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venerdì 10 maggio 2019

Femminicidio

Il termine “femminicidio” indica l’uccisione di una donna per mano del coniuge, dell’ex marito, del convivente, o anche del fidanzato, dell’amante, perfino di un innamorato respinto, insomma di uomini che per lo più avrebbero dovuto rappresentare delle figure di riferimento, essendo stati compagni di vita o persone a cui le vittime hanno voluto bene e/o nelle quali avevano riposto la propria fiducia. 
Da un’indagine condotta da un gruppo di volontariato femminile, mediante l’esame della stampa nazionale e locale, è emerso che lo scorso anno i femminicidi sono stati 134 ed hanno riguardato donne di quasi tutte le fasce di età, seppure con un’incidenza maggiore tra i 36 e i 45 anni, commessi nella maggior parte dei casi dal partner o dall’ex compagno o marito. Bisognerebbe “scavare” nella psiche del colpevole per far emergere i fattori scatenanti la sua aggressività, il motivo per cui reagisce con violenza omicida ad un alterco con la partner, ad un tradimento della stessa, ad una diversità di vedute sulla gestione dei figli. Ci sono uomini che forse non riescono ad accettare il nuovo ruolo acquisito dalla donna, nella famiglia e nella società in genere, grazie all’emancipazione femminile: non più soltanto moglie, madre e casalinga, ma persona inserita nel mondo del lavoro, che vuole far carriera, che svolge mansioni di responsabilità o che addirittura ricopre ruoli di comando. Ma la follia omicida, non solo non può essere giustificata in alcun modo, ma deve essere anche prevenuta grazie all’evoluzione della società verso una parità di genere anche nei costumi e nella mentalità, superando i pregiudizi maschilisti presenti in alcuni uomini.
La violenza sulle donne riguarda  non solo l’Italia, ma i paesi di tutto il mondo, da quello più sviluppato economicamente a quelli meno progrediti, e non c’è differenza di cultura e di religione. Tanto nel mondo cristiano che in quello musulmano o induista, le donne vengono maltrattate, discriminate, violentate e uccise.
E’ chiaro che il triste fenomeno è un’emergenza e per dire basta ad ogni forma di violenza l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999 ha istituito la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” che si celebra il 25 novembre, invitando governi, organizzazioni governative e non governative, media e società civile a sensibilizzare le società sulla violenza di genere. In particolare è stato scelto il 25 novembre poiché è la data in cui vennero uccise le tre sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Domenicana per il loro impegno politico contro un governo dittatoriale.
Tale data è diventata così il simbolo dell’atto d’accusa della società civile nei confronti di un fenomeno purtroppo ancora in crescita. 
Giorgia Milana 5^A Odonto