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sabato 21 settembre 2019

Intervista esclusivaMaurizio Franzò, il preside, l’uomo


 Qual è il punto di maggior orgoglio nella scuola?
Assaporo l’orgoglio quando vedo gli sforzi che compiono i vari docenti, il personale  e gli studenti spendersi per la scuola, per concretizzare idee, progetti, iniziative.
Da quanto tempo riveste questo ruolo?
Svolgo il ruolo di dirigente scolastico dal 2007, per cui sono 12 anni.
Cosa può essere migliorato all'interno dell'istituto?
Dal mio punto di vista, per una questione di impostazione personale, sia in campo lavorativo che nella vita quotidiana, ci può sempre essere qualcosa da migliorare. Immaginare che tutto possa essere perfetto è impossibile. Ci sono cose non dipendenti da me come i locali scolastici, nei quali occorrerebbe una rivisitazione al fine di creare  altri spazi  per gli alunni o per lo svolgimento di varie attività. Ma nonostante gli sforzi che è possibile eseguire, non dipende tutto da me. Per esempio, avrei voluto che l'istituto avesse una sorta di refettorio, una mensa nella quale trascorrere la pausa ricreativa o gli intervalli pomeridiani. Un altro desiderio sul quale si potrebbe lavorare molto è quello di rendere l' attività che svolgono gli studenti più armonica. Questo perché talvolta il ritmo che viene imposto nell' attività didattica non risulta equilibrato durante l'anno. Si alternano, infatti, momenti di accelerazione, momenti di pressione e di tensione, a momenti di eccessivo rilassamento. Tante altre situazioni andrebbero rivisitate sempre partendo da un vero  confronto. Ciò che ancora andrebbe migliorato è il coinvolgimento dei genitori. Nella scuola ci sono infatti circa 1.200 studenti, dovrei ritrovarmi circa 2500 persone che vengono a parlare ai docenti, a conoscere ... E questo non accade. Lo si vede soprattutto nelle elezioni degli organi collegiali, nei quali è presente il 10 %dei genitori. Ma questo non è un problema solo del nostro istituto, ma un problema generale di tutte le scuole, soprattutto quelle secondarie. Occorrerebbe un' intera giornata per rispondere a questa domanda.
Volevamo sapere se ha particolari progetti futuri per la nostra scuola ?
Dopo 12 anni di lavoro qui, arriva il momento in cui si programma qualche iniziativa.  I progetti futuri in questo momento sono finalizzati a rendere in alcune sezioni e in alcuni indirizzi l'attività didattica più agevole; ci sono delle zone di sofferenza, ma purtroppo dovute sempre ai locali scolastici. Il nostro istituto accoglie e raccoglie da parte delle famiglie una positività, noi vediamo un numero di iscritti che va ad aumentare, abbiamo delle classi che aumentano e io non ho disponibilità di spazio fisico nelle aule. Per esempio quest'anno scolastico avrete notato che abbiamo trasferito due classi dell'alberghiero nei locali che di solito vengono utilizzati nei licei, se continua il trend il prossimo intervento sarà una riorganizzazione dell'attività didattica: nel senso che le lezioni non potranno più essere fatte in un'unica classe, ma sarete voi a girare per le aule in base alle materie. Questo laddove avremo la necessità di avere spazi in più e faremo probabilmente lavorare su cinque ambienti sette classi. Quindi lo sforzo, il programma futuro è riuscire a dare risposta alle esigenze che hanno le famiglie di iscrivere i loro figli nel nostro istituto. Siccome noi vogliamo accogliere tutti troveremo una soluzione concordandola con voi e con gli insegnanti, perché  dovrebbe cambiare l'aspetto proprio organizzativo della scuola.
Le è mai capitato di dover prendere decisioni drastiche a scapito dell'istituto?
No, a scapito dell'istituto inteso a danneggiarlo, mai. Decisioni drastiche intendendole come decisioni non programmate e quindi, dover dare una risposta immediata, sì,  ma non a scapito dell'istituto. Non ho memoria in tal senso, non mi sembra.  Tramite decisioni nell'immediato, assumendomi la responsabilità ovviamente, qualcuno si è visto danneggiare probabilmente, ma non mi pare. Sarà perché forse dimentico le cose negative più facilmente.
Quali sono gli obiettivi che si augura per i suoi studenti?
