saggezza popolare c'insegna che "Passata la festa, gabbato lo santo": In quanto alla mia ragione di perplessità, essa è molto semplice. Quando ero picciotto, ci dicevano di onorare il pane, profumo della mensa, gioia della casa e via di questo passo. Per me la donna, dentro e fuori di casa, è sempre stata come il pane, necessario, indispensabile alla mia esistenza e alla mia sopravvivenza. Come l'aria. E a qualcuno è mai venuto in mente di istituire una Festa dell'aria che respiriamo?
(Andrea Camilleri - da "Racconti quotidiani")
Giovanni Baglieri 3A Odonto

sabato 27 gennaio 2018

"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario" Primo LeviIl Giorno della Memoria

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria istituito per ricordare tutte le vittime del Nazismo, il regime dittatoriale che si affermò in Germania negli anni Trenta con a capo Adolf Hitler. E’ stata scelta questa data perché il 27 gennaio del 1945 l’Armata Rossa abbattè i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, liberando i pochi sopravvissuti e mostrando al mondo l’orrore.
La politica di Hitler si fondava sul razzismo, cioè sulla teoria che la razza germanica fosse superiore alle altre. Per questo, ma anche per motivi economici, venne organizzata la persecuzione degli Ebrei, ritenuti appartenenti a una razza inferiore.
La persecuzione contro gli ebrei cominciò ufficialmente nel 1935 con l’emanazione delle leggi razziali, chiamate anche Leggi di Norimberga.
Gli ebrei furono proclamati per legge “razza inferiore”, furono espulsi dalle scuole di Stato, privati della patente di guida e non poterono più entrare nei locali pubblici, né sposarsi con gli ariani.
Sui treni dovevano viaggiare in scompartimenti separati; a migliaia furono cacciati dai posti di lavoro e i loro negozi furono chiusi. Dal 1935 la campagna antisemita fu seguita da una serie di azioni concrete: prima i negozi ebrei vennero “segnalati” con la scritta Jude e la stella di David, poi vennero distrutti, come accadde nella “notte dei cristalli”. Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, in Germania furono infrante le vetrine dei negozi di proprietà ebraica, furono incendiate case e sinagoghe e furono uccisi o arrestati tantissimi ebrei.
Subito dopo una raffica di leggi razziali durissime colpì ebrei, zingari, portatori di handicap e malati di mente. A tutti costoro la vita fu resa impossibile: cominciarono le deportazioni nei lager, organizzati all’inizio come campi di lavoro per l’industria bellica alla quale la manodopera tedesca non bastava più.
Nel 1941 quando l’intero mondo era in guerra, i nazisti decisero di procedere alla eliminazione degli ebrei che si trovavano nei territori sottoposti in quel periodo al loro dominio.
Questa operazione fu chiamata “soluzione finale”. Sei milioni di ebrei furono deportati nei campi di sterminio dove dopo inenarrabili sofferenze, furono eliminati nelle camere a gas e nei forni crematori . Erano vecchi, giovani, donne, bambini: intere famiglie che arrivavano nei campi di concentramento dopo viaggi allucinanti in vagoni piombati dove venivano accatastati per giorni senza cibo, né acqua, né servizi igienici. Gente come noi che, subito dopo l’arrivo, veniva separata dai suoi cari e poi completamente privata della sua identità: spogliata, rapata a zero, rivestita di un pigiama a righe, marchiata a fuoco sul braccio con un numero. Ci fu chi morì quasi subito e chi resistette per mesi. I letti nelle baracche erano tavolacci a castello in cui dormivano dalle tre alle sei persone. Nel filo spinato delle recinzioni passava una corrente fulminante e molti ci si buttavano sopra per smettere di soffrire. La maggioranza degli internati era addetta a lavori pesantissimi e quelli arrivati all’esaurimento, venivano avviati a “fare una doccia”. Dalle docce però non usciva l’acqua ma un gas che li portava alla morte.
Sei milioni di ebrei entrarono nei lager e circa sei milioni morirono.
Anche in Italia, alleata della Germania, nel 1938 furono emanate le leggi razziali e tantissimi ebrei italiani furono deportati nei campi di sterminio. Pochissimi riuscirono a sopravvivere e trovarono il coraggio di raccontare le sofferenze e l’orrore che avevano visto con i loro occhi. Tra questi lo scrittore torinese Primo Levi il quale, deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, riuscì a sopravvivere grazie alla sua conoscenza del tedesco e alla sua attività di chimico presso il laboratorio del campo. Primo Levi ci ha lasciato una preziosa testimonianza. Il suo libro più famoso Se questo è un uomo nacque dal bisogno di liberarsi dal peso di un ricordo e da un dovere morale e civile di testimonianza. Il libro si apre con una poesia che porta lo stesso titolo del libro. In essa Primo Levi descrive la condizione disumana a cui i prigionieri erano ridotti e ci ammonisce a ricordare e riflettere affinché non si ripetano esperienze simili. La scuola ha il compito di tenere vivo il ricordo di quanto è accaduto in quegli anni perchè la Memoria è il migliore antidoto contro ogni forma di razzismo. 
Classe 3° A Odonto

