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sabato 1 aprile 2017

Fiore del deserto, un film per riflettere L’infibulazione: una barbara tradizione

Fiore del deserto di Sherry Hormann, è un film che tratta un argomento di cui si sente parlare poco: l’infibulazione. Il  film racconta la storia di una modella di origini somale Waris Dirie che, sopravvissuta all’infibulazione, a soli 13 anni fuggì dalla Somalia per evitare un matrimonio combinato. Dopo aver attraversato il deserto, arrivò nel Regno Unito e venne accolta nel mondo della moda grazie alla sua bellezza.
Quello dell’infibulazione è un argomento molto toccante e rappresenta una realtà terribile per le donne di origine africana. Si tratta di una pratica antichissima, un rito di natura più culturale che religiosa, risalente ai tempi di egizi, etiopi e fenici, praticato dagli islamici tanto quanto dai cristiani. In questo modo gli uomini possono assicurarsi che la donna arrivi “pura” al matrimonio.
La pratica che consiste nella parziale o totale rimozione degli organi genitali femminili esterni, non certo per ragioni mediche, danneggia la salute e il tessuto genitale femminile, causando delle interferenze con le naturali funzioni dell’organismo femminile. Le vittime vengono mutilate con oggetti comuni, rasoio, pietre appuntite, pezzi di vetro.
L’infibulazione è molto dolorosa e ha effetti sulla salute sia a breve sia a lungo termine, tra cui problemi durante il parto.
A causa di questa barbara tradizione, ancora oggi, 200 milioni di bambine nel mondo rischiano di morire in seguito alle infezioni e alle emorragie.
difesa dai popoli stessi: non c’è movimento a favore dei diritti umani che non abbia trovato opposizioni culturali ad ogni tentativo di cambiamento. Ci sono catene quasi impossibili da spezzare: non solo nei villaggi sperduti, lontani dalla civiltà, ma anche nel cuore delle grandi metropoli, per esempio in America e in Europa, ovunque gli immigrati abbiano portato le loro usanze e tradizioni. Secondo alcune ricerche, in Nigeria il 98% delle donne ha subito l’infibulazione, tanto da essere stato ribattezzato “il paese delle donne cucite”.
Una delle donne più attive nella protesta contro questa usanza, è la protagonista del film, Waris Dirie che fu nominata ambasciatrice ONU per la lotta contro l’infibulazione. Nel 2002 ha deciso di dar vita alla Waris Dirie Foundation a Vienna, per portare avanti il suo progetto e combattere il fenomeno di mutilazione da infibulazione, proteggendo le donne da questa pratica così crudele e disumana.
Litwiniuk Dominika e Eleonora Terranova 4°A Odonto