Svolgendo questo ruolo per me non siete solo studenti , siete figli di tanti genitori e in quanto tale, mi immedesimo in loro. Quindi quello che mi auguro è che possiate affrontare tutti i problemi che in questa fase della vostra vita si presentano: nello studio, nelle relazioni con i vostri compagni, nel rapporto con i vostri docenti. E ancora  che possiate lavorare a scuola serenamente e, in modo equilibrato, raggiungere un livello di conoscenze e competenze che vi consenta di poter affrontare bene ciò che è fuori dalla scuola. Questo è il mio auspicio e il filo conduttore nel mio lavoro qui ogni giorno. Spero infatti di essere in grado di organizzare e di rendere il vostro ambiente di lavoro il più sereno possibile. Non sempre, però, è possibile , perché le dinamiche sono tante e le variabili sono eccessive. Lo sforzo, dovuto alle differenti dinamiche e alle eccessive variabili, è dunque finalizzato a questo.
Qual è il clima che aspira ad ottenere  all'interno della sua scuola?
Come intendevo prima, dovrebbe essere un clima relazionale nel quale i problemi si affrontano,non si pongono soltanto, e cercare ad essi la soluzione più adeguata. Se mi viene chiesto se questo clima è già esistente o no, riguardo ciò abbiamo svolto un'indagine  qualche anno fa dalla quale emergeva che il personale amministrativo, tecnico e ausiliare, soffriva dell'eccessivo lavoro che c'era nell'istituzione scolastica. E allora non sempre si riesce a creare un clima dove si ha il tempo per affrontare in modo utile e opportuno i problemi che si presentano. Il mio auspicio è realizzare un clima nel quale regni il dialogo, uno strumento per trovare soluzioni compatibili alle regole, evitando dunque di agire andando oltre esse.
Che tipo di studente era da giovane? E che scuola frequentava?
Partiamo dalla domanda più semplice: che scuola frequentavo? Avendo una predilezione per la matematica ed essendo al tempo  ad Ispica solo il liceo classico, io frequentavo il liceo scientifico di Modica. Ero molto appassionato di sport, per cui cercavo sempre del tempo da dedicare ad esso e quindi di conciliare gli impegni scolastici con gli impegni sportivi. Non ambivo al massimo dei voti, ma svolgevo il mio dovere, nonostante non fossi un "secchione".
•  Si rivede nelle azioni “sbagliate” di alcuni studenti?
Si, certo. In molti alunni. È inimmaginabile dovervi dire di non aver mai compiuto azioni come quelle che talvolta fate voi. Gli errori servono a discernere poi ciò che va fatto da ciò che si dovrebbe evitare di fare. È normale farne alla vostra età.
Qual è il motivo particolare per cui ha deciso di intraprendere questa carriera?
Credo che io mi ci sia ritrovato per una questione di inclinazione particolare, nel senso che quando insegnavo ho immediatamente fatto il vicepreside. Quindi è un lavoro che faccio da più di 20 anni, perché quando si lavora in stretta collaborazione con il preside quasi sempre ci si ritrova ad affrontare delle problematiche e bisogna trovare delle soluzioni. Non è stato un grande sacrificio passare dall'essere insegnante al ruolo del dirigente; sono due lavori completamente diversi. Se dovessi dirti cosa mi manca del lavoro da insegnante è parlare con gli alunni, perché è una cosa che arricchisce tanto. Una cosa che consiglio a tutti è essere consapevoli delle scelte prese. Farsi un esame di coscienza dove ci chiediamo " ho dato il massimo?", "potevo fare di più?".
Qual è la cosa che più in assoluto non tollera dei suoi alunni e invece cosa la rende più fiero di dirigere questo istituto ?
La cosa che non tollero non solo negli alunni, ma in generale, è la maleducazione. Il rapporto con le persone deve essere vissuto con delle forme che si richiamano a quei concetti di educazione che mi sono stati imposti sin da piccolo, almeno per me. Però quest'atteggiamento serpeggia non solo nel mondo degli adolescenti, ma anche nel mondo degli adulti, e questo mi fa molto più male perché gli input negativi che vi arrivano sono veramente elevati. Posso tollerare un ragazzo che ha difficoltà nello studio, a concentrarsi, ma che a questo aggiunga un atteggiamento irrispettoso nei confronti delle persone o delle cose mi fa arrabbiare. Quello che mi inorgoglisce invece, è proprio vedere l'opposto: cioè ragazzi rispettosi nei confronti delle persone e delle cose, che si impegnano a raggiungere i loro obiettivi scolastici e, pur avendo le loro difficoltà, si sforzano e danno il massimo di se stessi. Si vede che il messaggio è stato recepito. Perché prima arriva il rispetto per le persone e delle cose e se a questo si affianca l'impegno e si raggiungono i risultati, abbiamo l’ ottimo.