domenica 21 gennaio 2018

Il Club Kiwanis in aiuto dei minori stranieriOltre la frontiera, la speranza

Sabato 13 gennaio 2018 a Pozzallo nello spazio culturale “Meno Assenza” si è svolto un convegno dedicato ai minori stranieri non accompagnati. L’iniziativa, organizzata dal Kiwanis Club di Scicli- Divisione 3 Sicilia Sud-est, guidato dalla professoressa Giovanna Manenti, si è  abbinata alla Giornata  mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra il 14 gennaio ed è in sintonia con la tematica adottata quest’anno dal service europeo Happy child. 
“Il convegno - spiega la presidente Manenti - vuole essere un momento per approfondire la realtà dei minori che ogni giorno giungono sulle nostre spiagge e tutti gli itinerari normativi e burocratici che si devono percorrere per poter tendere una mano a questi bambini anche  alla luce della recente legge 47/2017”.  
Sono intervenuti ai lavori il Prefetto di Ragusa dottoressa Maria Carmela Librizzi, il Sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, la presidente del Kiwanis Club di Scicli prof.ssa Giovanna Manenti, il responsabile Unicef Enrico Noviello, l’avvocato Maria Paola Malandrino esperta di diritto minorile, l’ingegnere Giancarlo Bellina, responsabile nazionale service europeo Happy Child, il governatore del Kiwanis Italia San Marino Giuseppe Cristaldi,  la dott.ssa Giovanna Scifo responsabile della Casa delle culture di Scicli e il dottor Antonio Davì luogotenente governatore della Divisione 3 Kiwanis Sicilia  Sud-est e primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale di Modica, la dott.ssa Emilia Pluchinotta responsabile dell’hotspot di Pozzallo. Ha moderato i lavori l’avvocato Monia Albino.  Emozionanti per il pubblico i momenti di lettura recitata  sul testo “Oltre la frontiera, la speranza” scritto dalla prof.ssa Domenica Varano e curato dai ragazzi dell’indirizzo Odontotecnico dell’Istituto Curcio di Ispica. Un brano che racconta i pensieri e le emozioni di una mamma e di una bambina che affrontano l’odissea nel mare pur di andare oltre la frontiera.
I ragazzi del Curcio hanno anche curato la vendita  di barrette di cioccolato di Modica, vendita che permetterà al Kiwanis Distretto Italia-San Marino di contribuire alla raccolta fondi  per Happy Child.
Hoda Sabrane 4^A Odonto

giovedì 18 gennaio 2018

Chi ha visto una volta il cielo di Palermo non potrà mai più dimenticarlo. (Johann Wolfgang von Goethe)Palermo Capitale Italiana della Cultura

Importante riconoscimento per la città di Palermo che è stata nominata Capitale Italiana della cultura per il 2018, in quanto città “originale di elevato valore culturale, di grande respiro umanitario, fortemente e e generosamente orientato all’inclusione, alla valorizzazione del territorio e delle produzioni artistiche contemporanee”.
Fondata dai Fenici con il  nome di Zyz (fiore) Palermo è una città ricca di storia e tradizioni. Essa infatti vanta tantissimi monumenti in stile normanno e barocco. Elencarli tutti è impossibile, ma come esempio vogliamo citarne alcuni: la Cattedrale che è stata inserita tra i Patrimoni dell’Unesco, la chiesa di San Domenico dove sono sepolti molti personaggi illustri della storia italiana, il Palazzo dei Normanni antica dimora dell’imperatore Federico II e oggi sede dell’Assemblea siciliana e il Palazzo Chiaromonte, per non parlare dei numerosi musei che sono in grado di soddisfare i gusti e le curiosità più disparate.
Visitando Palermo non si può rimanere indifferenti di fronte alle sue numerose specialità gastronomiche locali, come i panini con la “meusa”, con le panelle, gli arancini di riso, per citare solo alcune delle numerose specialità di questa meravigliosa città. 
Orgoglioso di questo riconoscimento è il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che in una intervista dice “Essere capitale della cultura conferma lo straordinario momento di rinascita della città e il suo essere divenuta luogo del dialogo e dell’arricchimento tra le culture, che è la base di una cultura che guarda al futuro”.
Nel cuore del Mediterraneo, Palermo infatti è un incontro di culture tra loro molto differenti, che ha portato alla creazione di questo gioiello. 
Federica Buffa, Hoda Sabrane e Concetta Fiderio 
5^A Odonto