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giovedì 9 maggio 2019

Al teatro per ricordare Peppino Impastato: una lezione di vita

Nei giorni scorsi noi studenti dell’Istituto comprensivo G. Curcio, abbiamo avuto la possibilità di assistere alla rappresentazione teatrale “Il silenzio è mafia: da Impastato a Manca”scritto e diretto da Ivan Alabresee messo in scena dalla compagnia Sound Power. 
Ma chi è Peppino Impastato?  Lo spettacolo ci ha permesso di conoscere meglio questo giovane coraggioso siciliano. Giuseppe Impastato nacque a Cinisi (Palermo) in una famiglia mafiosa. Peppino fu molto colpito dalla morte dello zio, il boss Cesare Manzella, che nel 1963 fu fatto saltare in aria nella sua auto imbottita di tritolo. Il ragazzo, allora quindicenne, realizzò la vera natura della sua famiglia e il significato dei valori omertosi che il padre gli aveva trasmesso sin dall’infanzia. Per il suo atteggiamento entrò in forte contrasto con il padre, che lo allontanò da casa. Nel 1965 fondò il giornalino “L'Idea socialista”, in cui prese posizione con un duro articolo contro la mafia che la madre, preoccupata per le conseguenze, lo scongiurò di non pubblicare. Dal 1968, l’anno della rivolta studentesca, militava nei gruppi di Nuova Sinistra nel 1977 e fondò "Radio Aut", radio libera autofinanziata, con cui denunciava i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, e in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti (da lui beffardamente definito “Tano seduto”), che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto. Il programma più seguito era "Onda pazza", trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici.  Nel 1978 nella notte tra l'8 e il 9 maggio, venne assassinato perché ritenuto scomodo e anche le indagini sulla sua morte furono coperte da omertà e connivenze.  Una brutta pagina, bruttisima pagina della storia della nostra Sicilia.
Il messaggio che ci hanno voluto trasmettere gli attori è quello di denunciare la mafia e non solo la mafia ma tutto ciò che è sbagliato e illegale, è quello di non essere omertosi.
Beatrice Rustico e Fernando Vernuccio 1^A Classico