Qual è la sua squadra preferita e il piatto che preferisce ?
Io ero un tifoso del Milan sono cresciuto ai tempi prima con Rivera, però è da un po' che non seguo più lo sport con la passione che avevo una volta. Nel senso che adesso non mi identifico in qualche squadra di calcio. Quando guardo una partita tifo sempre per la squadra più debole, sarà una questione di indole. Da giovane giocavo anche io a calcio, anche se avevo avuto difficoltà nel praticarlo perché gli allenamenti erano nel pomeriggio e avevo poi difficoltà nel concentrarmi nello studio; così mi sono dedicato alla pallavolo,che è un altro sport bellissimo, per qualche anno. Poi all'università non ho potuto più praticare sport attivi. Riguardo al piatto preferito, non so se ho veramente un piatto preferito. Mi piacciono molto i ravioli, però non disdegno nessun altro piatto.
Qual è la sua musica preferita e che hobby preferisce ?
In musica sono una frana. Io ho studiato pianoforte per quattro anni, però non sono particolarmente attratto. Non ho una preferenza particolare per la musica, mi piace perché sprigiona in te una sensazione di serenità e può esprimere lo stato d'animo in cui ti trovi. Ci sono momenti in cui può piacerti un tipo di musica. Riguardo agli hobby, per averli ci vuole il tempo libero e avanzando con l'età si capisce che se ne ha sempre meno. Però a me piace tantissimo il mare, mi piacerebbe vivere in una barca. Durante il periodo estivo mi piace andare a visitare i fondali, guardare i pesci e tutto quello che c'è. Mi piace anche viaggiare, visitare luoghi mai visti e in generale tutto ciò che mi dona informazione e cultura e che riesce a rendermi sereno, tra cui leggere.
Qual è l'esperienza più bella che ha vissuto in questo campo?
L'esperienza più bella la si vive ogni giorno. Nella sfera lavorativa, per esempio, nei giorni scorsi si è svolto un seminario di formazione per i dirigenti scolastici di Ragusa e di Siracusa, nel quale abbiamo parlato di problemi che si presentano alla vostra età come il bullismo, il cyberbullismo e di come approcciare ad essi. Ciò che mi ha reso orgoglioso della scuola è il fatto che si è riusciti ad organizzare tutto in maniera impeccabile. O anche la ben riuscita accoglienza degli ospiti tedeschi, o l'alternanza scuola-lavoro degli alunni del liceo classico svolta lo scorso anno con la pubblicazione di un libro...insomma tutto ciò che viene realizzato bene, mi dà soddisfazione.
Qual è invece l'esperienza meno piacevole che ha vissuto da quando riveste questo ruolo?
Per esperienze meno piacevoli intendo i momenti in cui qualche studente si mette nei guai,uscendo fuori dalle regole, come accade durante i viaggi d'istruzione, poiché reca imbarazzo alla scuola e alla famiglia e sono costretto a prendere provvedimenti. Ma ciò che è ancor più spiacevole è non riuscire ad aiutare un alunno che rischia di perdere l'anno, magari a causa di problemi familiari. È sconfortante poiché in un certo senso lui ha perso un "anno di vita" nel suo percorso e non lo ha fatto consapevole di ciò.
Che insegnamenti vorrebbe trasmettere ai giovani?
Non ritengo di essere una persona dispensatrice di messaggi: ritorniamo con i piedi per terra. Alla pari di tanti  ho seguiti un percorso di studi. Sulla base di ciò consiglio di non lasciare nulla di intentato, di armonizzare il vostro tempo e le vostre risorse:cercate di rendere equilibrate le vostre giornate. Di conoscere voi stessi, cercare di stare bene con gli altri e di dare ad ogni cosa il vostro ruolo. Non facile alla vostra età, talvolta neanche da adulti si riesce. E soprattutto parlate dei vostri problemi con i vostri genitori, sempre.

 Serena Ciranna e Cristiana Sessa 1° Classico